«Io, sindaco di un paese dove 6 su 10 sono vecchi» di Lodovico Poletto

E' «lo, sindaco di un paese dove 6 su 10 sono vecchi» NEL REGNO DEI CAPELLI BIANCHI E' RIBORDONE (Torino) già realtà il futuro della società italiana cosi come, virtualmente, lo ha fotografato il Cnr. Il paese dove gli ultra sessantacinquenni sono più dei ragazzi, e i problemi dei capelli d'argento sono quelli di un'intera comunità, è in provincia di Torino. Ribordone, però, è solo un puntino sulla cartina del Piemonte: un manciata di case sulla montagna a 1100 metri di quota, proprio ai confini con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, nel Canavese. Qui, sei abitanti su dieci hanno più di 65 armi; quelli con meno di 40 sono una decina. Un paese di anziani amministrati da un sindaco-ragazzo: Ivo Oberta Paget, 34 anni. «Il lavoro dice - mi ha portato via da qui. Ma è essenziale impegnarsi per il paese, altrimenti morirà. O meglio, diventerà il primo Comune d'Italia di sole seconde case. Popolato sei mesi all'anno da gente che quassù non vive più». Un po', però, è già così. Quanti sono gli abitanti veri, quelli che restano a Ribordone tutto l'anno. E gli anziani? «La media è presto fatta. All'anagrafe gli iscritti sono 99. Ma solo un terzo sono quelli che vivono qui stabilmente. Gran parte se ne va in autunno inoltrato per tornare in primavera. Le trenta persone che rimangono tengono viva la comunità. Gli anziani che abitano nelle frazioni si trasferiscono in paese. Il resto scende a valle». Ma è un problema, per un sindaco amministrare un Comu¬ ne così e garantire livelli di vivibilità accettabili? «Lo è nel senso che non essendoci più giovani diventa ogni giorno più difficile garantire il futuro. E una presenza stabile di chi segue la vita amministrativa. Per fare un esempio: io vivo e lavoro a Torino. Il mio vice, invece, in un Comune a trenta chilometri dà qui. Un assessore, quello all'Assistenza, in un altro vicino a Ivrea. Ma ogni giorno qualcuno di noi sale a Ribordone per risolvere i piccoli o grandi problemi». Praticamente, quali problemi comporta? «Comporta che non c'è più gente. Mettere insieme una Usta per le elezioni è difficile. Perché è un impegno. E poi, se c'è un'emergenza di qualunque tipo, gli amministratori devono risalire la valle di gran carriera. Ma non basta. Bisogna pensare all'assistenza agli anziani, essere sicuri che chi abita solo ab¬ bia ciò che gli serve. Lo scorso inverno, la figlia dei gestori dell'unico negozio del paese si occupava di fare il giro degli anziani. Prendeva nota di ciò che serviva e portava loro a casa la spesa. Ecco, serve collaborazione». E in termini di spesa pubblica? Si spende di più in assistenza che altrove? «Questo no. Ma una voce corposa, nei nostri bilanci, è proprio quella. Sono pochi milioni, ma teniamo presente che per far quadrare i conti si devono fare i salti mortali». Allora il futuro qual è? E c'è una strada per evitare la morte di Ribordone, paese che nel secolo scorso contava quasi mille abitanti? «Certo che c'è. Si chiama lavoro. I giovani che sono ancora qui, se avessero la possibilità di lavorare in paese si fermerebbero. Stiamo muovendoci in questa direzione: dal Parco abbiamo ottenuto un fi¬ nanziamento per sistemare lo stabile vicino al nostro santuario, un luogo di culto noto in tutta la provincia di Torino. Diventerà museo della religiosità: darà lavoro a una o due persone. Poco? Credo che sia sempre meglio che niente. E poi, è vero, ci affidiamo a Dio». E alla Provvidenza? ((Anche. A luglio, dopo quasi dieci anni, è nata una bambina, Sara. E' un segno della Provvidenza. Ma anche di speranza per il nostro paese. Che sarà, come dice il Cnr, il Comune con la popolazione più vecchia d'Italia, ma ha speranza di sopravvivere». Lodovico Poletto Le soluzioni dei giochi sono rinviate per mancanza di spazio VALPRATO PIAMPRATO VALCHIUSEUANX RONCO PONT CANAVESE LOCANA SPARONE U3ftfc OJORGNE1 CASTELIAMONTE RIVAROLO

Persone citate: Ivo Oberta Paget