Retromarcia sul Golan di Aldo Baquis

Il ministro Sharon «viola» il sabato per dare l'annuncio, dopo le dure reazioni di Damasco Il ministro Sharon «viola» il sabato per dare l'annuncio, dopo le dure reazioni di Damasco Retromarcia sul Golem Israele blocca le prospezioni petrolifere TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Le ricerche petrolifere israeliane sulle alture occupate del Golan sono per il momento congelate. Lo ha precisato ieri il ministro per le Infrastrutture Nazionali Ariel Sharon (iikud) con un insolito comunicato emesso durante il riposo sabbatico mentre dalla Siria giungevano già veementi proteste (mediante il governativo «Tishrin» e sulle onde di Radio Damasco) contro la realizzazione del progetto la cui esistenza era stata rivelata venerdì dal quotidiano «Haaretz» di Tel Aviv. Secondo il giornale israeliano il premier Benyamin Netanyahu ha di recente approvato un progetto della società governativa Hanal che prevede l'investimento di otto milioni di dollari in trivellazioni in profondità sotto il fiu¬ me Zavitan, dove ritiene che giacciano due milioni di barili di greggio. Ieri Sharon ha confermato l'esistenza del progetto di trivellazione, ma ha affermato che l'imminente privatizzazione della Hanal - decisa la settimana passata dal governo israeliano - congela di fatto le sue nuove iniziative. Secondo «Haaretz», invece, le cose non sono così automatiche e il premier Benyamin Netanyahu non ha ancora formalmente ordinato di sospendere la realizzazione del progetto. Prima della precisazione di Sharon il quotidiano siriano «Tishrin» aveva avvertito Israele che «il Golan è la chiave per la pace o per la guerra» nella regione. «L'approvazione da parte di Netanyahu delle ricerche petrolifere - aveva aggiunto - minaccia la sicurezza, la pace e la stabilità nella regione». «Prendendo questa de¬ cisione stupida - aveva concluso "Tishrin" Israele cerca di sabotare deliberatamente le speranze di pace in Medio Oriente». Analoghe accuse sono state pronunciate dall'ambasciatore russo Victor Goguitidze in una conferenza stampa convocata ieri a Damasco nell'imminenza dell'arrivo nella regione del ministro degli Esteri Evgheny Primakov. «Non è con le provocazioni - ha affermato l'ambasciatore - che si avvicinano le posizioni di ebrei ed arabi». Secondo l'ambasciatore, uno degli obiettivi della missione mediorientale di Primakov che in settimana sarà ricevuto a Gerusalemme da Netanyahu - è appunto quello di rilanciare i negoziati israelo-siriani, che sono congelati dal febbraio scorso. Aldo Baquis Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e, a sinistra, il presidente siriano Hafez Assad

Luoghi citati: Damasco, Gerusalemme, Israele, Medio Oriente, Siria, Tel Aviv