Michigan, il talk show va alla sbarra

Michigan, il talk show va alla sbarra Michigan, il talk show va alla sbarra Uccide un gay dopo i complimenti in televisione NEW YORK NOSTRO SERVIZIO C'è un processo in corso a Pontiac, nel Michigan, in cui il dubbio principale non è quello solito, cioè se l'imputato sia colpevole o innocente, ma addirittura «chi» debba essere il reale imputato. Quello ufficiale è un reo confesso. Si chiama Jonathan Schmitz, ha 25 anni ed ha già ammesso che nel marzo 1995 ha ucciso un suo coetaneo di nome Scott Amedure. Ma a porre dubbi sulla sua effettiva responsabilità dell'accaduto ci sono le circostanze in cui il suo delitto fu consumato. Schmitz, infatti, tre giorni prima era andato a una di quelle trasmissioni televisive «spazzatura», in cui si gioca con i sentimenti delle persone per fare audience, e lì era stato messo di fronte a una «rivelazione» che non si aspettava proprio: Scott Amedure, non un suo amico ma piuttosto un co¬ noscente, aveva candidamente confessato di sentire verso di lui una forte attrazione omosessuale. Che cosa sia accaduto esattamente non si sa, perché non erano in diretta, e quella puntata del «Jenny Jones Show», dal nome della conduttrice del programma, che doveva andare in onda qualche giorno dopo, in realtà non è mai stata trasmessa. Ma dal processo è risultato che dopo la sua confessione Amedure non aveva avuto remore nel descrivere con dovizia di particolari - incoraggiato dalla conduttrice - tutte le fantasie cui si sarebbe abbandonato, se solo l'oggetto dei suoi desideri avesse accettato di finire in un letto con lui. Per Jenny Jones e i «producer» del programma quella puntata era riuscita proprio bene. Certo, forse aveva creato qualche problema a Schmitz, ma la sua «spontanea autenticità» nel reagire alla confessione di Amedure era stata tale che sicuramente l'audience ci avrebbe guadagnato, con grande gioia degli inserzionisti pubblicitari, che sarebbero stati ancora più pronti a sborsare i loro soldi. Sennonché Schmitz, mentalmente instabile, non era in grado di «superare» i problemi che la partecipazione allo show gli aveva creato. Dopo esattamente tre giorni uccise Scott Amedure. Fu arrestato, naturalmente, e ora il processo si sta svolgendo. Ma i suoi avvocati si stanno battendo per ottenere che venga riconosciuta anche la responsabilità di coloro che gli hanno teso l'«imboscata televisiva», e così facendo hanno toccato un tasto delicatissimo: fino a dove può arrivare la libertà di quelle trasmissioni? Fino a che punto si possono provocare i malcapitati che vi partecipano? Ieri a deporre è stata chiamata la stessa «stella» del program¬ ma, Jenny Jones, che è apparsa bionda e piacente come sempre ma decisamente meno sicura di come i telespettatori (che hanno potuto seguire il suo interrogatorio in diretta, su un canale chiamato Court tv) sono abituati a vederla. Lo «sviluppo» che quella puntata del marzo scorso ha avuto - ha detto - è stato «molto triste», ma lei non ha colpe. Non è lei a «preparare» i partecipanti al programma e quindi non è in grado di dire se Schmitz sapesse a cosa andava incontro o no. Lei però ha molto insistito nel far descrivere ad Amedure le sue fantasie sessuali, l'ha attaccata l'avvocato. «E' il mio mestiere», è stata la sua risposta. Ma poi non le è venuto da pensare che forse, con una maggiore misura, la tragedia poteva essere evitata?, ha insistito il legale. E 1p; candidamente: «Non so di che sa stia parlando». Franco PaniareMi

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