Prétre al posto di Muti per il Papa di Armando Caruso

Prétre al posto di Muti per il Papa Il concerto in piazza San Pietro per i 50 anni di sacerdozio del Pontefice Prétre al posto di Muti per il Papa Impegni inconciliabili annullano Usi del maestro ROMA. Riccardo Muti si rifiuta di dirigere un concerto in Vaticano per Giovanni Paolo II? Neppure per sogno. Nessun artista penserebbe mai di sottrarsi ad un impegno artistico e ad un riconoscimento di così grande importanza; tanto meno Riccardo Muti, il quale ha sempre mostrato la massima disponibilità nei confronti della Chiesa. La verità di questo equivoco, perché di un equivoco si tratta pur se non direttamente con il Vaticano, è questa: in settembre, il direttore generale della Rai, Franco Iseppi e il direttore di Raiuno, Tantillo, hanno incontrato Riccardo Muti a Firenze e l'hanno invitato a dirigere in Piazza San Pietro, il 10 novembre a mezzogiorno, un concerto per il 50° anniversario dell'ordinazione sacerdotale del Papa, che la Rai avrebbe trasmesso in mondovisione e su Raiuno. Muti ha immediatamente risposto «sì» all'invito, ma ha anche fatto osservare, in particolare, che l'esecuzione all'aperto del «Magnificat» di Vivaldi, opera sacra di grande rilievo comunicativo, avrebbe creato non pochi problemi di carattere tecnico. Muti ha quindi chiesto di eseguire l'opera in San Pietro ed ha anche sottolineato - dicono alla Scala - che un altro problema tecnico sarebbe stato quello di provare con l'Orchestra Nazionale Rai di Torino e con il Coro di Santa Cecilia, proprio mentre si preparava ad affrontare nel medesimo giorno (il 10 novembre alle 20) la prova generale con l'Orchestra Filarmonica della Scala, con la «Messa» di Cherubini. «Datemi una soluzione valida - ha detto Muti - ed io sono lieto di aderire all'invito». Il maestro, in considerazione dei tempi strettissimi e delle diffi¬ coltà obiettive, ha addirittura proposto di eseguire con la Filarmonica e con il Coro della Scala, la «Messa» di Cherubini e il «Te Deum» di Verdi. Un concerto al cospetto del Papa merita sempre un'attenzione speciale e di questo Muti, naturalmente, è consapevole. Sembrava tutto avviato a soluzione con generale soddisfazione, pur nel groviglio delle difficoltà da superare, quando su un quotidiano romano è apparso un articolo in cui si affermava che Muti avrebbe diretto il «Magnificat» di Vivaldi in Piazza San Pietro. Non era esattamente quello che il maestro desiderava. Ma tutto ciò sarebbe stato superato se Riccardo Muti fosse stato in condizione di donare al Papa nel 50° della sua ordinazione sacerdotale, il frutto della sua arte. Ora, indipendentemente, da ogni altra considerazione, appare chiaro ad ogni musicista che il «Magnificat» vivaldiano all'aperto non è certamente una soluzione ideale. Ieri sera è stata diffusa la notizia che il concerto in Piazza San Pietro sarebbe stato diretto da George Prètre con l'Orchestra e il Coro di Santa Cecilia. Prètre, al «Te Deum» proposto da Muti, ha però aggiunto pagine di Poulenc, au¬ tore del «Dialogo delle Carmelitane», evitando accuratamente di dirigere il «Magnificat». Muti aveva già diretto in Vaticano nel 1964 per Paolo VI ed era ritornato una decina d'anni fa con la «Messa» di Cherubini per Carlo X. Riccardo Muti, che si trova a Parigi, per preparare i concerti di domani e del 31 agli «Champs Elysées» l'Ouverture di «Pélleas et Mélisande» di Debussy, la Prima di Schubert e «I Quadri» di Mussorgski, il 7 novembre a Milano prenderà parte alla Mostra «Riccardo Muti 10 anni di lavoro alla Scala», quindi il 12 sera con l'Orchestra Filarmonica dirigerà lo «Jupiter» di Mozart e il «Requiem» di Cherubini, poi comincerà le prove dell'«Armide» di Gluck che il 7 dicembre inaugurerà la stagione '96'97 della Scala. Armando Caruso La diretta su Raiuno il 10 novembre Riccardo Muti

Luoghi citati: Firenze, Milano, Parigi, Roma, Torino