« Farmaci truffa indagate all'Est » di R. Cri.

« Dopo la denuncia dell'Oms: «I Paesi del Terzo Mondo rischiano la strage» « Farmaci truffa, indagate all'Est » Farmindustria: le fabbriche non sono italiane ROMA. «Le fabbriche che operavano clandestinamente e producevano in Italia falsi farmaci sono pochissime e distribuite lungo tutto il territorio nazionale». Così Ivan Cavicchi, direttore generale di Farmindustria, commenta la denuncia dell'Oms sul business miliardario dei farmaci fasulli per i mercati del Terzo Mondo. «Il fenomeno assume dimensioni preoccupanti non nel nostro Paese ma nell'Est Europeo. Lì sono concentrate la maggior parte delle fabbriche clandestine produttrici di finti medicinali, veri e propri intrugli. Ma la cosa più sconcertante è che in un simile trabocchetto potrebbero cadere i tre quarti del mondo, perché questa consistente parte del pianeta non produce farmaci, e di conseguenza importa tutto, facile preda di truffatori». Cavicchi ha detto che «la Farmindustria era al corrente di questa situazione da un po' di tempo. Ma il fenomeno, allora, non aveva queste dimensioni. Ora si comincia a parlare di in¬ dagini a livello internazionale grazie al meccanismo messo in moto dall'Oms con la nostra denuncia». I medicinali contenenti olio per motori, zucchero, caffè e altre diavolerie capaci di provocare una vera e propria strage, stando a quanto riportato dall'Oms, «vengono importati - ha spiegato Cavicchi con i marchi contraffatti. Dentro una scatola di pastiglie o in un flacone di sciroppo confezionato con una scatola identica a quelle regolarmente e legalmente in commercio». Un lavoro a regola d'arte che, sostiene l'Oms, garantisce affari d'oro: 225 mila miliardi di lire. Il problema è che questi laboratori come sorgono dal nulla, allo stesso modo, rapidamente, spariscono. «Difficile quindi riuscire ad identificarli. Non ci risulta comunque che l'Italia abbia fatto da ponte anche per il trasporto dei falsi medicinali provenienti dai Paesi dell'Est». La professoressa Adriana Ceci, componente della commissione unica per il farmaco (Culi, ri¬ tiene che «nel nostro Paese esistono rigide nonne che regolano produzione, distribuzione e commercializzazione dei medicinali; inoltre anche per le sostanze importate esistono controlli. Questo non accade per molti Paesi in via di sviluppo che ricevono farmaci, perché nel diritto internazionale non esiste nessuna norma che li tuteli. Si tratta di una specie di strage annnunciata». Il ministro della Sanità Rosy Bindi ha annunciato che sarà rafforzata la vigilanza per stroncare eventuali fenomeni di truffa sui farmaci, anche se per ora sono solo illazioni. «Abbiamo dato prova, in più occasioni, di essere in grado di scoprire e colpire le truffe in campo farmaceutico, ultima quella delle false pillole dimagranti, stroncata grazie all'intervento dei Nas». Quindi, ha assicurato, «non mancheremo di rafforzare la vigilanza anche se, vale la pena ricordarlo, per ora si tratta di illazioni». [r. cri.]

Persone citate: Adriana Ceci, Cavicchi, Ivan Cavicchi, Rosy Bindi

Luoghi citati: Italia, Roma