Dalla Corsica una bomba su Juppé

Palla Corsica una bomba su Juppé Francia . mm E Léotard (alleato del premier) chiede nuove elezioni o almeno un rimpasto Palla Corsica una bomba su Juppé Un leader indipendentista: il governo trattò con noi PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se il terrorismo corso impugna il lanciafiamme contro Alain Juppé, accusando quattro suoi collaboratori di negoziare con l'organizzazione clandestina Fine, Frangois Léotard usa il bazooka. Il leader udf, le cui truppe parlamentari sono indispensabili al premier, scavalcandolo esige da Jacques Chirac un'«iniziativa straordinaria» per ricompattare l'esecutivo. Prima ipotesi, scioglimento delle Camere e nuove elezioni. Seconda: rimpasto. E, in ultima analisi, un ancor vago referendum popolare. Aggiunge, infine, aspre critiche alla politica mediorientale chiracchiana, il cui filoarabismo «allontanerebbe la Francia da Israele». Preso tra due fuochi, con la minacciosa emergenza corsa e una crisi virtuale nella maggioranza, Alain Juppé naviga in fiera procella. E i sondaggi sfavore¬ voli - un francese su 4 ne apprezza l'opera a Matignon - peggiorano ulteriormente, se possibile, il quadro. Conscio della sua endemica debolezza, nel fine settimana l'Fine/canale storico - il gruppo è diviso in due tronconi - ha moltiplicato le offensive. Sul piano «militare», 5 attacchi. Pallottole contro una gendarmeria, bomba notturna nel refettorio di un istituto penitenziario. Ordigno a Bastia (obiettivo il domicilio del sindaco, Emile Zuccarelli). Porto-Vecchio: un razzo tra i gendarmi. A Vescovato, raffiche sulla caserma locale. Un'offensiva, insomma, dal sapore di arrembaggio. Ma la vera deflagrazione si verifica ieri mattina. Intervistato alla macchia dal quotidiano «L'Est républicain», il n° 1 Fine Frangois Santoni rivela che il prestigioso Hotel Bristol, a due passi dall'Eliseo, albergò nell'inverno '95-96 i colloqui fra una delegazione corsa fuorilegge e uomini di Juppé. Citando, in particolare, il capogabinetto Maurice Gourdault-Montagne. Smentisce con foga, il primo ministro. E certo non si può escludere che le accuse siano un bluff. Al contempo, tuttavia, suffragano l'impressione - diffusa - che Parigi cercasse di negoziare con l'ala dura sottobanco per impedire maggiori violenze. La Francia avrebbe promesso nella fattispecie ai suoi interlocutori di non ostacolare, l'I 1 gennaio scorso, il meeting in cui il Fronte naziona- le di liberazione corso esibì 600 uomini e un arsenale da guerra. Vero, falso? Difficile orizzontarsi. L'establishment stenta comunque a trovare un equilibrio fra repressione e dialogo. L'attentato bordolese, nel quale il municipio subì danni gravi, non poteva che sfociare in una prova di forza. Ma dopo 12 fermi, il premier si ritrova con un solo arresto e per crimini - sembra estranei all'attacco. Se almeno Léotard gli concedesse tregua. Enrico Benedetto Fa i nomi degli emissari e dell'albergo in cui si svolse il negoziato A Bastia attentato nella notte

Persone citate: Alain Juppé, Bastia, Emile Zuccarelli, Enrico Benedetto, Jacques Chirac, Maurice Gourdault-montagne, Santoni

Luoghi citati: Francia, Israele, Parigi, Vescovato