«Il pool mi ha sbancato» Brescia apre l'inchiesta

«Il pool mi ha sbancato» Brescia apre l'inchiesta «Il pool mi ha sbancato» Brescia apre l'inchiesta INTERCETTAZIONI E VELENI SBRESCIA ILENZIO. Giancarlo Tarquini, procuratore della Repubblica, non risponde e non spiega. Non vorrebbe confermare questa nuova inchiesta, un'altra inchiesta della procura bresciana sui magistrati milanesi, in carica o non più. Ma in un ufficio accanto i sostituti procuratori Silvio Bonfigli e Antonio Chiappani stanno interrogando Pietro Federico, già procuratore circondariale a Grosseto, amico di Pierfrancesco Pacini Battaglia, già sentite dai magistrati di La Spezia. Un interrogatorio che durerà cinque ore e sarà seguito dal silenzio. L'inchiesta nasce dalle tante intercettazioni telefoniche su Pacini Battaglia. E' l'inchiesta sulle frasi dette, negate, interpretate, corrette, spiegate. «Io sono uscito da Mani Pulite solo perché si è pagato...». Frasi che riguardano direttamente l'ex pm Antonio Di Pietro e Giuseppe Lucibello, il suo difensore di fiducia: «Se li arrestano per me è solo un piacere... perché a me Di Pietro e Lucibello mi hanno sbancato, te lo dico perché so che non lo riferirai a nessuno». Dieci giorni fa l'incontro tra sostituti di Brescia e Spezia, ieri l'interrogatorio di Federico e il giorno prima quello del commercialista milanese Pierluigi Manfredini, amico di Lucibello e consulente di 740 per Antonio Di Pietro e il figlio. Interrogatori mirati e misteriosi. Pietro Federico si è presentato a Brescia da solo. Carlo Taormina, il suo avvocato, è rimasto a Roma e sa appena che il suo cliente è stato convocato come persona informata sui fatti. Non c'era bisogno della presenza di Taormina e l'avvocato non ha nulla da dichiarare se prima non parla con Federico. L'ex procuratore circondariale di Grosseto, ora trasferito alla corte d'appello di Firenze, è stato sfiorato dall'inchiesta spezzina: con Pacini Battaglia aveva buoni rapporti di conoscenza, gli aveva affidato una sessantina di milioni da convertire in valuta estera e mai s'era occupato di sue vicende. Anche questa inchiesta parte come atto dovuto. «Forse anche tardivo», dice Gaetano Pecorella, riconfermato presidente degli avvocati penalisti: «Perché le intercettazioni di Pacini Battaglia, o sono vere, e sono vere per tutti; oppure non sono vere e non si capisce perché ci sia gente in carcere». Anche Pecorella è sotto inchiesta a Brescia, denunciato per diffamazione dal pool milanese che non ha accettato i suoi commenti e la sua provocazione: a questo punto facciamo indagini patrimoniali sui magistrati. «Ma era evidente che la Procura bresciana prima o poi si sarebbe mossa - aggiunge Pecorella - Bastavano gli articoli di giornale». Ma l'interrogatorio di Federico, e quello di Manfredini, lasciano intendere che nell'inchiesta non ci sono soltanto ritagli di giornale. Come ha scritto «Panorama», Manfredini è il rappresentante della Onder, società con sede in Lussemburgo, perquisita e sigillata il 30 gennaio scorso dalla polizia che indagava su tutt'altro, un giro di prostituzione. Nello studio di Manfredini erano state scoperte decine di timbri falsi, compresi quello della Questura e della Procura della Repubblica. La Onder di Manfredini, poi, è la società che ha ceduto in affitto (56 milioni l'anno) lo studio legale intestato all'avvocato Lucibello. Anche i magistrati spezzini si sono interessati della Onder, per i rapporti con società che fanno capo a Pacini Battaglia. Ora, a Brescia, la Procura dovrà verificare se in questo ginepraio di rapporti e società si può nascondere qualche indizio che renda ipotizzabile il reato di corruzione. E in attesa di sapere se ìi Cassazione accoglierà il ri¬ corso del procuratore Tarquini contro la sostituzione dei pm Salamone e Bonfigli decisa dal procuratore generale Marcello Torregrossa (e un esposto è stato inviato anche al Csm), la procura di Brescia torna ad occuparsi di quella milanese. Atto dovuto, dice il codice. Ma gli interrogatori vanno avanti. Nel silenzio. [r. m.] Interrogato Pietro Federico ex procuratore a Grosseto A sinistra il ministro dei Lavori Pubblici ed ex pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro Qui sotto Francesco Pacini Battaglia