«Fisco, casa, lavoro: solo risposte vaghe» di P. Pat.

 i, lavoro: solo risposte vaghe» i, lavoro: solo risposte vaghe» Cofferati: l'Ulivo tratti prima con Rifondazione ...... . ■. . . ■ ..... IL LEADER DELLA CGIL SROMA ERGIO Cofferati, soprannominato «il cinese», ieri a Palazzo Chigi sembra abbia perso il consueto aplomb d'imperturbabilità e si sia arrabbiato dopo essersi vanamente scontrato per 5 ore col muro di gomma rizzato dal governo sulla Finanziaria. Ma alla fine sarà rimasto soddisfatto, perché di fronte alle minacce del sindacato di mobilitarsi, di scendere in piazza contro il governo dell'Ulivo, Prodi ci ha ripensato e vi ha riconvocati a Palazzo Chigi... «Nessun senso di soddisfazione. Aspettiamo l'incontro di lunedì e vedremo che cosa ci dirà di nuovo il governo. Perché la riconvocazione si rivelerà utile soltanto se Prodi ci darà quelle risposte di merito che sono invece mancate finora». E tanto le è bastato per denunciare «la crisi profonda» tra il governo di centro-sinistra e i sindacati? «Al di là del metodo positivo, dal governo abbiamo ricevuto solo risposte parziali e insufficienti, una preoccupante inconsistenza di propositi. Che cosa dovevamo fare? Il governo non ci ha dato l'impressione di voler stringere sulle questioni che gli avevamo posto, sui chiarimenti, sulle richieste di modifica. Abbiamo registrato soltanto intenzioni che riguardano ambiti procedurali e non i contenuti dei provvedimenti». Che cosa avete gettato sul tavolo del governo? «Tutte cose che avevamo già dichiarato in anticipo. Dalla casa al pacchetto fiscale, su cui si stanno appuntando pressioni violente dall'esterno, alla conferma della decisione sull'Irep. Il nostro obiettivo è che tutte vengano caratterizzate da parte del governo da quegli stessi elementi di equità che abbiamo apprezzato nella prima parte della Finanziaria. Perché non bisogna dimenticare che non abbiamo contestato le dimensioni complessive della manovra, abbiamo apprezzato che il governo non sia intervenuto con tagli alle prestazioni previdenziali e sanitarie». E invece che impressione avete tratto dall'incontro a Palazzo Chigi? «Lo ripeto: solo risposte parziali e insufficienti. Come anche sugli altri argomenti che abbiamo sollevato: dalle norme di attuazione del patto per il lavoro, firmato un mese fa e non ancora decollato, alla tassa per l'Europa. A questi temi ne abbiamo aggiunto un altro, che riteniamo indispensabile: la richiesta di un pronunciamento del governo sulla politica dei redditi e sull'accordo del luglio '93». Perché questa aggiunta? «Perché c'è in ballo il contratto dei metalmeccanici ed è importante che il governo sottolinei il suo interesse per le regole contrattuali definite nel '93. Ma ci sono anche altri contratti aperti, e perciò abbiamo sollecitate il governo a dare corso immediato alle trattative nei settori che dipendo- no dai ministeri, come quello degli autoferrotranvieri. E' indispensabile che il governo adotti quegli stessi criteri anche nelle vicende contrattuali che dipendono da lui». Ma dopo aver ingaggiato il braccio di ferro con il governo, minacciando la mobilitazione e magari lo sciopero, Prodi vi ha richiamato in fretta al tavolo delle trattative: a questo punto che succede? «Se l'incontro di lunedì va male, se non otteniamo dal governo quanto chiediamo, allora decideremo con Cisl e Uil le forme e le modalità della mobilitazione. Ma se lunedì le risposte che ora Prodi sembra intenzionato a darci saranno convincenti allora non ci sarà più alcuna mobilitazione». Crisi rientrata, allora? «Aspettiamo lunedì, la risposta dipende esclusivamente da quanto intende fare il governo. Dopo questo primo incontro molto deludente, vedremo se nel frattempo sono maturati elementi di novità». Questa crisi del sindacato con il governo dell'Ulivo, con l'inserimento di Rifondazione nel ruolo di mediazione sociale, ha dimostrato in ogni caso che c'è qualcosa che stride e va modificato se non si vuole arrivare a uno sciopero dei lavoratori contro un governo di centro-sinistra? «Il problema riguarda il governo che ha una difficoltà oggettiva di metodo da superare per evitare in futuro di apparire confuso e contraddittorio. Mi spiego, il governo prima deve fissare le sue scelte accordandosi con la maggioranza che lo sostiene in Parlamento e solo dopo deve discutere con le parti sociali. Ogni soluzione di¬ versa rende instabili i rapporti e il sindacato non ha la certezza che quello che pattuisce con il governo venga poi attuato perché si riapre la discussione fra governo e maggioranza in Parlamento. L'anomalia di un governo che basa la sua maggioranza anche su forze esterne non può scaricarsi sulle relazioni sociali. Questo rischia di essere distruttivo». [p. pat.]

Persone citate: Cofferati, Prodi

Luoghi citati: Europa