«Vogliono un impero tutsi» di Marco Tosatti

«Vogliono un impero tutsi» «Vogliono un impero tutsi» Dietro la guerra Uganda e americani MISSIONARIO ACCUSA CCITTA' DEL VATICANO HE cosa c'è dietro la tragedia zairese? Secondo Padre Giulio Albanese, missionario comboniano, esperto della zona dei Grandi Laghi, e del Sudan, nella crisi di questi giorni «c'è un disegno di Museveni, il presidente ugandese, di realizzare una repubblica federale che unisca Uganda, Rwanda e Burundi: un impero tutsi. E questo è possibile nella misura in cui si eliminano tutti quegli hutu che si ostinano a voler rientrare in patria»; Gli hutu rappresentano la maggioranza della popolazione sia in Rwanda che in Burundi, e i Tutsi «stanno portando avanti una politica di pulizia etnica, che è un disegno demenziale. Stanno sterminando donne, vecchi e bambini. Se continuano di questo passo li faranno fuori tutti. Però gli americani, e altre diplomazie occidentali, gli stanno dando appoggio in chiave anti-Mobutu e antiFrancia». Giulio Albanese ha trascorso molti anni in Uganda, in Kenya e ha viaggiato frequentemente in Sudan nelle zone di guerra. Fino a poco tempo fa era direttore di «New People», la rivista comboniana in Africa; si trova in Italia per motivi di salute. Sull'uccisione del vescovo di Bukavu ha una teoria: «In queste ultime settimane ha parlato molto, svelando il complotto filo-tutsi contro i rifugiati. Ha detto: questi tutsi Banyamulenge non sono zairesi, come tutti si ostinano a dire, ma sono ugandesi, fondamentalmente ugandesi». E forse proprio per questo, per aver rivelato la mano di una «potenza» regionale negli eccidi nei campi profughi è stato eliminato. La zona dei Grandi Laghi, dice Albanese, è la linea di demarcazione fra interessi francesi e americani. «In sostanza dietro i tusti, Buyoya, Paul Kagame e Museveni ci sono gli Stati Uniti. Ora c'è chi vuole affermare gli interessi anglofoni nella regione. Questi tre paesi sono strategicamente importanti, perché potrebbero rappresentare il trampolino di lancio verso lo Zaire, che è un feudo francese, particolarmente ricco di risorse naturali». Museveni ha sangue tutsi nelle vene: e Paul Kagame, il leader rwandese, «era il capo della Sicurezza di Museveni nell'Esercito Nazionale di Resistenza ugandese. Non parla quasi francese, ma parla benissimo l'inglese. Stiamo assistendo a un dramma allucinante: è il primo conflitto regionale africano. Fino ad ora i conflitti, se si eccettua il caso della guerra dell'Ogaden, fra Somalia ed Etiopia, e comunque di basso profilo, erano guerre civili. Qui rischia di scoppiare la prima guerra regionale fra Stati in Africa. Se la comunità internazionale non fa qualcosa, si rischia una vera catastrofe». Marco Tosatti