Pirelli lascia il posto in consiglio a Marco Tronchetti Provera Il discreto addio di Leopoldo di V. Sac

Pirelli lascia il posto in consiglio a Marco Tronchetti Provera Pirelli lascia il posto in consiglio a Marco Tronchetti Provera Il discreto addio di Leopoldo MILANO. Dopo trentotto anni, Leopoldo Pirelli lascia il consiglio di Mediobanca nel quale era entrato, giovanissimo, a soli trentatré anni. Lo ha chiesto lui nei mesi scorsi, pregando di non essere più riconfermato dal momento che l'assemblea di ieri coincideva con la scadenza del suo mandato triennale. Eppure, ieri, Leopoldo Pirelli era presente, come quasi sempre negli anni della sua lunga permanenza in via Filodrammatici. Attento e silenzioso, forse rimpiangendo che le nuove norme non consentano più il conforto della sigaretta, grande aiuto contro la noia del rituale assembleare. L'amico Francesco Cingano, presidente di Mediobanca, ha espresso il «rammarico per questa sua volontà», ricordando il «continuo appoggio della sua amicizia e del suo prestigio personale in tutte le fasi del nostro sviluppo», in particolare in quelle della privatizzazione. Eppure Cingano sa bene che, fra tutti i consiglieri che Mediobanca ha avuto, Pirelli è stato forse uno dei pochi che, quando non ha condiviso certe scelte, lo ha lasciato trasparire, sebbene in quel suo civilissimo stile, che si esprime soprattutto in silenzi pesanti e in un disagio quasi fisico. La volontà di lasciare Mediobanca non sembra avere ragioni diverse da quelle di un normale passaggio generazionale. Si salda infatti con la decisione presa un anno fa da Leopoldo di uscire da tutte le cariche operative del suo gruppo, cedendo il bastone del comando all'ex genero Marco Tronchetti Provera, e conservando per sé solo la presidenza della holding di controllo, la Pirellina. Un ricambio che coincise con il ritorno alla redditività della Pirelli dopo l'avventura sfortunata di Continental, della quale l'Ingegnere si era assunto compiota responsabilità, e per uscire dalla quale egli era ricorso di nuovo all'appoggio finanziario di Mediobanca. E difatti, oggi, è il nuovo «capo» Marco Tronchetti Provera a succedergli nel consiglio di via Filodrammatici, in quel posto che spetta allo «storico» socio, la Pirelli. Un socio che, a sua volta, Mediobanca ha sempre protetto con quella tenacia materna che dura da cinquant'anni, da quando l'allora presidente della Comit, Raffaele Mattioli, convocò il giovane impiegato del suo ufficio studi, Enrico Cuccia, per affidargli il compito di «aiutare e sostenere la ricostruzione dell'impresa italiana stremata dalla guerra». Come Leopoldo Pirelli, anche Marco è uomo di non troppe parole. Anche se, figlio dell'era multimediatica, non si sottrae alle interviste (a differenza dell'Ingegnere, la cui ritrosia per la ribalta è solo superata dalla maniacale riservatezza di Cuccia). Ultima annotazione: l'arrivo del quarantottenne Tronchetti contribuisce ad abbassare di qualche punto l'età media del consiglio di via Filodrammatici, dove la pattuglia dei «giovani» annovera, oltre a lui, Pietro Ferrerò, Alberto Pecci ed Enrico Beneduce. [v. sac]