«Vi racconto la prima messa»

E STORIA DI UNA VOCAZIONE «Vi racconto la prima messa» E CITTA' DEL VATICANO RA una giornata grigia e fredda, il 1° novembre del 1946 a Cracovia, quando Giovanni Paolo II ricevette, da solo, l'ordinazione sacerdotale nella cappella privata dell'arcivescovado dal cardinale Adam Sapieha. Si era preparato a quell'avvenimento con un ritiro di sei giorni, sotto la guida di un padre spirituale. Subito dopo sarebbe stato mandato a Roma, a studiare teologia, per due anni. «Ricordo che il giorno prima della sua ordinazione - afferma il cardinale Andrzej Maria Deskur - Karol venne nella mia stanza per domandarmi se non era rischioso ordinare un giovane chierico e mandarlo subito dopo all'estero. Gh' risposi: "Il Signore non corre mai nessun rischio perché tiene tutto in pugno, te compreso"». Era la prima tappa di una strada scelta da Wojtyla durante la guerra; una strada rischio- sa, che l'aveva portato a vivere in clandestinità, nell'arcivescovado, sotto l'occupazione nazista. Una situazione doppiamente illegale. Infatti Karol Wojtyla e i suoi compagni, una decina, se fossero stati scoperti dai tedeschi, sarebbero stati giudicati disertori dal posto di lavoro. Soprattutto, il Terzo Reich aveva proibito l'esistenza dei seminari. Il cardinale decise, a un certo punto, che i giovani seminaristi clandestini indossassero la tonaca. «Quindi, senza alcuna cerimonia religiosa - ha scritto Mieczislaw Malinski, sacerdote compagno di seminario di Wojtyla e suo amico ognuno di noi ricevette la sua talare, donata da qualche prete generoso. La mia mi stava larga ed era impregnata di odore di tabacco. D'altra parte, anche Karol si sentiva piuttosto a disagio in una tonaca non sua. A lui continuava a saltar fuori, lungo il collo, il colletto inami- dato, trattenuto di dietro con un fermaglio di metallo». Karol Wojtyla venne ordinato sacerdote con qualche mese di anticipo sui suoi compagni. Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, due prelati che attualmente sono cardinali, Deskur e Macharski, un altro che ha preso il posto di Wojtyla come arcivescovo di Cracovia, Malinski, e qualche altro amico. Di parenti, il giovane Karol non aveva che una zia, anch'ella presente nella cappella privata di Sapieha. Né sua madre né il fratello maggiore né il padre erano più in vita, per assistere a quel momento fondamentale della vita del futuro Giovanni Paolo II. Fu una cerimonia carica di solennità e di malinconia. Il giorno seguente il neoordinato Karol Wojtyla, un ragazzo lungo e magro, celebrò la sua prima Messa; Malinski serviva da chierichetto, mentre un in- segnante guidava i suoi primi passi da prete. Era nella cattedrale di Wawel, la fortezza sulla collina di Cracovia, un luogo sacro della storia e della leggenda polacche. Don Wojtyla celebrò la sua prima Messa nella cripta di San Leonardo, che custodisce i sarcofaghi dei re e degli eroi nazionali polacchi. Un luogo dotato di una fortissima carica simbolica; ed è persino troppo facile, adesso, attribuire a questa circostanza un significato speciale: quelle mute presenze «ricordavano - afferma il cardinale Deskur -, al padre Wojtyla la storia del cristianesimo polacco, e simboleggiavano il suo radicamento nella storia. Gli siamo grati che da Papa ci ricorda sempre la nostra genealogia cristiana». Altre due Messe, quel giorno, Wojtyla le disse all'altare di S. Stanislao, martire polacco e vescovo di Cracovia. [m. tos.] Nella foto in alto il Papa benedice la folla durante la messa di ieri Sopra, assieme al presidente Oscar Luigi Scalfaro Sotto Wojtyla nel 1949

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Cracovia, Roma, San Leonardo