Ogni mosca porta milioni di batteri

Ogni mosca porta milioni di batteri Ogni mosca porta milioni di batteri UNA volta tanto lasciamo da parte gli animali esotici e parliamo invece della comunissima mosca. Invadente, noiosa, perfino pericolosa, esteticamente poco attraente: che cosa avrà mai di interessante? Ebbene, i curiosi delle mosche non sono solo scienziati, come dimostra un lettore di Tuttoscienze con le sue domande. A lui e a tutti quelli che come lui si interrogano sui comportamenti della mosca domestica questo articolo tenta di rispondere. Chissà se il lettore appartiene a quelle generazioni che si difendevano dalla mosche con la carta moschicida appesa al soffitto, quando questi insetti nella tarda primavera incomincia¬ vano a invadere le case e, a mano a mano che il caldo cresceva, riempivano a nugoli soprattutto la cucina, posandosi sui cibi, sul tavolo, sulle persone, e non c'era scacciamosche che ti liberasse dal fastidio: per una che eliminavi, altre comparivano al suo posto, come le teste del drago ucciso dal sarto ammazzasette, che di mosche se ne intendeva. Poi venne il Ddt, ma per ogni mosca abbattuta il prezzo fu molto salato sotto forma di inquinamento e di ceppi di mosche Ddt resistenti. Lo sostituirono nuove generazioni di insetticidi e altrettante forme resistenti, finché si ricorse alla strategia di fare «terra bruciata». Che nel caso delle mosche consiste nell'occultare o distruggere i cumuli di immondizia, letamai, escrementi animali e umani, e sostanze organiche in putrefazione: la nursery ideale per ogni mamma mosca dove crescere la progenie, per via del calore sviluppato dai processi putrefattivi, dell'umidità che di solito caratterizza questi ambienti e del cibo che le sostanze organiche forniscono. E poiché si tratta di femmine molto prolifiche, trovare o no il luogo adatto dove deporre le uova fa una certa differenza. Una femmina fecondata depone circa ogni due giorni un pacchetto di 120-150 uova per un totale di duemila. Lo sviluppo delle uova a insetto alato passa attraverso una larva, un bruco di colore bianco senza zampe e lungo nel massimo sviluppo 12 millimetri, che subisce due mute. Il processo è tanto più veloce quanto più elevata è la temperatura: 8-10 giorno a 35 gradi; 45-50 a 16 gradi. A tre giorni di vita una femmina adulta è in grado di iniziare la sua vita sessuale: fatti i dovuto calcoli, una sola femmina che incominci a deporre alla metà di aprile anche solo un centinaio di uova ottiene alla conclusione dell'estate, dopo cinque mesi, quattromila trilioni di discendenti. Per fortuna i predatori ne fanno stragi; tuttavia questi dati danno un'idea di come mai quando si parla di mosche si usano sostantivi quali legioni, nugoli e così via. Nelle zone temperate tutto finisce con l'estate, quando a ottobre gli adulti dell'ultima generazione si rintanano nei recessi freddi e bui delle nostre abitazioni e lì passano l'inverno senza toccare cibo. Pochi riescono però a scampare all'ecatombe provocata dalYEmpusa muscae, il fungo che cresce sui loro corpi inerti coprendoli di una bianca coltre di microscopici corpi riproduttivi. Ma la lotta alle mosche non sarebbe giustificata se fossero soltanto noiose. In realtà sono soprattutto insetti pericolosi. Infatti, se gli escrementi e i materiali organici in decomposizione costituiscono il luogo ideale dove deporre le uova, sono anche il posto ideale dove caricarsi di parassiti. Aggiungeteci la straordinaria mobilità dell'insetto e vi è subito chiaro come è velocissimo il passaggio dalle immondizie alle tavole imbandite. La mosca è campione di volo fra gli insetti con 200 battiti di ali al secondo e cambi veloci di direzione dovuti probabilmente a differenti frequenze di battiti fra le due ali. Virus, batteri, protozoi, uova e larve di vermi quali tenia e ossiuri ringraziano la mosca per l'efficiente servizio di trasporto, quando attaccati ai peli delle sue zampe vengono trasferiti sui nostri cibi o sulle labbra e gli occhi di persone addormentate. Senza contare quelli che si trasferiscono via apparato digerente dell'insetto, grazie alla sua peculiare modalità di assumere il cibo e di espellere i rifiuti. Le mosche si nutrono succhiando cibi in forma liquida con la proboscide che caratterizza il loro apparato boccale. I cibi solidi vengono sciolti dall'insetto con l'emissione di gocce di saliva, ovviamente cariche di un bel po' di batteri. Poi, dopo aver fatto una gran scorta di cibo nell'ingluvie, la mosca lo rigurgita per passarlo alla parte dell'intestino dove avviene la digestione, rivelandosi in un certo senso il ruminante del mondo degli insetti. L'operazione di rigurgito comporta più volte l'emissione di gocce dalla proboscide e quindi può essere ancora una volta veicolo di germi infettivi. Se invece transitano attraverso l'intestino, i parassiti vengono espulsi vivi con le deiezioni puntiformi che l'insetto depone con notevole frequenza, anche una ogni 5 minuti. E dal momento che una mosca può trasportare fino a 26 milioni di batteri, è chiaro che sia le larve sia l'insetto adulto possono diffondere pericolose malattie: tubercolosi, tifo e altre infezioni intestinali, poliomielite, tracoma, colera e lebbra tanto per citarne alcune. Se non fossimo le vittime, tanta efficienza avrebbe tutta la nostra ammirazione. Maria Luisa Bozzi OGNI anno sono circa 5000 gli italiani che per la prima volta si ammalano di rettocolite ulcerosa, una malattia di causa ignota che colpisce il colon, cioè l'ultimo tratto dell'intestino. Alla base di questa malattia sta una disfunzione dell'abbondante tessuto linfatico del colon. In risposta a stimoli probabilmente innocui per individui non predisposti, i globuli bianchi locali producono una forte reazione infiammatoria, alla quale seguono alterazioni della motilità intestinale, ed essudazione di siero e sangue dalle cellule. Per il malato il sintomo corrispondente è la diarrea ematica, un disturbo al quale la maggioranza dei pazienti dovrà abituarsi, in quanto caratteristiche della rettocolite ulcerosa sono la tendenza a ricadere e a cronicizzare. Essendo una malattia dalla causa ignota e con base prevalentemente infiammatoria, la rettocolite ulcerosa è stata trattata tradizionalmente con il cortisone, sostanza ormonale prodotta dalle ghiandole surrenali dotata di spiccato potere anti-infiammatorio.

Persone citate: Maria Luisa Bozzi