Una sola religione: chissà se per gli italiani è una fortuna

Una sola religione: chissà se per gli italiani è una fortuna lettere al giornale: IL LUNEDI' DI O.d.B. Una sola religione: chissà se per gli italiani è una fortuna Questa volta presento due lettere che avrebbero meritato la pubblicazione già da tempo, ma la cui apparizione è stata ritardata dalla loro lunghezza e dai susseguenti problemi di impaginazione. Quando una lettera è lunga, ed è lunga non perché affetta da prolissità ma, al contrario, perché dotata di densità, sono costretto a rimandarne la pubblicazione sinché non trovo uno spazio confacente, nel senso di non implicante tagli o riassunti. Una lettera riguarda una dichiarazione del cardinale Ruini. [o.d.b.] La verità storica? Carissimo Signor Del Buono, siccome non è possibile che il cardinale Ruini sia ignorante in storia ed etnografia, la sua dichiarazione in merito alla disintegrazione dello Stato jugoslavo in paragone con la situazione italiana è l'ennesima dimostrazione dell'ipocrisia e falsità della Chiesa cattolica ufficiale. Come, altrimenti, potrebbe una persona istruita, rispondendo a un giornalista che mette in evidenza il paragone tra le due situazioni, affermare che la «condizione jugoslava è del tutto diversa perché si tratta di diversi popoli, mentre noi italiani siamo un popolo solo»? La verità storica, invece, è questa: i cosiddetti «popoli» jugoslavi non sono altro che varie tribù di antichi slavi, arrivati nel VII secolo, molto numerosi, nel territorio balcanico, naturalmente pagani, di ceppo ariano e di razza baltica (dove ancora dimorano alcuni resti dei protoslavi, per esempio i sorobi della Lusazia avi dei serbi) spinti da numerose invasioni di bellicosi popoli asiatici; giunti nella penisola balcanica hanno sommerso le popolazioni autoctone di ceppo illirico-trace, formando un amalgama etnico molto omogeneo che comprende la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro e la Serbia (anche la Macedonia, dove però la lingua è più simile al bulgaro che al serbo-croato); l'unica popolazione jugoslava che si distingue dagli altri slavi meridionali sono gli sloveni, i quali si sono innestati sugli autoctoni celti, formando così un miscuglio ceito-slavo invece che illirico-slavo. Al loro arrivo tutti gli slavi parlavano u' unico idioma, lo slavo comune. '•Se po' è differenziato in alcuni diale a.!o " 1 distinte (lo sloveno, il macedoni <o- croato) come è accaduto dappertutto tra le popolazioni europee. Anche oggi tutti i croati, serbi, bosniaci e montenegrini parlano un'unica identica lingua, solo l'alfabeto si è differenziato dopo lo scisma delle due Chiese cristiane, a seconda dell'influenza culturale e religiosa (bizantina o romana). Come si può dunque parlare di «diversi popoli»? O si può considerare un «popolo» un gruppo di jugoslavi che hanno volontariamente scelto l'Islam? Se così fosse anche i valdesi avrebbero diritto a uno Stato indipendente! In Italia ci sono state molte più differenziazioni etniche, in quanto vi erano presenti greci, vari popoli italici pre-romani, celti, popoli protomediterranei, liguri, sardi, fenici di ceppo semitico, etruschi, di origine medio-orientale, ai quali si sono aggiunti più tardi ostrogoti, visigoti, vandali, longobardi eccetera. Perché, dunque, Ruini non osa dire la verità: che in Jugoslavia c'erano diverse religioni, meni-e gli italiani (per loro fortuna) ne hanno uno sola (con eccezione dei valdesi e di varie sette)? Non è comodo per la Chiesa cattolica confessare questa verità: che le religioni non hanno mai affratellato la gente, ma l'hanno sempre divisa, causando odio e massacri. Infatti, ba- sterebbe ricordare quello che in Jugoslavia è accaduto durante la guerra 1941'45, quando i fascisti croati (ustace), con la benedizione ufficiale delle armi da parte dell'arcivescovo cattolico di Zagabria, andavano a massacrare la popolazione serba, quindi ortodossa, e quello che è accaduto durante la guerra civile jugoslava appena assopitasi, nel nome di Allah e di Gesù Cristo cattolico e ortodosso. lo sfido chiunque a provare a indovinare chi è serbo e chi «musulmano» (il che, ripeto, non equivale a un'etnia): vedrà le stesse caratteristiche somatiche, sentirà la stessa lingua e gli stessi canti popolari, mangerà le stesse pietanze; quindi dovrà aspettare il venerdì quando i musulmani vanno in moschea e le domeniche quando i cristiani vanno nelle chiese cattoliche o ortodosse per poter distinguere di «quale popolo jugoslavo» si tratta. E se poi in una stessa famiglia ci sono membri di varie Higioni (ma nessuno ci faceva caso fino a poco fa) la confusione sarà ancora più grande e la differenziazione sarà IMPOSSIBILE. Grazie se mi potrà e vorrà pubblicare, perché sono davvero disgustata e sconvolta per tutte le menzogne che ho dovuto sentire in merito alla Jugoslavia, essen- do io JUGOSLAVA come lo è almeno il 70% di noi, ovvero di padre croato e di madre serba. Milada Barbali*., Laiguegiia (Savona) Gentile Signora, la ringrazio molto per il suo intervento che costituisce una testimonianza su fatti così dolorosamente recenti da non consentire interpretazioni troppo schematiche e, in compenso, da non poter rifiutarsi a ulteriori tentativi di capire di più. Quanto lei scrive può interessare da vicino i lettori di questa rubrica, anche per le allusioni alla nostra situazione: Il suo elenco dei popoli soggiornati, perché passati o radicati nella penisola italiana, mi ha fatto pensare a quando, da queste parti, fervevano le ricerche per affermare la purezza della nostra problematica razza ariana. Ma non so se per noi sia una fortuna avere una sola religione. Mi pare che per molti italiani averla significhi più o meno non averla, non rispettare nulla che ci appaia appena a noi superiore. Ma qui mi fermo, gentile Si- gnora. A causa della lunghezza della sua lettera (ma guardi che non è un rimprovero) non posso pubblicare l'altra lettera giacente che pensavo di evadere oggi. Mi limiterò, quindi, a presentare senza aggiungere e senza commenti due messaggi brevi, ma martellanti, su un problema molto sentito. [o.d.b.] Ogni qualvolta Gent. Sig. Del Buono, ogni qualvolta ritorna qualche fiammata per Tangentopo- li, c'è chi propone una sanatoria perché chi ha rubato restituisca. Altri, invece, vogliono che si svolgano i processi. lo desidererei sapere quanto manca alla prescrizione dei reati dei primi tangentisti. Un anno? Meno? Visto che i nostri parlamentari si erano votati una legge che, dopo S anni, tutto sarebbe andato prescritto! E come sempre succederà che «chi ha avuto, ha avuto, avuto» e così via!... Beatrice Merlo, Moncalieri Aveva ragione Egr. Sig. Del Buono, desidererei conoscere il suo parere sulla nuova legge di custodia cautelare. Perché, se era necessaria, è uscita solo ora? Forse, perché adesso mettono in prigione anche personaggi eccellenti? ergo i politici? Credo che avesse ragione tanti anni fa un famoso avvocato di Alessandria che, al presidente del Tribunale che lo redarguiva per una sua arringa troppo vivace, dicendogli che la legge è uguale per tutti, rispose: sì, però alle sue spalle è scritta in carattere d'oro. Lorenzo Gubiati, Torino r T

Persone citate: Barbali, Beatrice Merlo, Del Buono, Gentile Signora, Lorenzo Gubiati, Ruini