«Sarà opposizione durissima» L'ultima sfida di Berlusconi barricadero di Fabio Martini

«Sarà opposizione durissima» «Sarà opposizione durissima» L'ultima sfida di Berlusconi barricadero IA MAMMA DI FERRO «mamma de»?) che preoccupanti ricadute psico-sociali. Una dopo l'altra, senza distinzione bipolare, si sono affacciate sulla ribalta della vita pubblica quasi tutte le mamme possibili. La signora Rosa Berlusconi ha mostrato in tv la foto del figlio giovane e a torso nudo. La signora Fabiola D'Alema ha narrato episodi edificanti sulla precocità anche politica del piccolo Massimo. La signora Ida Bossi ha garantito che il suo Umberto «è sempre stato tenero e docile in casa e determinato fuori». La signora Danila Fini ha stabilito un contatto, quasi un intergruppo materno del Polo, con la signora Mirella Casini. La signora Filomena D'Onofrio, infine, veterana del mothering giornalistico, ha ormai un suo pubblico e un suo ben delineato profilo promozionale. Bene, proprio indagando su Mussi, per una volta a Quaranta pareva di avere scovato una mamma diversa. Una mamma in totale disaccordo politico con il figlio. «Adesso raccontano - poteva finalmente scrivere Quaranta - che quando parla del suo Fabio, la mamma scuote la testa e sospira: "E' proprio diventato uno s...". Ma forse - così si chiudeva il ritratto - è solo una malignità». Di qui la lettera di smentita: «In effetti è solo una malignità» scrive infatti all'Espresso la signora Silvana Bianca Mussi. Che tuttavia continua: «A Piombino però si mormora che io avrei detto- "Guido Quaranta e il direttore dell'Espresso sono due s...". Gira la voce. In questo caso mi vedo obbligata a confermarla». Con i prevedibili distinti saluti. E la tranquilla conferma, dopo tutto, che la mamma è sempre la mamma: anche quando le capita di esercitare un efficace e severo governo dei media. Filippo Ceccarelli VITERBO DAL NOSTRO INVIATO Chi glielo avrebbe mai detto a Silvio Berlusconi? Lui - ex capitano di industria, ex politico vincente finire alla Fiera di Viterbo, in tuta, scarpe da tennis e urlare a squarciagola: «Faremo opposizione dura in Parlamento, ma questo non basta, faremo sentire la nostra protesta sfilando nelle piazze e nelle città!». I viterbesi applaudono felici il Berlusconi barricadiero, ma lui stesso ha un soprassalto di sincerità quando ammette: «Mai nella vita avrei immaginato di andare in piazza!» (applausi frenetici), «...ma dobbiamo fare anche quel che non avremmo mai pensato di dover fare...». Da qualche mese a Berlusconi tocca un ruolo poco congeniale, quello dell'oppositore e lui si sforza di interpretarlo con professionalità. E così, nei padiglioni della Fiera di Viterbo (fra qualche giorno si apre la mostra della bomboniera), il Cavaliere si presenta in versione a metà tra lo sportivo e il casalingo: un look che prevede maglioncino girocollo blu, morbidi pantaloni della tuta, scarpe «Fila» da tennis sempre blu. Secondo copione, Berlusconi va su e giù per il palco con il microfono stretto nella mano destra. E anche il suo comizio a passeggio segue quasi perfettamente il copione delle ultime settimane: una requisitoria argo- mentata e senza chiaroscuri contro il governo Prodi e la sua Finanziaria. Anche se stavolta aggiunge un argomento in più, rincara la dose con parole importanti: «La Finanziaria butta benzina sul fuoco» della secessione e attenzione a Bossi «che sembra addormentato, ma che è lì presente: se non si riuscirà ad entrare in Europa aumenterà il numero di coloro che credono nella secessione». Di più: «ogni giorno qualcuno si convince che ha ragione Bossi». E Berlusconi sfodera un sondaggio fresco fresco, sfornato due sere fa: «Il 36 per cento della gente del Nord non è contraria, quindi in qualche modo è favorevole, ad ima secessione del Nord dal Sud». E per motivare la sua opposizione «dura» alla Finanziaria di Prodi, il Cavaliere illustra una spirale psico-economica di questo tipo: «Nelle famiglie comincia a serpeggiare la paura, lo sgomento, dunque si consuma di meno, dunque nelle imprese diminuisce il fatturato, c'è meno produzione e dunque meno lavoro. E a quel punto diminuisce anche il gettito, le entrate fiscali... e allora il governo è costretto ad aumentare le imposte...». Una spirale un po' apocalittica che suscita più apprensione che applausi e allora il Cavaliere cambia registro e per qualche minuto sembra tornare quello della campagna elettorale del 1994: «I comunisti sono pessimi gestori dell'economia! Ma sanno occupare il potere, sanno come attestare i loro uomini nelle redazioni dei giornali e nelle Procure». Alla platea questo Berlusconi piace e lui li accontenta con una frase che urla a tutto fiato: «Siamo un esercito di uomini e donne che vogliono restare liberi, liberi». Ma ai viterbesi (sono venuti in duemila ad osannarlo) il Cavaliere dice pure che «il governo dovrebbe andare a casa domattina», che «il ceto medio è visto dalla sinistra come il nemico», che nelle scuole italiane «c'è una rete marxista», che «la de ha avuto il grande merito di aver fatto cresceréll benessere nella libertà». E D'Alema? Berlusconi neanche lo nomina il suo amico Massimo, quello che Marco Pannella chiama ironicamente «mon amour». Tra i due l'accordo è ancora forte, visto che Berlusconi si limita a sorridere sul tentativo del pds di trasformarsi in un partito socialdemocratico. Una puntura di spillo e nulla più. E il suo alleato Fini? Appena Berlusconi nomina An parte l'applauso e dunque non è questa la platea giusta per prodursi in sottili distinguo. E allora il Cavaliere tira fuori dal cilindro una suggestione nuova: «Speriamo che in futuro Alleanza nazionale possa confluire in un unico schieramento di centro-destra». Dunque, un comizio scoppiettante, applauditissimo e che Berlusconi ha concluso con una specie di preghiera: con lui nel ruolo dell'«officiante» e i viterbesi in quello dei «fedeli». Berlusconi ha invitato tutti ad alzarsi in piedi e a riflettere sui comandamenti di Forza Italia: «Crediamo nell'impresa», «crediamo nella tradizione cattolica», «crediamo nel rispetto degli altri», «crediamo nella tolleranza», «crediamo nella concorrenza», «crediamo nella competizione». Fabio Martini II Cavaliere in tuta e scarpe da tennis «Contro la Finanziaria sfileremo in piazza» ; Il leader di Forza Italia: «Il governo dovrebbe andare a casa domattina» Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri alla Fiera di Viterbo in maglione e scarpe da tennis

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