Microchip, venticinque candeline per un mito di Fabio Galvano
Microchip, venticinque candeline per un mito ELETTRONICA Il padre della «cimice»: «Se ci penso, è già preistoria. Soldi? Il brevetto appartiene alla Intel» Microchip, venticinque candeline per un mito Nel novembre '71 nasceva in California il «4004» di TedHoff LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' l'uomo che ha cambiato il mondo, anche se lui preferisce smitizzarsi precisando: «Non più di chi inventò il tam-tam nella giungla». Ted Hoff è l'uomo che ha messo il personal computer sulle nostre scrivanie, il protagonista della grande rivoluzione elettronica e multimediale: 25 anni fa - novembre 1971 - inventò il microprocessore, la «cimice» di silicio capace di un processo logico, il cuore dei pc ma anche di fax, stereo, videoregistratori, modem, strumenti musicali e sistemi di navigazione per aerei e di gestione elettronica per i motori d'auto. C'è poco, oggi, che possa funzionare senza un chip il cui antenato è l'ormai mitico «4004». Oggi il «Pentium-Pro» della Intel, ultimo nato della casa americana che domina il settore fornendo 1*85 per cento dei microprocessori, contiene 5 milioni di transistor contro i 2300 del «4004» e fa 300 milioni di operazioni al secondo contro le 60 mila che, dice Hoff, «parevano già un miracolo». Ammette che una tale rivoluzione non se l'aspettava: «Si pensava a una produzione di qualche decina di migliaia di pezzi, non le centinaia di milioni che l'industria assorbe oggi». Ricercatore di tecnologia dei semiconduttori all'università di Stanford, Hall era entrato in una Intel allora agli albori, formata da 12 persone (oggi dà lavoro a 44 mila); e la nascita del microprocessore, dice, «fu quasi casuale». «Una ditta giapponese, la Busicom, ci chiese di disegnare una serie di chip per un calcolatore program- mabile», ricorda Hall: «La conformazione originale prevedeva 12 chip, ma più andavo avanti più mi rendevo conto dell'inutile complessità di quell'esercizio. Anziché produrre un chip per ogni funzione, mi domandai, non sarebbe stato possibile crearne uno solo, di tipo logico, che a seconda della funzione richiamasse le istruzioni da una memoria contenuta nel silicone?». Invece di un chip per ogni singolo lavoro, nasceva quello in grado di svolgere ogni calcolo per cui fosse programmato. Il resto è storia. Il mondo dei microprocessori, secondo Gordon Moore che fu uno dei fondatori della Intel e oggi ne è presidente, riesce a raddoppiare ogni 24 mesi il numero dei transistor hi un singolo chip. E Hoff ne cita una battuta ormai celebre: «Se l'industria automobilistica fosse avanzata con la stessa rapidità di quella dei semiconduttori, una Rolls-Royce farebbe 200 mila chilometri con un litro e sarebbe più economico gettarla che parcheggiarla». Oggi Ted Hoff, 59 anni, è tornato al campo della ricerca pura con la Teklicon; e nella sua casa di Los Altos Hills, dove abita con la moglie Judy poco fuori San Francisco, ha un garage attrezzato a laboratorio, per i «giochi» che lo hanno sempre appassionato. Non è miliardario («il bievetto era della società») ma a differenza di molti pionieri il suo merito fu riconosciuto anche a suon di dollari, come quello di suoi due stretti collaboratori: Federico Faggin, l'italiano incaricato della fabbricazione del prototipo, e Stanley Mazor. Fabio Galvano Un ricercatore al lavoro: ogni 2 anni le «cimici» elettroniche raddoppiano il numero di transistor accumulabili in un singolo chip
Luoghi citati: California, Londra, San Francisco
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