Bucarest volta pagina: sì al centrodestra
Bucarest volta pagina; sì al centrodestra Iliescu resta in lizza per il ballottaggio, il pronostico è per il moderato Costantinescu Bucarest volta pagina; sì al centrodestra Prima sconfitta della sinistra al potere dal dopo-Ceausescu BUCAREST NOSTRO SERVIZIO Migliaia di cittadini hanno festeggiato fino all'alba per le strade di Bucarest la vittoria del centrodestra dopo sette anni di governo di sinistra; nessun grave disordine, salvo qualche intemperanza nei confronti degli inviati della tv nazionale, accusata di aver appoggiato il vecchio esecutivo. L'atmosfera è eccitata quasi come nei giorni del dopo rivoluzione, l'attesa di cambiamenti forse persino eccessiva. Il ribaltone è avvenuto. Anche se per i dati ufficiali occorrerà attendere almeno altre 24 ore, le proiezioni ed i risultati parziali danno in testa la Convenzione Democratica con circa il 32% dei voti, seguita dal partito di Iliescu con il 25%, dal Usd di Petre Roman - anch'esso all'opposizione - con il 20% e dal movimento degli ungheresi di Roma¬ nia con il 7%. Cancellati dal panorama politico sembrano i partiti neocomunisti, sotto la soglia del 3%. Il gioco dell'attribuzione dei seggi potrebbe portare una coalizione Cdr e Usd alla maggioranza assoluta: ma se anche ciò non avvenisse e l'Unione Magiara fosse determinante, il nuovo governo avrà in ogni caso un colore radicalmente diverso dal precedente. Da esso i romeni attendono grandi e forse impossibili cambiamenti: con l'economia a terra i miracoli paiono improbabili. Resta la speranza che si crei nuova fiducia negli investitori occidentali, fin qui mortificati da burocrazia e inciampi non sempre involontari. Chi certamente trema sono alcuni tra i «ricchi in una notte», i magnati della Romania di oggi, quasi tutti provenienti dalla nomenclatura del passato regime comunista di Ceausescu. Titolari di fortune immense, nate da capitali misteriosi e fiorite con appoggi, politici e finanziari, altrettanto oscuri. Al nuovo governo la maggioranza povera del Paese chiederà lotta alla corruzione e chiarezza, con non celato desiderio di vendetta. In questa atmosfera di tensione, domenica 17 avverrà il ballottaggio per la presidenza della Repubblica. Iliescu ha ottenuto molti voti più del suo partito ed è ancora in testa con il 33%, contro il 30% del suo avversario di destra, Costantinescu. Il quale potrebbe però contare, nel secondo turno su quel 20% che ha votato Petre Roman: che non sarà suo amico ma è certo nemico di Iliescu. Iliescu, 66 anni, è alla guida del paese da quando nel 1989 fu rovesciato il regime di Nicolae Ceausescu. In questi anni ha proceduto molto a rilento nelle riforme economiche e la Romania è rimasta decisamente in- dietro rispetto ad altri stati ex comunisti, anche per quanto riguarda gli investimenti stranieri. L'inflazione è aumentata dal 30 al 45% annuo, la crescita è rallentata, il salario medio corrisponde a 150.000 lire circa. Durante la campagne, elettorale l'opposizione si è impegnata ad accelerare le privatizzazioni, debellare la corruzione, promuovere gli investimenti stranieri e i programmi di assistenza sociale, rilanciare le riforme nel settore dell'agricoltura. Costantinescu, 57 anni e nessuna esperienza politica alle spalle a parte una precedenza candidatura alla massima carica dello stato, ha già proclamato la vittoria nelle elezioni parlamentari. Ma Ion Diaconescu, suo alleato e leader del Partito agrario, ha avvertito che non ci si potranno aspettare cambiamenti rapidi: «Non possiamo fare meraviglie dal giorno alla notte», ha affermato esortando i romeni ad avere pazienza. Alfredo Amellone II candidato del centrodestra Emil Costantinescu esulta per la vittoria
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