E' sceso il gelo tra governo e sindacati

Finanziaria: i leader alzano la voce con Palazzo Chigi dopo un colloquio infruttuoso ¥ sceso il gelo tra governo e sindacati Finanziaria: i leader alzano la voce con Palazzo Chigi dopo un colloquio infruttuoso IIpremier: «Le cose vanno avanti, un passo alla volta» ROMA. Il sindacato alza la voce con il governo dell'Ulivo. Cofferati, D'Antoni e Larizza se ne vanno da Palazzo Chigi sbattendo la porta, dopo cinque ore di infruttuoso colloquio con Prodi, Veltroni, Ciampi, Visco e Treu sul pacchetto fiscale e la casa, l'attuazione del patto per il lavoro e la tenuta dell'accordo del luglio '93. E minacciando per lunedi la mobilitazione sindacale, anticamera di sciopero, in mancanza di risposte convincenti da parte governativa. Ma in poche ore il governo ci ripensa e convoca, proprio per lunedì, i leaders sindacali, per disinnescare la protesta. Spiega, pacioso, Prodi: «I sindacati per ora sono insoddisfatti. E lo saranno fino a quando non sarà raggiunto un accordo preciso. Ma non ci sono rotture, si fa un passo alla volta. La Finanziaria è sempre frutto di un avvicinamento lento e difficile. Direi che le cose stanno andando avanti». Una dichiarazione intrisa di fiduciosa attesa che chiude la cronaca di una convulsa giornata di confronto a volte anche aspro. Cinque ore trascorse vanamente da parte dello stato maggiore dei sindacati, nella ricerca di chiari¬ menti sulle intenzioni governative per le aliquote Irpef, la casa o l'Irep, sull'oggetto misterioso della tassa per l'Europa, sulle misure per far decollare quel patto per il lavoro firmato un mese fa e rimasto ancora inattuato. «Il governo non ha detto né sì né no alle nostre richieste - commenta deluso all'uscita da Palazzo Chigi il leader della Uil, Pietro Larizza -. Ma noi non possiamo trattare solo sulle assicurazioni generiche, sulle parole d'onore. Abbiamo bisogno di fatti. Insomma, l'incontro è risultato parziale e insufficiente e ha evidenziato che non c'è alcun accordo con il governo». Dunque, un secco aitala al governo, convalidato anche dalle dichiarazioni di Cofferati e D'Antoni. Dalla tribuna, in conferenza stampa, il leader della Cgil usa parole dure: «I rapporti con il governo sono in crisi profonda, perché abbiamo avuto solo risposte parziali e insufficienti non rispondenti alle esigenze di chiarimento che avevamo prospettato su quattro temi: casa, patto per il lavoro, pacchetto fiscale e rispetto dell'accordo del luglio '93». Rincara Sergio D'Antoni, il leader della Cisl, che è stato il primo ad agitare la fronda anti-Prodi: «Al governo rimproveriamo di non averci dato risposte sulle questioni che abbiamo sollevato. Le idee magari ce le avrà, ma finora le ha tenute solo per sé. Così è per la casa, dove non sappiamo bene cosa succederà. E anche sulle aliquote e le detrazioni Irpef il governo resta nel vago, pur assicurando che gli interventi non avranno conseguenze sui redditi da lavoro. Sui contratti mostra buona volontà e niente più. E dopo un mese, non c'è ancora niente di concreto per attuare il patto per il lavoro». Scontenti, anzi arrabbiati i leaders sindacali avevano quindi convocato una segreteria unitaria lunedì prossimo per studiare le forme di «mobilitazione» contro il governo. Ma a smorzare la loro collera è poi arrivata la nuova convocazione a Palazzo Chigi e le distensive dichiarazioni di Prodi: «I sindacati sanno benissimo che il governo sta facendo una Finanziaria di dimensioni certo forti e pesanti ma di grande equilibrio. Finora abbiamo risparmiato tutti i redditi più deboli. E quando avremo definito anche il contributo per l'Europa credo che ci sarà meno paura di oggi». Il «gelo» calato fra governo e sindacati ha suscitato, naturalmente, gli applausi del Polo. Per Fini «è la dimostrazione che la Finanziaria è talmente ingiusta da determinare le proteste anche della Triplice sindacale che guardava alla manovra del centro-sinistra con attese assai diverse». «Minuetti poco credibili - commenta Silvio Berlusconi -. Se io avessi fatto tutti i cambiamenti di rotta di questo governo non mi sarebbe stato concesso molto tempo. Saremmo stati tutti defenestrati, anche fisicamente, da palazzo Chigi». Mastella si augura che «finalmente il sindacato cominci a far sul serio» mentre per Casini «il sindacato vuole un interlocutore credibile mentre la confusione regna sovrana perché il governo ha cambiato già dieci volte l'impostazione della Finanziaria». Liquida Buttiglione: «Di questo governo non parla bene proprio nessuno». Infine, Bertinotti, convitato di pietra fra Prodi e i sindacati, giudica «utile, importante e positiva la mobilitazione sindacale» perché «può aiutare il governo a scegliere con maggiore determinazione una via riformatrice che ancora stenta a imboccare». Paolo Patruno D'Antoni «Tenetevi le vostre idee». Larizza «Vogliamo i fatti» Il Polo applaude Ma Berlusconi: attenti ai minuetti E lo saranno fino a quando non sarà raggiunto un accordo preciso. Ma non ci sono rotture, si fa un passo alla volta. La Finanziaria è sempre frutto di un avvicinamento lento e difficile. Direi che le cose stanno andando avanti». Una dichiarazione intrisa di fiduciosa attesa che chiude la cronaca di una convulsa giornata di confronto a volte anche aspro. Cinque ore trascorse vanamente da parte dello stato maggiore dei sindacati, nella ricerca di chiari¬ D'Anton«Tenetevi le idee». Lar«Vogliamo iIl Polo applMa Berluscattenti ai miDa siniRomano Cofferati Da sinistra. Romano Prodi Cofferati e Fini

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