Pacini Battaglia: sono stanco, dico tutto

Interrogatorio fiume dal gip, l'avvocato Lucibello lascia la difesa. Undici i magistrati coinvolti Interrogatorio fiume dal gip, l'avvocato Lucibello lascia la difesa. Undici i magistrati coinvolti Pacini Battaglia; sono stanco, dico tutto La Finanza: su Enimont l'ex amministratore Fs fu «coperto» LA SPEZIA DAL NOSTRO INVIATO Il grande corruttore getta la spugna. 0 almeno così manda a dire. Per raggiunti limiti di sopportazione, di buon senso, di personalissime valutazioni. Cinquanta giorni in galera, soprattutto l'essersi reso conto che, per un motivo o per l'altro, dell'allegra brigata in carcere c'è rimasto soltanto lui. E Pierfrancesco Pacini Battaglia ha preso la sua decisione: navigherà da solo, d'ora innanzi, pronto a scaraventare in acqua chiunque. Pentito? Non è il termine esatto. Sì, hanno detto i difensori di Sergio Solezzi e Rosario Minniti, «Chicchi» è provato. Era appena terminato l'interrogatorio di garanzia di fronte ai giudici per le indagini preliminari Maria Cristina Failla e Diana Brusacà, presente anche il pubblico ministero Alberto Cardino. Tre ore e mezzo di domande: «Ha risposto in modo esauriente a tutto». Anche ai quesiti sulle intercettazioni, compresi quelli di interpretazione dubbia. «Pacini Battaglia va in pensione», è l'annuncio, un po' melodrammatico, dei due legali, quando ormai è il crepuscolo, e il carcere è illuminato dalle fotoelettriche. «Questi giorni gli sono serviti per riflettere e ha deciso di lasciare tutti i suoi affari. Del resto, la salute non va bene: in futuro si occuperà di quella, della famiglia e delle inchieste giudiziarie». Oltre che stanco lo «gnomo di Ginevra» ha dato l'impressione di averne le tasche piene .di fare da parafulmine in questa inchiesta. Sì, da ieri, forse, ha girato pagina. Prima cosa non ha più come difensore Giuseppe Lucibello. Il legale era stato di un tempismo esemplare perché, come un Capo di Stato, di primo mattino aveva annunciato il proprio ritiro: «Nell'interesse del mio assistito e per consentire all'autorità giudiziaria di svolgere con serenità l'attività processuale, nonché per tutelare la mia immagine professionale, mi sono determinato a rinunciare temporaneamente all'incarico difensivo di Francesco Pacini Battaglia». Dunque, la guerra continua, e Lucibello si è reso protagonista di una ritirata strategica degna di un Cadorna. Perché la sua situazione non è affatto chiara e se «Chicclù» prende la parola, davvero potrebbe¬ ro essere guai. Perché lui il nome nel registro degli indagati ce l'ha da sabato 14 settembre, per presunti traffici con il suo assistito e i pm Cardino e Silvio Franz avevano anche provato a fargli capire come la sua posizione ai loro occhi non apparisse poi così limpida. Ma non se n'era dato per inteso, in questo confortato dal parere del gip Failla che non aveva trovato un solo motivo di incompatibilità perché continuasse nella difesa di «Chicchi». Ma più passano i giorni e più la situa- zione sembra intorbidarsi. Così, ieri, il ritiro e l'affannosa ricerca di un legale. Ma il fatto che Pacini davanti ai suoi giudici stesse allungando i tempi dell'interrogatorio, deve aver contribuito a bruciare gli ultimi coriandoli di tranquillità di Lucibello. Il quale, nel pomeriggio, ha fatto una seconda dichiarazione. «In merito all'intercettazione ambientale del 10 gennaio di cui tanto si parla, chiarisco che la stessa è stata da me conosciuta nell'ambito dell'incompatibilità a suo tempo già sollevata dai pm di La Spezia». L'intercettazione in questione non è una cosa da quattro soldi: c'è «Chicchi» che dice: «Lucibello e Di Pietro mi hanno sbancato». Ora il legale chiarisce di aver conosciuto il contenuto di quelle carte «non più secretate» e di essersi «consultato con avvocato Massimo Dinoia con il quale le ho lette e commentate». E proprio l'avvocato Dinoia, ieri a mezzodì, è scivolato nell'ufficio del pm Franz. Per consegnare, ha detto, la «stessa copia dell'esposto presen- tato sabato dal dottor Di Pietro alla questura di Bergamo con cui richiede alla procura di La Spezia di indagare e di indagare in questo senso: o le notizie riportate da alcuni giornali sono frutto della fantasia di questi giornalisti, e allora c'è diffamazione; oppure, era la riproduzione di frasi contenute nel rapporto Gico, e allora ci sarà calunnia». Insomma, un linguaggio aggressivo. Già, perché il ministro Di Pietro ha affermato di aver letto per intero l'intercettazione e che gliela aveva passata proprio Dinoia. «Erano carte depositate e non secretate, come falsamente era stato detto». Ma lei, avvocato Dinoia, a che titolo le aveva ritirate? «A titolo professionale». Perché oltre a Di Pietro il legale ha pure lui altro cliente invischiato in questa storiacela. Quante toghe che danno l'impressione di essere inzaccherate saltano fuori dai cassetti e dai rapporti dell'inchiesta sui malaffari che i magistrati di La Spezia, con grande fatica, portano avanti. Perché ai nove che, secondo l'accu¬ sa, si sarebbero resi colpevoli di infedeltà, se ne devono aggiungere altri due. Il primo con il nome direttamente scritto sotto l'elenco degli indagati: Squillante, Napolitano, Savia, Federico, Castcllucci, Toni, Iannini, Cappello, Pagliarulo; è uno che lavora in Padania, forse a Venezia. Meno pesante, per il momento, sarebbe la posizione dell'undicesimo uomo. E ora che Pacini Battaglia ha detto «basta» l'accusa accarezza l'idea che anche molti nodi verranno presto sciolti. Come quello, mai troppo chiarito, delle maxi tangenti Enimont. Gli investigatori dell'inchiesta della Spezia ipotizzano infatti «coperture» anche per la cosiddetta «maxitangente Enimont.», di cui avrebbero beneficiato i protagonisti dell'indagine spezzina. Il termine «coperture» è indicato a pagina 295 del rapporto di 314 pagine redatto dal Gico di Firenze nel luglio e in buona parte coperto da omissis. Vincenzo Tessandori I legali: ha deciso di lasciare tutti i suoi affari Ora penserà solo alla salute «Abbiamo rispettato tutte le regole Per questo siamo non tranquilli ma tranquillissimi» L'awocato Giuseppe Lucibello A destra: Lorenzo Necci e Pierfrancesco Pacini Battaglia Qui sotto: la villa di Paraggi dove Necci sta trascorrendo gli arresti domiciliari

Luoghi citati: Bergamo, Firenze, Ginevra, La Spezia, Venezia