In prima l'opera-testamento del compositore scomparso di Leonardo Osella

LINGOTTO LINGOTTO HARMONIES DI CASTIGLIONI In prima l'opera-testamento del compositore scomparso u N musicista schietto, genuino: spiritualmente apparteneva a un'altra epoca. Credeva nelle sue opere e non scendeva a compromessi. Il suo stile, sicuramente moderno ma non astruso, è inconfondibile e di pronta comunicatività». Il direttore artistico dell'Orchestra Rai, Sergio Sablich, non immaginava certo, quando inserì nel cartellone «Les Harmonies» di Niccolò Castiglioni in prima mondiale, che quella esecuzione sarebbe diventata un «in memoriam». Il compositore milanese è scomparso in settembre, a 64 anni, dopo avere lasciato una ricca messe di opere che ne rivelano lo stretto rapporto artistico soprattutto con Anton Webern e Igor Stravinskij, all'insegna - come ha sottolineato Renzo Cresti - «dei concetti di semplicità e innocenza, umiltà e naturalezza». Queste «Harmonies», in 18 parti, che giungono ora a coronamento postumo di una vita spesa al servizio dell'arte più alta, riporteranno Castiglioni tra il pubblico nel terzo appuntamento sinfonico della stagione al Lingotto, in programma giovedì 31 ottobre alle 20,30 e venerdì 1° novembre alle 21. Come in molti altri lavori, il compositore ha tratto spunto da un testo mistico, un genere di letture e di studi da lui coltivato fin dalla giovinezza e che abbraccia San Bernardo e San Bonaventura, Enrico Suso e Sant'Anselmo, Francesco Bacone e Biagio Pascal, e altri ancora. In questo caso si tratta del poeta secentesco Johann Schef fler di Breslavia, meglio cono- Nella foto piccola qui a fianco, Niccolò Castiglioni, il compositore scomparso 10 scorso settembre A destra (foto grande), 11 maestro Roberto Abbado che dirigerà l'Orchestra della Rai In basso, Vienna, una delle «città della musica» sciuto con il nome di Johannes Angelus Silesius, da lui assunto a 29 anni nell'atto di ricevere il battesimo cattolico. Non è la prima volta che questo poeta, noto anche per la sua combattività in campo dottrinale, funge da supporto letterario per Castiglioni: già nel 1990-91, per le due parti di «Cantus Planus», erano stati utilizzati passi del «Pellegrino Cherubico», una raccolta di epigrammi in 1665 distici alessandrini. Per «Les Harmonies», diventata operatestamento, il musicista ha previsto un'orchestra di vasto impianto, anche se gli strumenti intervengono per lo più a famiglie o a gruppi cameristici. Spicca il canto di un soprano leggero - per l'occasione sarà Anna Maria Pammer - impegnato da solo in brani che si alternano antifonalmente con l'orchestra, salvo che nell'ultimo dove voce e suoni si uniscono. Innumerevoli le suggestioni, fantasiosi gli spunti: dal gelo del ghiaccio al minuetto rococò, da scene di giardino alle sensazioni tattili della buccia di mandarino. Il tutto in un'aura che lo stesso Castiglioni, nei suoi appunti per l'esecuzione, ha definito di «leibniziana armonia». Sul podio ci sarà Roberto Abbado, che a fine serata affronterà la «Sinfonia n. 4 in re mi¬ nore op. 120» di Schumann. E' un lavoro sofferto, composto nel 1841 e, dopo il non esaltante successo della «prima», tenuto a «maturare» per dieci anni prima di trovare l'assetto definitivo. Il musicista la definiva «Fantasia Sinfonica», e non soltanto per gli influssi dei poemi sinfonici allora in voga, ma per la ricca elaborazione che segna i quattro movimenti attorno a un richiamo tematico ciclico. Rilevante il ruolo solistico del primo violino, con le fioriture e le volute del secondo tempo, non a caso definito da Schumann «Romanza». Leonardo Osella

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