Allarme dalla Germania «Venti di golpe a Mosca»

«Welt» rivela: anche le unità dell'esercito più fedeli pronte a rovesciare il presidente «Welt» rivela: anche le unità dell'esercito più fedeli pronte a rovesciare il presidente Allarme dalla Germania «Venti di golpe a Mosca» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Unità di élite dell'esercito russo - fra le quali la guarnigione di paracadutisti «Tuia», che durante il tentativo di golpe del 1991 si schierò al fianco di Boris Elzin - starebbero preparando una marcia su Mosca per occupare il Parlamento e rovesciare il Presidente malato. Un putsch, insomma: ma insieme con soldati e ufficiali sempre più insoddisfatti della conduzione politica di Eltsin ci sarebbero anche gruppi di operai, da mesi senza stipendio. L'ambasciata tedesca sta aggiornando l'elenco dei cittadini federali presenti in Russia, per mettersi in contatto con loro d'urgenza, e fa sapere che «in caso di crisi la comunicazione con la propria ambasciata è estremamente importante»; mentre la legazione americana avrebbe raccomandato «estrema prudenza» ai propri connazionali. L'allarme su un possibile tentativo di rivolta, rilanciato ieri dalla «Welt am Sonntag», arriva dal direttore dell'Istituto di studi sovietici di Francoforte, Nikolaij Nor-Mesek, che sostiene di avere raccolto informazioni dettagliate, in proposito, da fonti militari e politiche russe. Interpellati dall'agenzia Ansa a Mosca, i portavoce dei servizi di sicurezza e del ministero degli Interni hanno smentito, ironizzando su «informazioni che evidentemente ci eravamo lasciati sfuggire». Ma il settimanale tedesco cita una notizia che non è stata commentata dai funzionari russi: venerdì scorso - scrive la «Welt am Sonntag» - il primo ministro Viktor Chernomirdin ha compiuto una visita improvvisa alla guarnigione Rjasan, a Sud di Mosca, «in seguito allo stato di profonda agitazione diffusosi fra i militari». Il 18 ottobre, inoltre, il presidente Eltsin avrebbe rimosso il generale di stato maggiore Mikhail Kolesnikov in seguito alla diffusione di un documento - citato da Nor-Mesek - nel quale un gruppo di alti ufficiali minacciavano azioni contro il Cremlino, «in segno di protesta per la mancata riscossione dello stipendio». Il «periodo a maggior rischio» sarebbe già cominciato, secondo il giornale tedesco, che cita una nota diffusa dall'ambasciata americana a Mosca nella quale ci si attende «una serie di manifestazioni e di scioperi in Russia nella prima settimana di novembre», con possibili azioni di violenza contro gli stranieri. Particolarmente significativo del malcontento serpeggiante fra le truppe, scrive ancora il settimanale, sarebbe proprio la presenza fra le unità golpiste (le guarnigioni dislocate a Novgorod, Voronesch, Rjiasan e Mosca ) della già fedelissima «Tuia». Emanuele Novazio trebbe permettere, Boris, che altri prendano decisioni in sua vece?»). Chi insiste proprio su questa tesi è invece l'ex capo della guardia presidenziale, generale (ancora per poco) Aleksandr Korzhakov. Il quale appunto aveva dichiarato ai giornali che Eltsin è ormai ostaggio della figlia Tatiana e di Ciubais, che filtrerebbero le informazioni e stabilirebbero il calendario delle visite all'augusto paziente. Eltsin aveva replicato, attraverso il proprio portavoce, accusando Korzhakov di avere «rivelato segreti di Stato», di avere diffuso «menzogne» e annunciando la sua prossima degradazione e cacciata dall'esercito per «ignominia». Sabato Korzhakov ha annunciato, a sua volta, di avere chiamato in giudizio il Presidente «per difendere il proprio onore e la propria dignità». E anche, presumibilmente, per parare il colpo di una prossima perdita dei gradi generahzi e dei connessi privilegi. Incurante del clima pre-operatorio è intervenuto ieri anche Grigorij Javlinskij, dichiarando che Boris Eltsin ha ormai «fatto il suo tempo». La situazione degradante in cui versa il paese - ha aggiunto il leader di «Jabloko» - «non è effetto della malattia di Eltsin, ma dei suoi metodi di governo. Metodi che appartengono anch'essi al passato. C'è da sperare soltanto che guardandosi attorno Eltsin si renda conto di cosa è successo. Ma ne dubito». Giuliette Chiesa IL MALATO PEL CREMLINO Qui accanto il cardiochirurgo Michael DeBakey all'aeroporto di Houston, alla partenza per Mosca. Oggi presenzierà al consulto medico che dovrà decidere la data dell'operazione del presidente Boris Eltsin (Nella foto piccola)