Uccidono a sprangate un anziano e lo squartano

Uccidono q sprangate un anziano e lo squartano La vittima aveva 87 anni. Aggredito nel sonno per rubargli i soldi che conservava nella cascina Uccidono q sprangate un anziano e lo squartano Orrore senza fine ad Agrigento: gli assassini sono tre giovani AGRIGENTO. Notte di violenza e di morte con scene da «Arancia meccanica» a Santa Margherita Belice, uno dei paesi squassati dal terremoto di 28 anni fa. L'altra notte tre giovanissimi si sono riempiti di birra e si sono macchiati di un delitto tanto orrendo quanto assurdo. Per rapinare un pacifico anziano, l'agricoltore Leonardo Mangiaracina di 87 anni, sono entrati in casa sua sorprendendolo nel sonno. L'hanno massacrato con una spranga di ferro. Non contenti, quasi eccitati dal sangue l'hanno squartato con un coltellaccio da cucina dalla gola all'addome. La vittima era già morta, quando hanno infierito come ossessi in un terrificante rito di morte. Gli autori di tanta ferocia sono tre giovanissimi che han¬ no reso ampia confessione ai carabinieri, crollando durante un lungo interrogatorio nella caserma di Sciacca. Gli assassini sono Luca Lupo (19 anni, sposato da pochi mesi), Gianfranco Sciara (19) e Giovanni Bongiorno, 24 anni. Soltanto Lupo ha lievi precedenti penali. Manovali e braccianti agricoli occasionali, i tre sono ufficialmente disoccupati. Adesso li attendono lunghi anni di carcere. Sono stati rinchiusi in separate celle di isolamento nella prigione di Sciacca, a disposizione del procuratore della Repubblica Bernardo Petralia. L'incriminazione è per omicidio a scopo di rapina e per reati minori. «Erano ubriachi, ma poi hanno raccontato tutto con sorprendente lucidità», ha detto uno degli inquirenti che ha ammesso di essere rimasto sba¬ lordito dagli agghiaccianti particolari della loro notte di morte e violenza. L'irruzione nell'alloggio del pensionato ottuagenario che, vedovo, viveva da solo nella casa ottenuta dopo la parziale ricostruzione delle zone terremotate del Belice, ha avuto un movimentato antefatto. Lupo Sciara e Bongiorno, infatti, a tarda sera erano stati notati da un carabiniere mentre ridevano e urlavano correndo tra i viali del cimitero. Il militare li aveva fatti allontanare. Più tardi si è scoperto che fra le tombe i tre, avendo notato quella di un appuntato dei carabinieri morto tempo fa, avevano sputato sulla sua lapide. Ma, allontanati dal cimitero, non si erano nemmeno risparmiati una rumorosa gimkana in auto per le strade del paese. I carabinieri e vari pas¬ santi li avevano notati. Ieri mattina un nipote della vittima, Salvatore La Sala, incuriosito perché la porta d'ingresso era spalancata, è entrato e ha scoperto il cadavere. Ha dato l'allarme ai carabinieri, e i sospetti sono immediatamente caduti sui tre balordi. Lupo, Bongiorno e Sciara in un primo momento sono stati convocati in caserma per fornire un alibi e dare spiegazioni sulla loro condotta durante la notte. Un paio d'ore dopo hanno confessato d'aver sottratto nell'abitazione i soldi e gli oggetti di valore che il vecchio agricoltore teneva con sé. «Perché l'avete ucciso in quel modo?» ha chiesto uno degli inquirenti. Le risposte sono state confuse, piene di balbettii e di lacrime. Antonio Ravìdà

Persone citate: Antonio Ravìdà, Bernardo Petralia, Bongiorno, Gianfranco Sciara, Giovanni Bongiorno, Leonardo Mangiaracina, Luca Lupo, Lupo Sciara

Luoghi citati: Agrigento, Sciacca