L'enciclopedia Treccani: vedi alla voce cantautore di M. Ven.

L'enciclopedia L'enciclopedia Treccani: vedi alla voce cantautore ROMA. Il 1996 sarà ricordato come l'anno santo della musica popolare italiana. Non bastava il riconoscimento «governativo» di cantautori e affini, la loro pari dignità con i colleghi della sfera colta, sancita almeno de facto (perché di sovvenzioni non si parla per ora) in un recentissimo incontro a Palazzo Chigi fra un manipolo di eroi della hitparade e il vicepremier Walter Veltroni; ieri s'è anche saputo che «La piccola Treccani», marchio enciclopedico per antonomasia, ha inserito nei nuovi volumi in produzione entro la fine del '97 un ampio spazio dedicato ai personaggi principali della canzone. Anche la Treccani, comunque, arriva buonultima come il governo a riconoscere ed accettare la realtà artistica più vitale della nostra società contemporanea: battuta comunque dalla vita, e perfino dai testi scolastici, che da anni non disdegnano di ospitare le parole di brani entrati nell'immaginario e nel linguaggio collettivo, come accadeva un tempo per le poesie di Pascoli o D'Annunzio. Naturalmente, fra gli Eletti c'è Fabrizio De André, che con la sua arte ha allevato almeno tre generazioni. Risponde al telefono dalla sua casa in Sardegna e la notizia non lo scompone. Che ne pensa di questa novità, De André? «Mi sembra un fatto del tutto naturale. La canzone vive di due componenti: la letteratura come arte del racconto, e la musica. Ma se una delle due prevarica, si può ben dire che la canzone non è riuscita. Io che continuo ad essere crociano non credo che ci siano arti maggiori e arti minori, ma solo che ci siano artisti maggiori e minori». Di lei la Treccani scrive: «Testi ricchi di riferimenti letterari, in particolare alla cultura statunitense del Novecento». «Beh, ma allora parlano solo di Spoon River». Prima Veltroni, poi la Treccani. Perché secondo lei proprio adesso tutti si svegliano sulla canzone popolare? «Forse si sono ricordati che tutta l'opera poetica di Omero era cantata: se non è opera letteraria l'Odissea... La poesia nasce musicata, e musicato era il 90 per cento della poesia trovadorica. Il fatto è che alle componenti diverse va aggiunta anche l'interpretazione: talvolta, il bravo autore ha pensato di poter sopperire alle carenze di voce e viceversa. Il che ha creato non pochi pasticci». Nella Treccani, trovano posto pochi altri cantautori: Enzo Jannacci («stile originale e poliedrico»); Lucio Dalla («gusto e ironia nella descrizione di ogni aspetto della vita quotidiana»); il «dylaniano» Francesco De Gregori («la sua produzione è basata su una ricerca stilistica particolarmente accurata»). Una menzion d'onore viene riservata a Domenico Modugno, Paolo Conte e Giorgio Gaber, mentre segnalazioni vengono prodotte di Venditti, Claudio Villa, Zucchero, Ornella Vanoni, Pino Daniele e Milva. Ma sono Mina e Lucio Battisti gli eroi più popolari: della prima, la Treccani scrive «è capace di misurarsi con ogni stile di canzone, imprimendovi una cifra inconfondibile»; per il secondo si parla di «particolare influenza del pop americano». Ci piacerebbe sapere che cosa ne pensano i Due, rna come si sa i Fantasmi debbono restare nella loro dimensione: a volte, a disturbarli, si possono avere brutte sorprese. [m. ven.]

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