Ma l'opposizione protesta: troppi illeciti

Ma l'opposizione protesta: troppi illeciti Per il Parlamento serbo al partito del presidente il 45% dei voti Milosevic sbanca le urne Ma l'opposizione protesta: troppi illeciti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Secondo gli exit-poli dell'ultima ora, il partito socialista serbo (Sps) di Slobodan Milosevic potrebbe ottenere il 45 per cento dei voti per il nuovo Parlamento federale jugoslavo, mentre alla coalizione dei quattro maggiori partiti dell'opposizione andrebbe il 30 per cento. La vittoria dell'attuale presidente serbo, che per l'occasione si è alleato al partito della sinistra jugoslava unita (Jul) guidato da sua moglie Mirjana Markovic, sembra ancora una volta scontata, anche se l'opposizione protesta per le numerose irregolarità del voto di ieri. La coalizione «Zajedno» (Insieme) capeggiata dai quattro leader dell'opposizione, accusa la televisione serba di aver trasmesso per tutta la giornata di ieri messaggi politici che invitavano a votare per il partito di Milosevic. Sempre a detta dell'opposizione, in alcuni seggi elettorali i seguaci del presidente serbo hanno minacciato gli elettori che stavano recandosi alle urne. Inoltre, i rappresentanti di «Zajedno» non hanno avuto modo di controllare quel die accadeva perché sono stati esclusi da un gran numero di Commissioni elettorali. «I pochi osservatori internazionali che sono arrivati per seguire le elezioni non bastano certo a impedire i brogli», ha dichiarato il capo del partito del rinnovamento serbo Vuk Draskovic. In realtà, l'opposizione, che per la prima volta da cinque anni si presenta unita alle elezioni, accusa l'Occidente di avere apertamente appoggiato l'attuale regime di Belgrado in cambio dell'«obbedienza» di Milosevic. «Lui firma tutto quello che loro gli dicono di firmare. Non devono neanche più venire a Belgrado. Basta che gli mandino un fax». Milosevic sarebbe già impegnato a riconoscere l'assoluta autonomia del Kosovo e della Vojvodina, mentre alla regione del Sangiaccato, a maggioranza musulmana, verrà concesso l'autogoverno locale. In cambio, la nuova vittoria elettorale permetterà all'attuale presidente serbo di cambiare la Costituzione in modo da rafforzare il potere federale, dopodiché, scaduto il suo secondo mandato alla presidenza serba, si candiderà alla presidenza jugoslava. Accompagnato dalla moglie, sorridente, Milosevic si è presentato ieri mattina al sorteggio elettorale con il piglio del vincitore. «Sono sicuro che il nostro popolo è cosciente che dal voto odierno dipende la stabilità nella regione», ha detto, sottolineando che la pace è l'unica via per i serbi di rientrare nella comunità internazionale. Ma, malgrado le sue continue promesse di un futuro migliore, la situazione economica nella Federazione serbo-montenegrina è tuttora critica: l'inflazione è al 100 per cento, mentre la disoccupazione ha raggiunto il 50 per cento. A un anno dalla firma dell'accordo di Dayton, l'insoddisfazione continua a crescere. Dei 7 milioni e 700 mila aventi il diritto al voto nella Federazione jugoslava (di cui 400 mila nel Montenegro), ieri un milione di elettori albanesi del Kosovo ha boicottato le urne. «Noi non riconosciamo il regime di Belgrado, in quanto le nostre elezioni le abbiamo avute due anni fa», dicono i leader albanesi. Lo stesso è accaduto nel Sangiaccato dove i dirigenti locali hanno chiesto di rimandare il voto sia a livello federale, sia a quello regionale. In particolare hanno protestato perché il paese di Sastavci, che faceva parte del comune di Priboj, è passato a far parte della confinante Repubblica Republika Srpska, l'entità serba della Bosnia-Erzegovina, mentre in altre tre località è stata compiuta una profonda pulizia etnica della popolazione musulmana. Ingrid Badurina Il presidente serbo Slobodan Milosevic, il probabile vincitore del voto jugoslavo

Persone citate: Ingrid Badurina, Milosevic, Mirjana Markovic, Slobodan Milosevic, Vuk Draskovic

Luoghi citati: Belgrado, Bosnia-erzegovina, Dayton, Kosovo, Montenegro, Zagabria