I ribelli titsi:arriveremo a Kinshasa

«Lottiamo con l'opposizione per rovesciare Mobutu». Si tenta di salvare la conferenza di pace «Lottiamo con l'opposizione per rovesciare Mobutu». Si tenta di salvare la conferenza di pace I ribelli tifisi: arriveremo a Kinshasa Saccheggi a Goma conquistata, in salvo gli italiani KINSHASA. La guerra in Africa centrale si sta risolvendo in una disfatta per lo Zaire. I ribelli tutsi «banyamulenge» e le truppe regolari ruandesi hanno completato la conquista delle province orientali zairesi del Nord e Sud Kivu. Migliaia di soldati dell'esercito di Kinshasa sono fuggiti da Goma, ultimo caposaldo governativo nella regione. Con loro sono scappati i miliziani hutu, in lotta con il governo ruandese di Rigali, e lo hanno fatto usando profughi civili come scudi umani. Ieri sera la città era in preda ai saccheggi. In una pausa dei combattimenti, i 106 volontari delle agenzie dell'Orni e delle organizzazioni umanitarie presenti nell'area (tra i quali nove italiani), riparatisi per 48 ore nella sede dell'Alto commissariato per i rifugiati insieme a undici giornalisti, sono riusciti ad abbandonare Goma e a raggiungere Gisenyi, al confine col Ruanda, e poi Ri¬ gali a bordo dei pochi automezzi scampati alle razzie dei soldati zairesi ormai allo sbando. In serata erano ancora attesi nella capitale ruandese sette religiosi italiani (4 missionari e 3 suore) sgomberati dalla città zairese di Bukavu. I combattimenti alla periferia di Goma erano ripresi all'alba di ieri mattina con tanto di duelli di artiglieria attraverso il confine e scontri nella zona dell'aeroporto. Il leader dei ribelli banyamulenge, Laurent Desire Kabire, un oppositore di vecchia data del dittatore zairese Mobutu Sese Seko, ha convocato una conferenza stampa a Uvira per annunciare che condurrà la ribellione fino alla capitale Kinshasa. La disfatta di Goma ha confermato l'inadeguatezza dell'esercito zairese, 30 mila uomini comandati dal generale Eluki Mongo Amidi, contrapposta all'efficienza delle forze ruandesi. A Kinsha¬ sa il premier Kengo Wa Dondo ha nuovamente accusato il Ruanda di aver dato il via a una invasione su larga scala dello Zaire, e il suo discorso ha alimentato la reazione della popolazione di Kinshasa, che si è abbandonata al saccheggio di negozi e case appartenenti alla minoranza tutsi. A New York, il Consiglio di sicurezza dell'Orni ha lanciato un appello per un immediato cessate-il-fuoco, invitando le parti a metter fine a incursioni oltre frontiera e a dare inizio a un processo negoziale. Il governo del Kenya ha convocato una conferenza internazionale di pace a cui ha invitato i rappresentanti di Zaire, Ruanda, Burundi, Uganda, Tanzania, Etiopia e Camerun. Ma da Kinshasa arrivano segnali negativi. Il premier Wa Dondo ha dichiarato di essere disposto a ridiscutere la linea di confine tra il suo Paese e il Ruanda, come ipotizzato dal presidente ruandese Pasteur Bizimungu, ma lo ha fatto polemicamente, ricordando che «le attuali frontiere non sono quelle tracciate nel 1885 alla Conferenza di Berlino, ma sono nate dalla modifica agli accordi del 14 maggio del 1910, quando Belgio, Gran Bretagna e Germania concordarono che lo Zaire doveva cedere al Ruanda e all'Uganda parte del suo territorio, tra cui la località di Gisenyi teatro in questi giorni di violenti combattimenti». Ha perciò concluso che semmai il suo Paese potrebbe chiedere indietro quei territori e non cederne altri al Ruanda. Il premier ha inoltre condizionato un accordo sul cessate-il-fuoco a un ritiro senza condizioni delle forze dell'esercito ruandese dal territorio zairese. Fino ad allora, ha detto, è impensabile che lo Zaire partecipi alla conferenza indetta dal Kenya. [e. st.] m