« Non accettiamo lezioni »

IL COMANDANTE DELLO SCICO « Non accettiamo lezioni » Iannelli: basta con la cultura del sospetto IL COMANDANTE DELLO SCICO AROMA NTONIO Di Pietro l'ha chiamato «pesce in barile». Lui, il generale Mario Iannelli, comandante dello Scico della Guardia di Finanza, replica così: «Io non sono un pesce in barile, ma un servitore dello Stato che ha il compito di comandare altri uomini che servono lo Stato. Poi leggo che c'è uno scontro tra le istituzioni, ma non è così». E quello fra lei e Di Pietro che cos'è, generale? «E' un attacco contro di noi da parte di altre istituzioni, al quale non intendiamo rispondere. Del resto il ministro Di Pietro si trova in una situazione emotiva che posso anche capire, con lo stillicidio di notizie che lo riguardano, anche inesatte. Ma la cultura del sospetto non ci appartiene». Di Pietro dice che la fuga di notizie, per di più incompleta, sui brani di intercettazioni che lo riguardano è venuta dagli investigatori, e quindi dal Gico. Non è così? «Io so che gli atti da cui è venuta la fuga di notizie erano in mano anche ad altri soggetti processuali, oltre che al Gico e alla Procura della Spe- zia. E su questo punto non voglio aggiungere altro. Non credo comunque che si possa ipotizzare tout court la responsabilità della Finanza: questo è dispregio della verità e cultura del sospetto. E noi non accettiamo lezioni di deontologia e di correttezza da nessuno». Quindi per i suoi uomini lei è pronto a mettere la mano sul fuoco. «Io la mano sul fuoco la tengo finché non mi brucio. Se si scopre qualcosa che non va al nostro interno lo si individua e lo si punisce, state tranquilli. Su questa inchiesta io ho dato un ordine di riservatezza assoluta, e chi lo viola va incontro a conseguenze penali militari. Ma mi dica lei che interesse possiamo ave¬ re noi a diffondere certe notizie, per di più inesatte o sbagliate del tutto come quelle degli ultimi giorni intorno ai "pagamenti", quando ogni volta che si verificano queste fughe veniamo massacrati. Mi chiedo semmai chi ha interesse ad attizzare questo clima di corrida». Risponda lei generale. Chi ha questo interesse? «Non lo so, ma certamente non siamo noi. Credo che alla fine di questa storia, comunque, si scoprirà, perché le cose prima o poi vengono fuori, e noi non siamo gli ultimi arrivati in materia di indagini». Qualcuno ha parlato di vendetta della Finanza contro Mani pulite. «Ma vendetta di chi, e per che cosa? Guardi che io sono stato il primo a gioire quando il pool ha mandato in galera dei finanzieri felloni. Tutto quello che noi facciamo è sotto il controllo diretto dei magistrati, nel pieno rispetto del codice di procedura penale. Quando si scopriranno le carte si vedrà che è tutto a posto, che non c'è stata alcuna violazione; e non ci saranno più problemi, né tantomeno scontri, fra le istituzioni». Igio. bia.]

Persone citate: Di Pietro, Iannelli, Mario Iannelli