Dilettanti di astronomia alla riscossa

Dilettanti di astronomia alla riscossa Dilettanti di astronomia alla riscossa Ormai fanno ricerche (e scoperte) a livello professionale GLI astrofili italiani, cioè gli appassionati di astronomia, hanno tenuto il loro congresso annuale a Cittadella, nel Padovano. Un convegno senza clamori e senza inviati speciali - come avviene, invece, per gli astrologi e gli ufologi, banditori di pronostici e di fiabe che «si vendono bene». Ma un convegno utile e produttivo, non foss'altro che per lo scambio di esperienze che si realizza fra i vari gruppi e i ricercatori che si occupano di argomenti comuni: e oggi se ne occupano non soltanto con la passione di chi abbraccia quest'hobby ma anche, in vari casi, con mezzi d'indagine tali da offrire risultati interessanti e talvolta confrontabili con ciò che ottengono i professionisti. Gli astronomi che lavorano nei 12 Osservatori statali e negli Istituti di alcune Università non sono molti e non possono dedicarsi a tutte le ricerche, a parte le difficoltà e i vincoli creati loro dal crescente inquinamento luminoso, una piaga di cui - al solito - il nostro Paese si sta accorgendo in ritardo. I più operano in lontane stazioni del Cile, degli Usa, delle Canarie (dove è stato inaugurato da qualche mese il telescopio «Galileo»), che offrono condizioni privilegiate di osservazione; e i loro Istituti di massima non hanno molto tempo e personale da dedicare alla divulgazione di cui, fra il pubblico medio, v'è crescente richiesta. Tutto ciò lascia ampi spazi all'azione degli astrofili, che non solo scoprono pianetini, comete, esplosioni di supernove in lontane galassie, ma armati dei loro Ccd (intensificatoli d'immagine che hanno molto esteso le possibilità della fotografia celeste) ot¬ tengono coi loro modesti telescopi risultati paragonabili a quelli degli strumenti professionali, per esempio nel campo della fotografia planetaria. Abbiamo visto e applaudito, a Cittadella, immagini del pianeta Giove ottenute da un ben attrezzato gruppo fiorentino: Leo-QuarraSarocchi. E citiamo un esempio solo. Pure a livello didattico e divulgativo esistono molti gruppi di amatori (se ne contano 150 circa, in tutta Italia) che lavorano intensamente e bene, con pochi appoggi locali, offrendo al pubblico mostre, sedute di osservazione in piazza, conferenze, corsi completi, gestione di Planetari (dove ci sono); e alle scuole interventi ben mirati e di solito sollecitati e graditi. Tutto ciò, peraltro, viene da iniziative locali, piuttosto che dall'Unione nazionale (Uai), che Un gruppo di astrofili associati nell'Uai in visita a una cupola dell'Osservatorio di Asiago raggruppa attualmente poco più di 900 soci: pochi, rispetto alla realtà molto più consistente degli astronomi non professionisti, sicuramente parecchie migliaia, a cui si indirizzano ben quattro pubblicazioni divulgative, compresa quella della stessa Uai, che si chiama «Astronomia» e viene spedita gratuitamente ai soci. Pubblicazioni di solito ben fatte e, le tre che vanno in edicola, apprezzate da varie migliaia di lettori. I gruppi di astrofili più nu¬ merosi restano quelli del Nord, Lombardia e Veneto soprattutto, ma si vanno diffondendo ovunque, in Sicilia ce n'è una dozzina. Perché, in tanto fervore d'attività, l'Uai non cresce? Per il particolarismo dei vari gruppi, ma anche perché sinora è stata scarsamente pubblicizzata dai mass media. Gabriele Vanin, nuovo presidente feltrino, ha promesso di muoversi più efficacemente in tal senso, promuovendo ini¬ ziative nazionali e offrendo collaborazione al ministero della Pubblica Istruzione. Questa modesta apertura, peraltro, trova diffidenti e reticenti alcuni soci delle sezioni di ricerca, che evidentemente vedono l'Uai come un circolo chiuso, una pianticella («un bonsai», si è detto) da tenere al riparo da ogni spiffero. Un punto di vista non soltanto sbagliato ma inspiegabile. Luigi Prestinenza

Persone citate: Gabriele Vanin, Luigi Prestinenza

Luoghi citati: Asiago, Cile, Italia, Lombardia, Sicilia, Usa, Veneto