Zanussi, salta la «pax svedese» di Francesco Bullo

Zanussi, salta la «pax svedese» Zanussi, salta la «pax svedese» Il gruppo vuole portare un impianto in Ungheria ROTTE LE TRATTATIVE SALTA il «modello partecipativo» che il gruppo Zanussi, per primo in Italia, aveva avviato fin dal 1984. Dopo la rottura delle trattative con il sindacato, sul «piano» per il rafforzamento competitivo, la Electrolux Zanussi ha infatti disdettato tutti gli accordi di partecipazione aziendale ed ha avviato la procedura per mettere in cassa integrazione, dal 1° dicembre, circa 500 dei 15 mila dipendenti del gruppo. A queste conclusioni si è giunti la notte scorsa dopo l'incontro con la delegazione Firn, Fiom, Uilm che si è svolto presso l'Assindustria di Treviso. Il nodo principale della vertenza, che si trascina da cinque mesi, è la posizione di 200 impiegati che la Zanussi considera in esubero e di 300 operai che vuole passare a nuove mansioni. Per gli impiegati l'azienda ha proposto «strumenti morbidi» (ricollocazione presso altro datore di lavoro, trasferimento ad altre unità del gruppo, dimissioni incentivate, passaggio ad attività operaie nello stesso stabilimento); per gli operai, oggi adibiti a mansioni «indirette», è invece stato prospettato il passaggio al lavoro diretto in linea di montaggio. «Il rifiuto del sindacato ad accogliere le proposte - sostiene la Zanussi - ha portato all'interruzione del confronto e l'azienda ha considerato l'atteggiamento di totale indisponibilità del sindacato come una vera e propria sconfessione del modello di relazioni industriali partecipative adottato nel gruppo da molti anni». Secondo la Zanussi l'irrigidimento di Firn, Fiom e Uilm l'altra notte si è sommato ad «una serie sistematica di aggressioni alle regole e allo spirito della partecipazione verificatesi a livello di stabilimento negli ultimi mesi - da Susegana (dove nei giorni scorsi i lavoratori avevano bocciato un accordo tra azienda e sindacati, ndr) a Porcia, da Solaro a Mei - e, infine, ora anche al rifiuto da parte sindacale di dare adempimento al¬ la "revisione costituzionale" dello stesso sistema della partecipazione, pur prevista dagli accordi sottoscritti». Per tutta risposta i sindacati accusano l'azienda di aver confermato «notarilmente» la decisione presa a Stoccolma da Electrolux di «dismettere l'unità produttiva di Peschiera Borromeo, di trasferire le produzioni in Ungheria e di voler applicare il piano sociale per la gestione morbida dei 106 eccedenti (che non rientrano nei 500 per i quali viene chiesta la "cassa") soltanto dopo l'accettazione da parte del sindacato e dei lavoratori della chiusura del sito». Firn, Fiom, Uilm concludono: «La Zanussi non può, nè ora né mai, essere gestita attraverso non più proponibili pratiche consociative che considerano buono il sindacato solo se accede supinamente alle scelte unilaterali dell'azienda». Francesco Bullo

Persone citate: Mei

Luoghi citati: Italia, Peschiera Borromeo, Porcia, Solaro, Stoccolma, Susegana, Treviso, Ungheria