«Il Papa? Genio come Mozart»

«Il Papa? Genio come Mozart» L'esperto ha messo a confronto per mesi le due grafìe: sono simili «Il Papa? Genio come Mozart» // calligrafo: la prova nella scrittura IL TALENTO TRA LE RIGHE U ROMA N «merletto» d'inchiostro si aggira fra le carte del Papa, lo stesso che fa bella mostra di sé sugli spartiti ingialliti del grande compositore Wolfgang Amadeus Mozart. E' il «merletto del genio», un ricciolo, un vezzo della scrittura che soltanto la mano di una personalità geniale e unica sa vergare. E che soltanto l'occhio attento e preparato di un grafologo esperto sa cogliere e decifrare. Ci sono voluti 130 rilevamenti fondamentali perché il grafologo romano Francesco Pesce potesse completare la sua perizia sulla grafia di Giovanni Paolo II. E ora, dopo mesi di analisi condotte, armato di lente, su lettere, appunti e prime stesure di encicliche, lo studioso può affermare con certezza che il capo della Chiesa cattolica e il grande compositore salisburghese hanno qualcosa in comune: il genio. «La scrittura di Wojtyla è l'espres- sione di una personalità molto complessa, ricchissima di sfaccettature e assai poliedrica spiega il prof. Pesce - e dal punto di vista della bellezza e della complessità sembra paragonabile a quella di Mozart». La grafologia, infatti, è una scienza che si basa sullo studio della grafia come effetto dei nostri impulsi cerebrali. La scrittura di ogni uomo, secondo questa scienza, è unica e irripetibile come lo è la personalità che si ri¬ specchia nell'atto scrittorio. «Wojtyla presenta un'intelligenza con alto quoziente intellettivo - continua il grafologo - che si manifesta in una sorta di merletto di meravigliose doti umane». Ma 1'«elettroencefalogramma» grafologico del Papa rileva non solo le sue caratteristiche a livello intellettuale, ma anche affettivo ed emozionale. «Quando doti rarissime sono unite ad una volontà talmente forte da sfiorare la pervicacia - si legge nella perizia - abbiamo non solo un essere umano di successo, ma anche un uomo che, nel suo campo, può incidere profondamente nella società». Altri «segreti» li ha rivelati II grafologo Vincenzo Tarantino, che ha studiato a fondo alcune pagine dell'enciclica «Dives in misericordia» nell'originale polacco scritto dal Papa. Qualche esempio? Il «ricciolo di nascondimento» (alcuni tratti finali di parola sono gettati sotto l'ultima lettera e rivolti verso sinistra) è indice di riservatezza; il «riccio della sobrietà» (i movimenti finali di parola sono appena accennati) indica equilibrio e autocontrollo. E poi ancora: i tratti delle «T» sono segno di forza e tenacia, la pressione uniforme è tipica di chi può lavorare molte ore e ricominciare da capo, dopo una giornata di fatica. Ma Lui, il Papa, crede alla grafologia? Una cosa è certa. Uno dei più attivi e stimati centri di studi grafologici nel mondo è gestito da religiosi, i frati dell'Istituto «Moretti» di Urbino. Quanto al «merletto del genio», comunque, non c'è speranza di riprodurlo artificiosamente. Insomma, quanti accarezzassero il proposito di «emulare» le «T» o le «I» di Mozart o del Papa, evitino l'inutile sforzo. Al grafologo la «copiatura» non sfugge, anche se «geniale». Sara Ricotta Giovanni Paolo II e Wolfgang Amadeus Mozart Il capo della Chiesa cattolica e il grande compositore hanno in comune tratti grafici «geniali»

Luoghi citati: Roma, Urbino