Duecentomila voci cambiate la scuola

Cortei in 70 città per chiedere la riforma delle Superiori: una delegazione dal ministro Cortei in 70 città per chiedere la riforma delle Superiori: una delegazione dal ministro Duecentomila voci; cambiate la scuola Gli studenti in piazza: dateci la parola ROMA. Ricomincia da 200 mila, la Pantera. Tanti erano gli studenti scesi in piazza ieri mattina in 70 città d'Italia: oltre 15 mila a Roma, Milano e Napoli, e poi 7 mila all'Aquila, 5 mila a Torino, 4 mila a Brescia come a Siracusa. Un successo, insomma, per gli organizzatori di una manifestazione davvero particolare: promossa essenzialmente da comitati di sinistra (Uds, Sinistra giovanile, Udu) per dare la sveglia a un ministro dell'Istruzione per la prima volta di sinistra. Il quale, per altro, si è dichiarato «dalla parte degli studenti». Niente incidenti, nemmeno tafferugli. I timori della vigilia per l'annunciata «occupazione» dei provveditorati si erano stemperati dapprima con l'appello di Berlinguer ai provveditori affinché lasciassero entrare gli studenti, per poi dissolversi definitivamente ieri mattina col finire di un'invasione che ha mantenuto le promesse di «no» soltanto simbolico alla burocrazia. Fumogeni rossi, simboli di gommapiuma, e striscioni variopinti, slogan pungenti ma senza trascendere, è questo il nuovo «stile» scelto dalla Pantera per l'autunno caldo '96. Ma se i toni non sono accesi come in passato, la determinazione è la stessa. «Le nostre idee saranno scuola», lo slogan in testa a tutti i cortei di ieri mattina, riassume bene gli obiettivi dei manifestanti aderenti all'Uds, che raggruppa gli studenti delle superiori: autonomia scolastica come autogoverno pieno da parte degli studenti, uno statuto nazionale per i loro diritti, molte volte promesso e non ancora concesso, riforma degli organi collegiali in modo che la rappresentanza studente¬ sca sia paritetica a quella dei docenti. Richieste avanzate dagli studenti delle superiori direttamente al ministro, che li ha ricevuti verso l'una e mezzo in viale Trastevere. «Berlinguer ha dato un primo segnale importante - ha commentato uscendo dalla sala dell'incontro Andrea La Guardia, dell'escutivo nazionale Uds - ora restiamo in attesa dei fatti concreti; sulla pariteticità, però, ci saremmo aspettati una presa di posizione più forte... Invece su questo punto ha un po' scaricato la responsabilità sul Parlamento». Comunque, l'impressione generale è di soddisfazione. «Berlinguer ha preso l'impegno di fare lo Statuto degli studenti - ha aggiunto Jacopo Greco del'Uds -. E' la prima volta che un ministro ha preso un impegno così». Dunque fine delle agitazioni? Nemmeno per sogno, i rappresentanti degli studenti si definiscono «soddisfatti», ma attendono prima i «fatti». «La mobilitazione prose¬ guirà - ha annunciato Antonio Ragonesi, responsabile nazionale delle scuole della Sinistra Giovanile perché l'autonomia va discussa da tutti gli studenti». Altri studenti, altre esigenze. Gli universitari dell'Udu sono invece scesi in piazza per l'abolizione del numero chiuso, per lo smembramento dei megatenei, per maggiori finanziamenti che consentano un reale diritto allo studio, per un tetto massimo nazionale delle tasse universitarie che li metta al riparo da nuovi aumenti. Con loro il rninistro ha già aperto un tavolo di trattative sabato scorso. Ma l'autunno caldo '96 ha anche un'altra anima. Non c'erano soltanto gli studenti di sinistra a protestare in piazza. A Roma, oltre al corteo principale ha sfilato un serpentone di circa 600 giovani aderenti al coordinamento apolitico «Zero in condotta». Più coloriti gli slogan: «Berlinguer, Jervolino, stessa scuola, stesso casino». E poi ancora: «Ma quale riforma, ma quale autonomia, ministro Berlinguer ti cacceremo via», oppure, «Il classico è storia, il classico è cultura, invece il ministro è solo spazzatura». Il vituperato ministro, comunque, ha ricevuto anche loro, portatori di richieste diverse. A differenza dei colleghi della Sinistra giovanile, sono del tutto contrari alla riforma di Berlinguer, e vogliono il ritorno della meritocrazia e l'autogoverno degli studenti. E, sempre a differenza dei colleghi, loro non sono rimasti soddisfatti dell'incontro con il ministro. «Abbiamo chiesto al ministro che siano varate in tempi paralleli la riforma sulla autonomia e quella degli organi collegiali - hanno detto alcuni uscendo dalla sala -. Il ministro ci ha risposto che intende procedere a singoli passi, così come avviene per numerosi affluenti che si riversano in un grande fiume. Ma questo principio, secondo noi, non sta in piedi e non ci dà garanzie. Voghamo più garanzie». [s. ric.] Due immagini dei cortei studenteschi di ieri. Erano 200 mila nelle piazze di 70 città italiane. Nessun incidente, molti striscioni, qualche fumogeno colorato. Poi hanno incontrato il ministro Berlinguer

Luoghi citati: Aquila, Brescia, Italia, Milano, Napoli, Roma, Siracusa, Torino