L'ORCO SUPERMERCATO SI MANGIA LA LIBRERIA di Ferdinando Albertazzi

I RAGAZZI I RAGAZZI di Ferdinando Albertazzi NELLO zainetto metti un rospo, un piccolo turchese grezzo, un ciuffo di prezzemolo e un mazzetto di fiori di menta piperita. Non sarà un equipaggiamento da specialista, però hai almeno l'essenziale per neutralizzare gli spettri. Come, lo raccontano Francesca Lazzarato e Donatella Ziiiotto in Manuale del Cacciatore di Fantasmi (Salani, pp. 116, lire 12.000), una documentata e sorridente incursione tra i «senza corpo» che dal tempo dei tempi spaventano, terrorizzano o magari divertono. Lo consigliamo a chi vuole provarsi; ma non lo siamo un po' tutti, per qualche verso, dei cacciatori di fantasmi? Accanto agli spettri che appaiono al lugubre suono di campane a morto, c'è la Bella Imbriana, che regala a qualche fortunato napoletano i numeri di un terno secco. Mentre, in Inghilterra, fantasmi burloni ne combinano d'ogni fatta a chi prendono di mira. Questa «mappa dell'oltretomba» è di conseguenza articolata per generi e per aree geografiche: difatti non è detto che il prezzemolo sia, dappertutto, un «disinfantasmatore» più efficace della buccia d'arancia. L'ORCO SUPERMERCATO SI MANGIA LA LIBRERIA Inchiesta sugli sconti:della grande distribuzione MILANO librai protestano: Giuliano Amato, presidente dell'Antitrust, ha tolto collare e catena all'orco cattivo, cioè al supermercato. Il collare è il prezzo dei libri, che adesso è tornato libero, può toccare gli sconti che si vuole, mentre prima no, prima c'era l'accordo - fra i librai e la principale società che fornisce libri ai supermercati, la Mach 2 - di non sfondare il 10%. Sono stati gli stessi supermercati a strillare, ad avanzare un esposto ad Amato, perché secondo loro quell'accordo era una cappa che impediva la libera concorrenza. E hanno vinto. Amato gli ha dato ragione. Morale: l'orco-supermercato, con sconti medi del 20%, pare si mangi le bambinelle-librerie. I librai sono nei pasticci come gli altri commercianti: tutti strangolati dalla grande distribuzione. Allarme, fermento, appelli a Veltroni. Il dibattimento è in corso. Eccone le voci. L'indice dell'accusa è di Francesco Flaccovio, che guida le circa 1500 librerie e cartolibrerie dell'Ali: «Rischiamo di perdere gli incassi più sostanziosi, quelli dei b gpqbestseller, bruciati dai supermercati. Il nostro equilibrio economico salta. Come facciamo a tenere gli altri titoli di poca o pochissima vendita? Una libreria o riduce le sue scelte, o si specializza (ma che ci fa una libreria specializzata a Canicattì?), oppure chiude». Un'altra voce accusa, quella dei 160 piccoli editori riuniti nell'Aipe. Dice il loro presidente Enrico Iacometti, dell'Armando Armando: «Se le librerie riducono gli acquisti, chiudiamo pure noi, che non abbiamo accesso né ai supermercati né ad altri canali come le vendite rateali o per corrispondenza. Chi ci comprerà più i libri? Addio all'editoria coraggiosa, innovativa, di ricerca. Si va verso la standardizzazione della lettura e della cultura». Tocca alla difesa. Sulla scena sale per prima la Faid, la federazione che riunisce tutta la grande distribuzione. «Il margine di guadagno medio per un supermercato, dall'acqua minerale ai biscotti, si aggira sul 15% - dice Sonia Augenti, della Faid -. Su ogni cento lire del prezzo di copertina di un libro, il margine per tutti, supermercati e librai, va invece sul 40%: noi portiamo sul libro lo stesso margine medio di guadagno, e il guadagno a cui rinunciamo diventa sconto, a tutto vantaggio del consumatore». Altre voci di difesa. Per Gloria Bagdadli, della società distributrice Mach 2 (controllata da Mondadori, Rizzoli, De Agostini e Messaggerie), non è solo lo sconto che spinge a comprare un libro nella grande distribuzione, ma è soprattutto il rapporto che lì si crea con il prodottolibro, vestito ed esibito in modo particolare. E Vieri Camarlinghi, della Ebs {controllata da Giunti), è persino convinto che «la grande distribuzione crea nuovi lettori, non li sottrae alle librerie». Aggiunge che «non è vero che forniamo ai supermercati solo i bestseller dei grandi editori: studiamo anche i cataloghi dei piccoli, teniamo poesia, classici, manuali, guide». Secondo le cifre fornite da Giuliano Vigini, di Bibliografica, la grande distribuzione nell'89 toccava gli 85 miliardi di fatturato: l'anno scorso veleggiava sui 204. E questa cifra corrisponde ormai a un quarto del venduto di varia nelle librerie (845 miliardi), mentre precipitano a un 5% rispetto al venduto globale (4212 miliardi), comprendendo la scolastica, la vendita rateale e per corrispondenza ecc. Ma la scalata si annuncia anche in questi settori: a Torino l'ipermercato Auchan ha avviato per primo quest'anno la vendita della scolastica con sconti e rate. Accesissime le reazioni. E adesso che succede? «Chiediamo una legge - dice il libraio Flaccovio -. Ce n'è già una presentata alla Camera, primo firmatario Diego Novelli. Guardiamo a modelli europei: in Francia sono vietati sconti superiori al 5%, in Germania sono proibiti del tutto per un accordo fra editori e librai. Ci stiamo attrezzando. Puntiamo a migliori vendite rateab e a una speciale carta di credito: l'idea, concordata con un'importante società di turismo, è di offrire ai lettori alcuni tours culturali a condizioni vantaggiose. Penso sia meglio d'uno sconto». Una nuova legge è invocata anche da Iacometti per i piccoli editori: «Esistono già leggi per i finanziamenti, ma funzionano malissimo denuncia -. Hanno pochi soldi, i tempi per accogliere una richiesta di credito sono troppo lunghi e alla fine spunta una banca che chiede garanzie tali che quasi nessun piccolo editore può dare. In Francia il governo ha invece formato una società che eroga il finanziamento entro due mesi ed entra in affari con chi l'ha richiesto». Nelle librerie si concentra e si esaspera un malessere ben più vasto e complesso. «Demonizzare la grande distribuzione è un alibi per nascondere altri problemi - dice Gloria Bagdadli, della temibile Mach 2 -. Meglio preoccuparsi del lettore che non c'è. Siamo ultimi o penultimi in Europa». E Vieri Camarlinghi, dell'Ebs: «Le librerie indipendenti saranno costrette a dare più servizi e facilitazioni ai loro clienti. Via alle scelte, all'inventiva, alle differenze. La concorrenza fa bene a tutti». «Concorrenza un corno. La vostra è sleale», obiettano librai e piccoli editori. La battaglia continua. Claudio Altarocca

Luoghi citati: Canicattì, Europa, Francia, Germania, Inghilterra, Milano, Torino