Santer lo sfono dell'Italia sarà premiato

*** ★ * Il presidente della Commissione europea: se la lira entra nello Sme nel '96, Maastricht più vicina Santer: lo sfono delPHalia sarà premiato «Spero che la Finanziaria sia approvata» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il presidente della Commissione europea Jacques Santer apprezza lo sforzo che l'Italia fa per rincorrere la moneta unica, incoraggia a proseguire e dice: se quest'anno la lira tornerà nello Sme, il criterio di Maastricht per la stabilità del cambio sarà rispettato. Poi finita l'intervista si dice sorpreso per la tenuta della maggioranza: «Si vede che hanno capito qual è la posta in gioco». Alla nascita dell'Unione economica e monetaria (Uem) mancano 800 giorni. A che punto siamo coi preparativi? «Siamo sulla buona strada. Ci arriveremo puntualmente il primo gennaio '99, con un numero apprezzabile di Paesi. La Commissione ha presentato le proposte per lo statuto giuridico dell'Euro ed il Patto di stabilità, che è importante per assicurare che l'Euro sia una moneta stabile: i Paesi non devono solo rispettare i criteri di Maastricht per entrare nell'Uem, devono mostrare stabilità finanziaria anche dopo. Mi aspetto che queste proposte siano approvate dal Consiglio europeo di Dublino, in modo che entro l'anno tutto sia pronto per l'entrata in vigore dell'Uem». Il Parlamento italiano sta esaminando la finanziaria che dovrebbe portare il Paese verso l'Euro. Qual è il suo giudizio? «Saluto gli sforzi intrapresi dal governo per risanare il bilancio e riportare il tasso d'inflazione a un livello abbastanza basso. La Banca d'Italia ha appena tagliato i tassi d'interesse. Sono segnali promettenti per la determinazione e la credibilità della politica del governo. Spero che la finanziaria venga approvata». Il Parlamento ha approvato l'obiettivo di ridurre il deficit al 3%, come indicato a Maastricht. «Sì, tutto ciò va nella direzione giusta e mi felicito per l'accanimento con cui il governo italiano opera, in condizioni non sempre facili, affinché l'Italia rispetti tutti i criteri di Maastricht». Lei ricordava la riduzione del tasso d'interesse: ciò avvicina l'Italia alla moneta unica? «Sono segnali che non lasciano alcun dubbio sulla volontà politica del governo, ma anche sulla credibilità di questa politica. Io vedo infatti che i mercati reagiscono favorevolmente». Molti in Italia temono che la finanziaria deprima l'economia. Sono timori fondati? «Non credo si possa prevedere alcuna recessione, perché i fondamentali economici sono sani: la politica finanziaria, l'inflazione, i tassi d'interesse. In Europa si vede una ripresa, soprattutto in Germania, che è la più grande forza economica. Secondo le nostre previsioni nel '97 vi potrà essere una crescita del 2,4%. E sono previsioni moderate». Il governo vuole riportare la lira nello Sme entro l'anno. Come verrà determinata la nuova parità del cambio? «Il rientro della lira nello Sme sarà una buona cosa. Gli sforzi del governo anche in questo caso trovano il mio incoraggiamento. Quanto alla parità, ci vuole l'accordo di tutti, ma è chiaro che, perché il cambio sia sostenibile, va stabilita una parità giudicata credibile dai mercati finanziari». Se la lira rientrerà nello Sme entro l'anno l'Italia avrà rispettato il criterio di Maastricht sulla stabilità del cambio? «Mi sembra di sì». Il minict.ro delle Finanze Visco ha detto tempo fa che «potenti forze» vogliono l'Italia fuori dalla moneta unica. «Questa non è la nostra impressione. Tutti gli Stati membri sono chiamati a partecipare. Non c'è alcuna esclusione nei confronti di nessuno ed io sarò felice se tutti gli Stati fondatori della Comunità europea, dunque anche l'Italia, rispetteranno le condizioni per partecipare all'Uem». Per mantenere il virtuosismo di bilancio l'Europa dovrà riformare sanità e pensioni? «Sono gli Stati membri a dover decidere quali spese incideranno di più sui loro bilanci futuri. Attual¬ mente tutti stanno facendo grandi sforzi per il risanamento. Ma Maastricht o no, per mantenere il modello sociale europeo avrebbero comunque dovuto riparare agli errori del passato, perché di errori si tratta». La Conferenza per la riforma dell'Unione segna il passo. La proposta franco-tedesca, una «cooperazione rafforzata» tra i Paesi che vogliono più integrazione, può essere lo spiraglio per arrivare all'unione politica? «La proposta va nella buona direzione: alcuni Stati membri potrebbero andar più lontano di altri nell'approfondire l'integrazione, senza che nessuno possa bloccarli. Naturalmente ciò può essere concepito solo mantenendo il quadro istituzionale unico. Dev'essere una t'orma di magnetismo, che spinga gli altri Stati a raggiungere il plotone di testa. Lo dico perché non vorrei l'osse un nuovo nucleo duro chiuso». E se la Conferenza fallisse? Può sorgere una confederazione parallela all'Unione? «Non voglio cosiderare quest'ipotesi. La Conferenza deve riuscire e dare all'Unione gli strumenti per imporsi sulla scena politica intemazionale. Altrimenti l'Europa, allargata a nuovi membri, si ridurrà a una zona di libero scambio. Sarebbe una grande possibilità perduta e una grande responsabilità nei confronti delle generazioni future». Fabio Squillante «Non credo nella recessione I vostri fondamentali economici sono sani: politica finanziaria, inflazione tassi d'interesse» *** ★ * Il presidente della Commissione europea Jacques Santer

Persone citate: Fabio Squillante, Jacques Santer, Santer, Visco