«Gervaso mi ha copiato» di Roberto Gervaso

«Gervaso mi ha copiato» Esposto in procura: «Ha saccheggiato a piene mani il mio libro» «Gervaso mi ha copiato» Storico della massoneria contro lo scrittore ROMA. «Fratelli d'Italia» contro «Fratelli maledetti». Non è una faida familiare fra due clan, né una resa dei conti fra logge massoniche La massoneria c'entra, ma solo come argomento di due libri che vedono un autore erudito ma oscuro e un famoso divulgatore scontrarsi a colpi di carte bollate intorno a una denuncia per plagio. Lo scrittore noto è Roberto Gervaso, autore del libro sulla massoneria «Fratelli maledetti» uscito nell'agosto scorso da Bompiani e già giunto alla settima edizione. Ad accusarlo è Dino Placido Arrigo, che nel '94 pubblicò «Fratelli d'Italia» con l'editore calabrese Bubbettino. L'autore siciliano ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Messina in cui accusa il giornalista con papillon e occhialini tondi di avere «copiato a piene mani» dal suo testo. Di più, con la denuncia allega copia delle pagine in cui il «veloce storico Gervaso», come lo definisce, avrebbe lasciato traccia del suo «saccheggio». Quest'ultima citazione, testuale dal comunicato inviato dall'Arrigo ai giornali, rende bene il tenore della controversia in corso. L'Arrigo è proprio arrabbiato, e non solo per il plagio, ma anche perché il famoso scrittore gli avrebbe tolto anche la dignità del nome. «Lo storico siciliano - si legge nel comunicato - diventa Stefano D'Arrigo», autore del più noto «Orcynus Orca». «Il fatto che compaia il suo nome è la dimostrazione che io l'ho citato più volte - ribatte Gervaso - correttamente nella bibliografia e poi, per un errore di stampa che non posso avere commesso io, in un altro passo; naturalmente, le pagine di queste due citazioni, che si trovano a pag. 320 e 331, l'Arrigo non le ha allegate nel "dossier"». Un esempio dalla «collazione» dei due testi? «Lino Salvini... decide di demolire la loggia P2» (Arrigo); «Salvini decise di demolire la P2». (Gervaso). E poi: «Salvini ancora una volta acconsente» (Arrigo) e «Salvini ancora una volta disse di sì» (Gervaso). E ancora: «nasconderli sotto la sigla di un fantomatico "Centro studi"» (Arrigo) e «li si nascose sotto la sigla di un fantomatico "Centro studi"» (Gervaso). Gervaso, però, invita a ridimensionare. «L'Arrigo dice "4 capitoli" e in realtà si tratta di 4 capoversi spiega - c'è una bella differenza fra le centinaia di pagine di "capitoli" e le poche righe di "capoversi"». E poi, in cauda venenum: «Era una delle mie fonti migliori, chiara e scritta bene; le mancava solo la pubblicità». [sar. ric.] L'autore di «Fratelli maledetti» ribatte: ma quali 4 capitoli copiati? Ho usato quattro capoversi, citando la fonte Lo scrittore Roberto Gervaso

Luoghi citati: Italia, La Loggia, Messina, Roma