«Troppi rischi non ci sto più» di Bru. Gio.
LA FALSA SOLIDARIETÀ' «Troppi rischi, non ci sto più» Di Lazzaro: così beffarono anche me LA FALSA SOLIDARIETÀ' ALILA Di Lazzaro alla parola «beneficenza» scatta come una molla. Qualche mese fa il suo nome finì, assieme a molti altri Vip, in un'inchiesta romana su false manifestazioni benefiche, in realtà - secondo i magistrati - pura occasione per far soldi, destinati però agli organizzatori. Attori e cantanti venivano sfruttati come «specchietto per le allodole», per attirare spettatori (anche loro convinti di pagare un biglietto a fin di bene). Allora l'attrice dichiarò: «Spesso alle persone con pochi scrupoli noi serviamo come richiamo, e involontariamente aiutiamo questa gente nelle loro truffe». E oggi, cosa dice? «Dico che d'ora in poi io non parteciperò a nessuna manifestazione, organizzata da chicchessia. Mai più, dopo le esperienze passate». Ma è sicura? «Sì, potrei fare un'eccezione per quelle organizzate in televisione, perché lì almeno c'è una visibilità, un'ufficialità che penso metta al riparo dal rischio truffe. Almeno, così io spero che sia. Ma ormai io ho bandito la buona fede da certi personaggi (e non mi riferisco alla televisione). Quindi non mi muovo più se non mi viene garantita la massima trasparenza e legalità». E secondo lei, come si possono garantire queste cose? «Con la Guardia di Finanza. Con la presenza alla manifestazione di un ufficiale delle Fiamme gialle. Se non c'è, niente da fare. Penso che direi "grazie e arrivederci". Come possiamo, noi attori, sapere che stiamo partecipando ad una vera trasmissione o manifestazio¬ ne a fini benefici, invece che a una truffa? Una volta sono andata ad una partita di calcio, a Trieste. Seduto vicino a me c'era pure il sindaco. Poi invece... Ma chi poteva saperlo? Secondo me ci vorrebbe una legge, qualcosa che regoli anche queste cose. Io ci andavo in perfetta buona fede, perché volevo aiutare gente più sfortunata di me. Ma poi, scoprire che era tutta una montatura, restare invischiata in un'inchiesta, dover andare a testimoniare, e venire pure presa a calci in faccia per questo... io non ci sto più». [bru. gio.]
Persone citate: Di Lazzaro
Luoghi citati: Trieste
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