Rai il pranzo della ricostruzione di Maria Grazia Bruzzone
Il presidente incontra i neodirettori, mentre Brancoli attacca: «Il cda? Poveri orfanelli» Rai, il pranzo della ricostruzione Il presidente incontra i neodirettori, mentre Brancoli attacca: «Il cda? Poveri orfanelli» «Dimostriamo che con noi la politica non c'entra» ROMA. Pranzo nella sala ovale al settimo piano di viale Mazzini, il presidente della Rai Enzo Siciliano ospita i cinque direttori di testata per una chiaccherata informale di riconciliazione, dopo le ultime polemiche. Superato il giro di boa dei nuovi organigrammi, Siciliano ha voluto ricominciare da tre, anzi dai cinque neodirettori che, a parte il nuovissimo Paolo Ruffini, appena giunto al Gr dal Messaggero, finora non avevano ancora avuto il piacere di incontrarlo. E cosa meglio di una colazione di lavoro? Tagliolini al pomodoro, pollo e arrosto di vitella con insalatina, uva e pere, caffè. Alle 13.35 i sette sono intorno al tavolo, dove il presidente usa consumare i suoi pasti in Rai (la Moratti si accontentava di crakers e arance, tutt'al più un scatola di Pavesimi. Siciliano siede a un capo del tavolo, fra Roberto Morrione (Rai International) e Lucia Annunziata (Tg3). A fianco di Morrione c'è la recluta Paolo Ruffini (Gr), accanto ad Annunziata l'amico Marcello Sorgi (Tgl), seguono Clemente Mimun (Tg2), Nino Rizzo Nervo (TgR) e Pietro Vecchione, assistente del presidente, oltre che cooordinatore della radio, che verbalizza su un taccuino. Siciliano blandisce e esorta. «Finalmente siamo qui tutti uniti - dice più o meno - dobbiamo fare una polìtica di canale con le reti, presto incontrerò anche i direttori di rete. Basta con le polemiche. Dimostriamo che con noi la politica non ha niente a che fare. Non abbiate timore di mostravi indipendenti, da oggi si ricostruisce. L'obiettivo è battere la concorrenza puntando su qualità e grandi ascolti». Annunziata e Mimun in verità sono un po' risentiti, Brancoli li aveva definiti «appaltati», il presidente del ppi Bianchi aveva addirittura detto che i loro erano «tg d'area». La Rai non ha fiatato e adesso temono di fare la figura dei lottizzati: «L'editore deve tutelare i nostri prodotti, o non ci stiamo», sostengono. Ma in fondo sono contenti. Sono tutti giovani e pieni di voglia di fare. E' il «pranzo dei quarantenni», scherzano. Ma fuori dalla sala ovale le malignità si sprecano. Anche perchè il presidente non ha invitato nè il direttore generale Franco Iseppi nè gli altri consiglieri. Tanto che Fiorenza Mursia definisce la colazione «un'esibizione muscolare di Siciliano». Non solo. Il direttore delle Tribune Angela Buttiglione, Marcello Del Bosco di Televideo e Bartoletti della TGS, esclusi dal giro, sono indignati. Il pranzo, o colazione, termina alle due e 55 e dovrebbe restare riservato, come spiega il presidente. E i direttori escono decisi a rispettare la consegna. Ma fuori trovano una folla di cronisti, e un'intera troupe del Tg5 avvisata da chissà chi. A rovinare la festa arriva l'anticipazione di un'intervista all'Espresso di Rodolfo Brancoli, che spande veleno a destra e a manca: «Mi ha fatto fuori il partito Rai, le forze esterne e interne che hanno occupato l'azienda». Il cda? «Cinque poveri orfanelli che non sanno decidere». Il Tgl? Un luogo dove «prevalgono narcisismo, vanità e la fregola di apparire in video». Replica gelida del cdr: «Un'uscita inelegante. Comprendiamo l'amarezza, ma nascondere il bersaglio delle proprie critiche è codardo». In serata, in commissione di Vigilanza, Siciliano ha spiegato che «la miglior difesa di Mimun e Annunziata sono i loro tg» e ha difeso le ultime nomine: «Sorgi è un ottimo professionista, al Gr ha dato prova di imparzialitùà e professionalità nel gestire i corpi redazionali. Il suo spostamento, che può apparire incongruo, nasce da queste considerazioni». E Iseppi, sereno, ha dichiarato che «il cda ha trovato un suo modo di lavorare, e la sua unitarietà». E poi: «Non ho mai ricevuto identikit da Bianchi. Che forse confonde Sorgi con Sorge». Maria Grazia Bruzzone
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