Sei aziende su dieci senza utili

Ma non pagano neanche tasse. Prodi alla Gdf: attenti al rispetto del fìsco Ma non pagano neanche tasse. Prodi alla Gdf: attenti al rispetto del fìsco Sei aziende su dieci senza utili Quasi il 60per cento delle società dichiara all'Erario un reddito nullo o una perdita. In Basilicata il record ROMA. Perché mai si continuino a creare società è un mistero. Dalle dichiarazioni dei redditi presentate al Fisco, in Italia sei società su dieci lavorano perdendo del denaro o, nel migliore dei casi, non guadagnandoci una lira e chiudendo il bilancio in pareggio. E' stato il ministero delle Finanze a redigere nei giorni scorsi una classifica delle società perdenti in base ai dati presenti sui modelli 760, cioè sulle dichiarazioni dei redditi delle società di capitale presentate nel '93. La classifica diffusa dal ministero svela una realtà di inadeguatezza imprenditoriale e incapacità di realizzare guadagni che contraddice quell'immaginemodello che le piccole imprese italiane da sempre hanno, e smentisce con decisione la loro fama di spina dorsale dell'economia nazionale. Quale spina dorsale o quale modello possono rappresentare delle imprese che per il 58,8% dichiarano al Fisco un reddito nullo o in perdita? Detto in altri termini, solo quattro su dieci riescono a lavorare con profitto. Né se la passano molto meglio le società di persone: su 623 mila contribuenti-persone giuridiche che hanno presentato il modello 760, sono 238.880, vale a dire il 38,3% del totale, quelle che hanno dichiarato perdite di esercizio e circa 128 mila quelle che hanno dichiarato un reddito nullo. Sommando queste due cifre, risulta che a contribuire alle casse dell'Erario dunque è il 41,1% delle società, molto meno della metà, cifra che spiega le parole utilizzate ieri dal presidente del Consiglio Romano Prodi nel messaggio inviato alla Guardia di Finanza: «La contribuzione fiscale costituisce elemento indispensabile per lo sviluppo eco¬ nomico dell'Italia in un quadro di giustizia sociale. Al rispetto delle regole fiscali deve perciò prestarsi sempre maggiore attenzione». Dalla classifica stilata dal ministero delle Finanze, la Basilicata risulta la regione meno imprenditoriale: solo il 21,4% delle imprese riesce ad ottenere dei guadagni. Al secondo posto, è il Molise con il 24,4%. In queste due regioni, per gli abitanti, tirare in aria una moneta per un «testa o croce» o trovarsi con un'attività in perdita riserva la stessa percentuale di probabilità: in Basilicata il 51,5% delle società denuncia bilanci in rosso, in Molise il 50,4%. La situazione è de¬ cisamente meno drammatica al Nord. Il Piemonte guida la classifica con il 47,3% di società che dichiara di avere ottenuto un reddito. Al secondo posto c'è il Trentino con il 46,7% e al terzo posto la Lombardia con il 45,8%. Il Veneto, la regione del miracolo italiano, è quinta con il 44,4%, un risultato quasi identico a quello delle Marche (44,3). L'intermediazione finanziaria e la pesca sono i due settori meno proficui: il 46,7% e il 46,5%, rispettivamente, delle loro società è in rosso. Chi vuole guadagnare, secondo i dati delle dichiarazioni, deve puntare verso settori diversi. Il commercio all'ingrosso dove il 50,7% delle imprese de¬ nuncia utili; e le opere pie e società di mutuo soccorso, dove l'81% dichiara un reddito attivo, contro il 14,6 delle cooperative, il 43,5 delle srl e il 51,2 delle Spa. [r. e. s.] ll presidente del Consiglio Romano Prodi

Persone citate: Romano Prodi