Di Pietro mai chiesto il fascicolo su Pacini di Giovanni Bianconi

Qualcuno aveva depennato «Chicchi» dal registro degli indagati scrivendo a margine: «Trasmesso a Milano» Pi Pietro; mai chiesto il fascicolo su Fucini Qualcuno aveva depennato «Chicchi» dal registro degli indagati scrivendo a margine: «Trasmesso a Milano» Scomparsi da Roma anche stralci del memoriale di Mach ROMA. Nel «mistero delle carte scomparse» si fa vivo Antonio Di Pietro. Il suo nome compare di continuo sui giornali e nei discorsi fra i giudici che stanno cercando di capire che fine ha fatto il fascicolo su Pierfrancesco Pacini Battaglia e lo scandalo della cooperazione, e pochi giorni fa l'ex pm di Mani pulite ha deciso di dire la sua, prima che gliela chiedessero i magistrati di Roma e La Spezia: ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio, il quale l'ha immediatamente inviata via fax alla Procura di Roma. Di quelle carte non so nulla, dice in sostanza Di Pietro, che nella missiva dà la sua versione dei fatti. Nel 1993 - afferma il ministro dei Lavori Pubblici - quando lui stava indagando su Enimont e aveva già ascoltato Pacini Battaglia, seppe che nella capitale il suo collega Vittorio Paraggio s'era imbattuto nel banchiere italosvizzero scavando tra i miliardi pagati per la cooperazione internazionale. Di Pietro contattò allora Paraggio, e gli disse di tener conto delle indagini in corso a Milano precisando però - secondo quanto dice adesso l'ex giudice - che per la cooperazione doveva procedere la Procura di Roma; a lui interessava il resto. Di conseguenza, conclude Di Pietro, lui non ha mai chiesto a Paraggio il fascicolo sulla cooperazione, né quelle carte gli sono arrivate. Ecco perché a Milano non si trovano, ed ecco perché Mani pulite non ha indagato su Pacini Battaglia e lo scandalo degli aiuti al Terzo Mondo. La lettera di Di Pietro è finita immediatamente nel fascicolo sul «mistero» aperto dal procuratore «reggente» di Roma Giuseppe Volpari. In quel faldone c'è anche il vecchio e ormai famoso fax inviato in quei giorni del 1993 da Di Pietro a Paraggio, dove l'attuale ministro avvertiva che Pacini collaborava con lui, e che quindi sarebbero state «inopportune sovrapposizioni di indagini riguardanti la sua persona». Il problema è che poco più di un mese dopo l'invio di quel fax, alla data del 22 luglio, sul registro degli indagati di Roma il nome del banchiere è stato depennato, con un'annotazione a margine: «Trasmesso a Milano per competenza». Ad oltre tre anni di distanza, però, questa trasmissione - che dovrebbe aver effettuato l'ex pm di Roma Paraggio, oggi procuratore a Voghera - viene adesso negata dall'ipotetico destinatario, cioè Di Pietro. E così il «mistero», anziché chiarirsi, si infittisce. Oltre alla Procura della capitale se ne sta interessando anche quella della Spezia, dove i pm Cardino e Franz cercano di individuare fatti concreti che possano dimostrare le «coperture giudiziarie» di cui, secondo loro, avrebbe goduto Pacini Battaglia. Ma di carte scomparse non ci sono solo quelle relative al banchiere finito in carcere, che peraltro - sempre a Roma - è di nuovo sotto inchiesta per la corruzione legata alla cooperazione. I magistrati impegnati in quell'inchiesta - che ieri hanno discusso a lungo con Volpari di queste vicende - stanno rileggendo anche il memoriale del finanziere Ferdinando Mach di Palmstein, arrestato su ordine di Paraggio nell'ottobre del 1994, nella casa parigina dell'attrice Domiziana Giordano. In quell'appartamento furono sequestrati molti documenti tra cui, appunto, anche un memoriale che però, secondo indizi e rivelazioni, sarebbe incompleto. Tra le parti mancanti, scrive il settimanale Panorama, ci sarebbero proprio quelle dedicate ad Antonio Di Pietro e al suo amico Giuseppe Lucibello, oggi avvocato di Pacini Battaglia. Quei fogb erano nella casa di Parigi e sono spariti in seguito, oppure il dossier sull'uomo simbolo di Mani pulite mancava anche allora? E' quello che dovranno stabilire i giudici romani, i quali nel frattempo hanno rilevato un'altra stranezza di questa inchiesta: il memoriale di Mach era finito in archivio insieme al fascicolo sulla Giordano, accusata di favoreggiamento e poi prosciolta, mentre invece doveva trovarsi nelle inchieste riguardanti Mach, alcune delle quali sono già in discussione di fronte al tribunale. Giovanni Bianconi Interno