Casa Bianca, la guerra dei Paperoni

Il responsabile democratico sospeso per il Giacartagate: Hillary mi ha sempre appoggiato Il responsabile democratico sospeso per il Giacartagate: Hillary mi ha sempre appoggiato Casa Bianca, la guerra dei Peperoni E' scandalo per spese folli efinanziamenti sospetti WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Partito Democratico ha fatto marcia indietro, così, cedendo alle critiche e ammettendo di aver compiuto un erróre, i suoi dirigenti hanno reso pubblica quella lista dei finanziamenti elettorali che fino a ieri si erano rifiutati di consegnare. Ma gli interrogativi sulla correttezza dei conti elettorali del partito del presidente in gran parte restano, non solo perché la lista consegnata ieri è parziale, ma soprattutto perché lo scandalo dei contributi arrivati dall'estremo oriente continua a allargarsi. E ieri ha anche prodotto una rivelazione imbarazzante su Hillary Clinton. Tutti i commentatori hanno messo in rilievo come la mancanza di «suspense» di questa campagna sia direttamente proporzionale alla quantità di soldi buttati dai candidati. E' stata, a dispetto dall'esito apparentemente scontato, la campagna presidenziale più dispendiosa, e probabilmente più scorretta dal punto di vista dei finanziamenti, che si ricordi. Basti pensare che Bill Clinton, che continua a schiacciare con un ampio margine Bob Dole nei sondaggi, sta spendendo un milione di dollari al giorno solo in spot televisivi. E in qualche modo questi soldi andavano raccolti. Ieri, dopo una settimana di latitanza, John Huang, il responsabile finanziario del partito democratico sospeso in seguito alle rivelazioni sul Giacartagate, è stato finalmente interrogato al Dipartimento di Stato. Nel corso dell'interrogatorio lui stesso ha ricordato come la First Lady si sia definita pubblicamente sua «amica» durante una cerimonia pubblica svoltasi mentre Huang era latitante e attivamente ricercato dai Federai Marshalls. La nuova pista sulla quale Huang è stato chiamato a fornire elementi riguarda danaro proveniente da Taiwan. Per questa vicenda era già stata aperta un'inchiesta su James Wood, nominato due anni fa capo della missione diplomatica americana a Taiwan da Clinton e accusato da numerose testimonianza di aver premuto sulla comunità economica taiwane- se perché finanziasse la campagna di Clinton. Wood, prima di essere nominato, era un oscuro avvocato dell'Arkansas e molti misero in discussione la sua competenza per il posto. Secondo lamentele del governo taiwanese, le sue pressioni erano particolarmente sgradite, ma, cosa più grave dal punto di vista della legge americana che impedisce la raccolta di finanziamenti elettorali dall'estero, Wood, che lavorava in stretto contat-. to con Huang, in cambio dei soldi prometteva anche favori politici. Più imbarazzante ancora, è emerso ieri che un ex funzionario della Casa Bianca, un certo Mark Middleton anche lui proveniente dall'Arkansas, si unì a Wood nell'impresa di raccogliere fondi a Taiwan e si scoprì ancora di più. Middleton, senza tortuosi giri di parole, vendeva a politici e uomini d'affari di Taiwan incontri con Clinton. E in effetti alcune delle persone da lui contattate, come il capo della sezione economica del Kuomingtang (il partito di maggioranza a Taiwan) Liu Tai-ying, hanno potuto esibire foto di strette di mano con il presidente. Interpellato a proposito di Middleton, il portavoce della Casa Bianca Mike McCurry ha sostenuto che si tratta di una persona non impiegata nella raccolta fondi di questa campagna. In questo modo McCurry ha implicitamente insinuato che Middleton agisse in proprio e lo ha scaricato. La stessa cosa ha fatto a proposito di Wood, sostenendo che la Casa Bianca «non perdonerebbe che qualcuno nella posizione di Wood si fosse dedicato a una raccolta partigiana di fondi». Ma Midddleton lavorava con Wood, che era strettamente collegato a Huang, che a sua volta collaborava strettamenete con lo scomparso Segretario per il Commercio ed ex presidente del Partito Democratico Ron Brown. Tutto fa pensare che delle irregolarità finanziarie commesse in questa campagna elettorale, sembra - almeno fino a questo momento - soprattutto dai democratici, si continuerà a discutere a lungo. Paolo Passarmi Il presidente Clinton spende un milione di dollari al giorno solo per pagare gli spot televisivi I democratici rendono pubblica la lista dei finanziamenti ma i dubbi restano » . ; |

Luoghi citati: Arkansas, Liu Tai-ying, Taiwan, Washington