« Una bella vittoria » Amodio: io sempre fiducioso di Susanna Marzolla

%1 « Una bella vittoria » Amodio: io sempre fiducioso IL LEGALE DEL CAVALIERE PMILANO ROFESSOR Amodio, una bella vittoria non c'è che dire, avete sovvertito tutte le previsioni... «Certo una vittoria. Ma devo aggiungere che le previsioni che ci davano già per sconfitti derivavano da un ascolto di parte. Insomma si è dato credito solo alle voci di fonte investigativa, dello Serious Fraud Office. I giudici sono un'altra cosa». Ennio Amodio, difensore di Silvio Berlusconi, non si nasconde certo la soddisfazione per la decisione del ministero degli Interni inglese. Anzi, una doppia soddisfazione: perché quella decisione fa tacere quanti davano per «praticamente impossibile» il mancato arrivo a Milano delle carte sequestrate a Londra. Non è così, invece. Come e quando avete saputo la notizia? «Il nostro corrispondente londinese, lo studio Peters and Peters, ci ha inviato subito via fax la lettera del ministero dell'Interno. Gliela leggo: "Noi ci impegniamo a non trasmettere i documenti fino alle ore 16 di venerdì 1 novembre". E' firmata da mister Sonnenberg "in rappresentanza del segretario di Stato", e, per essere più precisi, è intestata "Ministero dell'Interno. Direzione per i rapporti internazionali in materia penale"». Proprio l'ufficio preposto alle rogatorie, quindi. Ma cosa può aver prodotto la «svolta» che ha impedito la trasmissione delle carte? «Innanzitutto vorrei ripetere che a mio parere non si tratta affatto di una svolta. Si dava per scontata quella che era l'opinione dello Sfo. Come, parimenti, si sono fatte apparire dei giudici visuali col¬ pevoliste sulle transazioni commerciali della Fininvest che invece erano proprie dell'agenzia investigativa inglese». Ma anche il giudice Brown, in certi passaggi della sentenza, non è parso affatto tenero con le tesi della difesa... «Non voglio esprimere giudizi su questo. Mi limito però a ricordare l'ultima frase della sentenza, là dove si dice che "'nell'inchiesta italiana non è stata finora accertata la responsabilità di alcuno degli imputati; nulla di quanto affermiamo può essere usato per costruire una presunzione di colpevolezza"». Questa frase sembrava più che altro una formula di rito... «Nient'affatto. E' un'affermazione della massima importanza». Ma, sinceramente, vi aspettavate quanto è successo? «Io sono sempre stato fiducioso. Sapevo che gli avvocati Claire Montgomery ed Edward Fitzgerald, che ci hanno rappresentato davanti all'Alta Corte, sono tra i più quotati di Londra. Come sapevo che la questione se definire o meno "reato politico" l'illecito finanziamento ai partiti è tutt'altro che scontata». Proprio sul problema di «reato politico» si basano due delle tre questioni per cui l'Alta Corte ha concesso il permesso di rivolgersi alla Camera dei Lord... «Infatti, dalla sentenza emergeva una concezione ottocentesca di "reato poltico"; l'illecito finanziamento, invece, è considerato tale in molti Paesi europei. In Svizzera ad esempio». Ora che succede? «La Camera del Lord deve decidere se considerare questo problema di "interesse pubblico generale" e meritevole di discussione. Inviare le carte nel frattempo poteva sembrare un "disprezzo della Corte". Questo hanno sostenuto i nostri colleghi inglesi e per questo il ministero dell'Interno ha bloccato tutto». Susanna Marzolla %1 L'avvocato Ennio Amodio difensore di Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Londra, Milano, Svizzera