«Soltanto quattro Paesi già in regola per l'Euro» di Stefano Lepri

«Soltanto quattro Paesi già in regola per l'Euro» LE «PAGELLE» DI BAN«ITALIA «Soltanto quattro Paesi già in regola per l'Euro» SUL trucco di bilancio francese per raggiungere i criteri di Maastricht nel '97, anche la Banca d'Italia aveva «dubbi», e il litigio a Bruxelles avrà uno strascico lunedì in una riunione d'emergenza del comitato statistico dell'Unione europea. Ma ormai Parigi il sì l'ha strappato; tocca ora a Roma adoperarsi per ottenere il consenso dell'Europa (nel nostro caso, si spera, preventivo) a «quel paio di trucchetti» promessi da Romano Prodi. L'espediente più probabile sembra al momento la sostituzione dei Bot, man mano che dovranno essere rinnovati, con titoli zero coupon analoghi ai Ctz, i cui interessi si contabilizzano solo alla scadenza. Naturalmente questo scaricherebbe un onere equivalente (di alcune migliaia di miliardi) sui bilanci degli anni successivi al '97, nei quali pure, secondo il «patto di stabilità», i deficit pubblici dovranno restare sotto il 3% del prodotto interno lordo. Altre operazioni, per alcuni aspetti simili a quella francese su FranceTélécom, potrebbero coinvolgere le Ferrovie, le Poste e altre aziende pubbliche. Ma un altro pericolo incombe, sia sulla Francia sia sull'Italia: di non farcela nemmeno con il trucco. Il fattore di incertezza rilevato l'altro ieri dal governatore Antonio Fazio - la crescita del '97 inferiore alle previsioni riguarda anche altri Paesi. 11 contenimento del deficit pubblico entro il parametro di Maastricht poggia su previsioni di sviluppo economico '97 abbastanza alte: per l'Italia 2% (e la Banca d'Italia stima invece 1%, la Confindustria e Prometeia 1,5%, l'Irs 1,2%, il Cer 1,4)%; per la Francia 2,3%, per la Spagna 3%. Da noi un punto di crescita in meno significa, secondo Bankitalia, 0,4-0,5% di deficit in più, per minori entrate fiscali. Un verdetto importante per tutti, per l'Italia in modo particolare, sarà reso noto la settimana prossima con il rapporto dell'Istituto monetario europeo (precursore della Banca centrale che emetterà la moneta unica). Influenzato pesantemente dalla Bundesbank, l'Ime, diretto da Alexandre Lamfalussy sarà probabilmente più severo della commissione di Bruxelles. Nel frattempo, però, la forzatura politica a favore della Francia non ha fatto una cattiva impressione ai mercati, anzi il contrario. Siccome testimonia la determinazione dei governi nel marciare verso la moneta unica, i tassi di interesse sulle valute deboli sono scesi. Stando ai dati raccolti dalla Banca d'Italia nel suo «Bollettino economico», saranno sicuramente già in regola quest'anno con il deficit, tra i 15 Paesi membri dell'Unione europea, il Lussemburgo (che è addirittura in attivo), la Danimarca, l'Irlanda e l'Olanda. In più, anche il governo finlandese, assicura, riuscirà a raggiungere il sospirato 3%. Tutti gli altri saranno al di sopra, ma tutti quanti, tranne la Grecia e la Gran Bretagna, assicurano che saranno in regola nell'anno cruciale per la decisione sulla moneta unica, il '97. Le prossime previsioni ufficiali dell'Unione europea, mercoledì 6, si conformeranno alle volontà dei governi, compreso quello italiano. Economisti e analisti finanziari la pensano diversamente. Pei- Germania e Francia le correzioni ulteriori sarebbero molto meno pesanti che per l'Italia, però nel '98 hi entrambi i Paesi ci saranno le elezioni politiche. In Spagna il governo non ha una maggioranza compatta e la protesta contro le misure di bilancio è vivace. Se i mercati continueranno a essere ottimisti sull'«Euro» nonostante i possibili scostamenti dai parametri, la resistenza della Bundesbank e dell'elettorato tedesco potrà essere superata. Altrimenti la moneta unica rischia di saltare. Stefano Lepri | , a s a a Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

Persone citate: Alexandre Lamfalussy, Antonio Fazio, Romano Prodi