Parziale modifica del testo, monsignor Maggiolini: prudenza anche per i colpevoli Pena di morte, mezzo no della Chiesa di Marco Tosatti

Parziale modifica del testo, monsignor Maggiolini: prudenza anche per i colpevoli Parziale modifica del testo, monsignor Maggiolini: prudenza anche per i colpevoli Pena di morie, meno no dulia Chiesa // catechismo: deve essere un caso estremo CITTA' DEL VATICANO. La Chiesa fa un altro passettino verso l'esclusione della pena di morte dalla gamma della possibili punizioni. Nell'edizione latina del Catechismo della Chiesa Universale, che uscirà l'anno prossimo, destinata a essere il modello per tutte le altre versioni in «lingua», saranno modificati i due articoli esistenti e relativi alla pena capitale. La notizia viene dal mensile «Trenta Giorni», e ci è stata confermata da monsignor Maggiolini, vescovo di Como, e uno dei principali artefici del Catechismo. Si tratta di modifiche che possono apparire minime, ma che hanno un significato importante. Il catechismo del '92 diceva che la tradizione della Chiesa «ha riconosciuto fondato il diritto e il dovere della legittima autorità pubblica di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità, la pena di morte». La nuova versione attribuisce all'autorità pubblica il diritto e il dovere «di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto», e solo nel secondo articolo parla della punizione capitale, non escludendo «in casi estremi il ricorso alla pena di morte, se questa sia l'unica possibilità efficace per difendere le vite umane dall'aggressore e per proteggere l'ordine pubblico, e se sia pienamente accertata l'identità e la responsabilità del colpevole». Non è l'esclusione anche teorica della pena di morte, che non pochi cattolici vorrebbero, in omaggio al comandamento di «non uccidere»; ma è una formula sicuramente più limitativa della precedente, e che tiene conto della posizione espressa nell'Enciclica di Giovanni Paolo II «Evangelium Vitae». «Questa aggiunta - ci ha detto ieri Mons. Maggiolini - è stata fatta perché da diverse parti si è rilevato che nella prima versione ci si limitava a fare la storia della pena di morte, con molta oggettività e senza notare la tendenza, e si è visto che queste osservazioni erano giuste». La «tendenza» è quella prevalente nel mondo cattolico e cristiano per un non uso della pena capitale. «E vista l'insistenza, si è pensato di correggere nei termini presenti adesso, con giustezza, per precisare i limiti, e sottolineando un aspetto, che la pena di morte deve essere un caso estremo, e che il rispetto della persona umana deve portare ad evitare l'applicazione della punizione capitale. Una tendenza a evitare la sua applicazione anche nel caso di persone sicuramente ed evidentemente colpevoli». Un articolo de «La Civiltà Cattolica», dell'agosto scorso, presentava i risultati di un sondaggio. In Italia i contrari alla pena di morte sarebbero dello 0,1 per cento superiori ai favorevoli. Padre Giuseppe De Rosa notava: «Molti oggi si chiedono se non sarebbe opportuno escludere anche la possibilità teorica della pena di morte, anche per contrastare un crescente movimento a favore che si nota in Europa e in America del Nord». «Si va verso l'esclusione teorica - ci ha detto mons. Maggiolini - in base al principio del rispetto della persona umana, tenendo conto che non c'è più l'esigenza dell'eliminazione del criminale per la difesa della società, che dispone di altri mezzi per isolarlo. Ma non si può dire "sempre" perché ci possono essere momenti di emergenza, per esempio in guerra». Marco Tosatti Il braccio della morte e sopra monsignor Maggiolini

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Giuseppe De Rosa, Maggiolini, Padre Giuseppe

Luoghi citati: America Del Nord, Citta' Del Vaticano, Como, Europa, Italia