«Miglior tavolo? Il Parlamento» di R. Sii.
Il procuratore Caselli d'accordo: «L'importante è superare lo scontro e arrivare al confronto» Il procuratore Caselli d'accordo: «L'importante è superare lo scontro e arrivare al confronto» «Miglior tavolo? Il Parlamento» Flick: lì si discuta sulla giustizia ROMA. «Il confronto è sempre positivo, ma il miglior tavolo è quello del Parlamento e delle sue competenti commissioni». Così il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, commenta l'ipotesi del tavolo sulla giustizia proposto dal procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli, e dal vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni. Le commissioni, secondo Flick, «potrebbero valutare se portare avanti un discorso congiunto tra di loro e interpe'lare i vari operatori della giustizia per fare il punto sulle priorità da affrontare, considerato che al Parlamento sono accumulati disegni di legge di iniziativa parlamentare e governativa che nell'insieme costituiscono un intervento organico sulla giustizia». Il contrasto, in realtà, è più apparente che reale. E infatti il procuratore Caselli si dice «personalmente soddisfatto perchè sostanzialmente le parole del ministro corrispondono alla mia proposta». Il punto fondamentale, dice Caselli «è la necessità di superare la logica dello scontro per battere la strada del confronto, aperto al contributo dell'esperienza di noi operatori, magistrati e avvocati». Già, ma il punto è, questo confronto deve avvenire in quale sede? In un tavolo «ad hoc» come da proposta Violante-Caselli, o in commissione «aperta», come dice il Guardasigilli? «Come sede possi¬ bile - dice Caselli - io stesso avevo indicato la commissione giustizia, precisando che ovviamente la potestà decisionale rimaneva esclusiva del Parlamento. In sostanza è la stessa posizione del ministro». E a dimostrazione che il futuro della giustizia in Italia è nodo centrale della politica, anche Botteghe Oscure si è confrontata in un acceso dibattito sulla giurisdizione unica, la figura del pm e la separazione delle carriere. «Il dibattito - sintetizza Antonio Soda - è spostato molto in avanti, nel senso che oggi ci sono i garantisti, i supergarantisti e gli ultragarantisti...«.Coscienti del fatto, come dice Cesare Salvi, che «se un errore abbiamo compiuto è stato quello di non aver af- frontato il tema della giustizia nella sua organicità, il che ha indotto a parlare erroneamente di schizofrenia del pds o di retropensieri da parte nostra o di una clamorosa svolta. E' a questo errore che ora cerchiamo di porre rimedio». Il chiarimento interno urge. La Bicamerale bussa alle porte: quali progetti di legge inserirà il pds nell'agenda della Bicamerale che dovrà occuparsi anche della magi¬ stratura? Giovanni Pellegrino ha pochi dubbi. La parola d'ordine è «unicità di giurisdizione. L'unicità del pm realizza il valore della terzietà e più si distingue il pm dal giudice meno ci sarà bisogno di inserire nel processo norme che ne garantiscano l'equilibrio». Molto più prudente Carlo Smuraglia. «L'idea è affascinante. Ma poiché parliamo di organi che funzionano malissimo, io vedo il rischio che un accorpamento finisca col peggiorare lo stato delle cose. Pm e giudici, più si allontanano tra loro peggio è». E per Pietro Folena «se si vuole andare verso un pm collocato sempre più vicino alla polizia giudiziaria, allora tanto vale che sia un poliziotto a sostenere l'accusa nel processo. C'è da fare un grande lavoro di rinnovamento degli apparati dello Stato, che è soltanto agli inizi. Ci vorranno decenni... altro che cambiare i vertici dei servizi segreti». [r. sii.]
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