Intini: volano insieme ma hanno idee diverse di Alessandro Mondo

Intini: volano insieme ma hanno idee diverse Intini: volano insieme ma hanno idee diverse aUESTA mattina non ci sarà un sedile riservatola Ugo Intjpijul v$p<763 dejla Tunis Ajr. Né su quello Alitalia ih partenza più tardi, all'una e venti. La conferma è arrivata ieri - alla vigilia della trasferta tunisina - smentendo non solo quanti davano per scontata la sua presenza all'imbarco ma anche chi lo voleva nel ruolo di organizzatore del rendez-vous con Bettino Craxi. Paradossalmente, proprio quando si concretizza la possibilità di partire con i superstiti della «diaspora socialista» alla volta di Hammamet - riscattando anni di visite individuali, alla spicciolata - l'ex direttore dell'Avariti, il fedelissimo dell'ex segretario del Garofano resta a terra, insieme a coloro che non sono stati invitati o che comunque avrebbero declinato l'invito. Come i dirigenti del Si (da Enrico Boselli a Ottaviano Del Turco), il «traditore» Giuliano Amato, l'ex Delfino Claudio Martelli, gli ex ministri Formica e Signorile. Non solo. Ma dopo essersi premurato che le agenzie abbiano dato con sufficiente chiarezza la notizia della sua non partecipazione, rifiuta di rilasciare dichiarazioni. Su tutta la linea. Eppure di interrogativi, di conti che non tornano in questa faccenda ce ne sono più di uno. Verrebbe da chiedergli se è vero che ha incontrato Craxi da solo, qualche giorno fa. E perché non ha ritenuto opportuno accompagnarsi alla comitiva di «Hammamet express», privilegiando una visita individuale. Non sembra raccogliere nemmeno le accuse mossegli da Paris Dell'Unto sui giornali di ieri. «Molti compagni, a cominciare da Intini, avrebbero voluto che Craxi non mettesse il cappello sulla nuova federazione», aveva buttato lì Dell'Unto, tra i partecipanti alla rentrée. Salvo rincarare la dose: «Ugo ci ha detto che il 90% del Paese non ne vuol sapere dì Craxi, ma io gli ho risposto che noi dobbiamo puntare all'altro 10%». Verità o menzogne? Improvviso cambiamento di linea dapartejli un «compagno» che per anni ha difeso lancia m resta il leader decaduto o veleni di una guerra per bande che la comune nostalgia per i bei tempi andati non basta ad attutire? Di certo il brusco silenzio di Intini - lo stesso che in una intervista della settimana scorsa si poneva come obiettivo «non la realizzazione di un piccolo partitino, con la sua nomenklatura, ma di una grande area socialista», che denunciava con forza la dinamica «sudamericana» del «golpe giudiziario» scatenato in Italia - non aiuta a capire. «I conti con Craxi li deve fare fl. Paese, non soltanto noi», aveva risposto a chi gli domandava se la figura dell'ex leader del Garofano non fosse diventata troppo «ingombrante» anche per lui, per tutti coloro che aspirano a raccogliere l'eredità del vecchio psi restituendogli la dignità di un soggetto politico attivo. E' un silenzio un po' irreale, questo di Intini. E lui sembra accorgersene, motiva il susseguirsi dei «no comment» con il desiderio di prendere tempo per studiare, per capire meglio. Capire cosa? «Quello che accadrà nei prossimi giorni, come evolverà questa cosa - si limita a dire fra i denti -. Parlerò quando la situazione si sarà chiarita». Ma cosa c'è da chiarire nel rendez-vous ufficiale di qualche decina ni ex socialisti con il loro punto di riferimento di tutti questi anni, non è una sola la «lettura» che si può dare a un'iniziativa di questo genere? «Bisogna capire quali sono le motivazioni di ciascuno, perché non si sono mossi tutti per la stessa ragione. Anche per questo non mi sento di parlare, prima voglio appurare la situazione. Quando mi sarò fatto un'idea parlerò di tutto, anche dell'incontro che ho avuto con Craxi». Alessandro Mondo

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