Stretta finale per l'Irpef: cinque aliquote, il gettito sarà immutato Sull'Eurotax è ancora giallo

Stretta finale per l'Irpef: cinque aliquote, il gettito sarà immutato Sull'Eurotax è ancora giallo Stretta finale per l'Irpef: cinque aliquote, il gettito sarà immutato Prodi lancerà un appello al Paese ROMA. Sarà un mistero ancora per poco, la tassa per l'Europa, promette Romano Prodi. Intanto alla commissione Bilancio della Camera il mistero cresce. Il presidente del Consiglio sembra convinto che sia meglio far sapere ai contribuenti che cosa li aspetta: «Ci sarà meno paura di quella che c'è oggi». Sembra addirittura sfidare il Polo, che scenderà in piazza il 9 novembre contro la legge finanziaria: «Per quella data mi auguro che abbiate tutti gli elementi» dice rivolto all'opposizione nell'aula di Montecitorio. Sta pensando, Prodi, «a un messaggio al Paese in televisione, un messaggio che spieghi i vantaggi della nostra adesione alla moneta unica europea». Quando? «Bisogna aspettare il momento giusto» è la riserva, dichiarata esplicitamente in un'intervista a Panorama. Alle Finanze si sta lavorando sulle varie parti del tributo straordinario, ma finora il ministro Vincenzo Visco non sembrava particolarmente propenso a bruciare i tempi. E gli emendamenti tecnici approvati ieri sera dalla commissione Bilancio della Camera sembrano fatti apposta per rinviare fino a fine anno la concretizzazione delle misure. Esponenti del Polo sono andati a protestare dal presidente della Camera perché, dicono, con questa genericità così si potrà fare di tutto, «anche tassare i BoT». Che i titoli di Stato non saranno tassati è invece uno dei pochi impegni precisi presi finora dal governo. L'emendamento tecnico serve invece, sostiene il vicepresidente della commissione Bilancio Giovanni Bicocchi, che è di Rinnovamento italiano, a prendere il tempo per esplorare tutte le possibili alternative di tagli alla spesa ed evitare di ricorrere alle tasse. Frattanto la contesa sull'Irpef che ha diviso la maggioranza sta per concludersi - dopo molto rumore - con un ritorno al punto di partenza. «Siamo in dirittura d'arrivo» ha dichiarato ieri sera il capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Olivero Diliberto. L'emendamento concordato dirà che gli scaglioni dell'Irpef vanno ridotti da 7 a 5, senza specificare le aliquote; garantirà che attraverso le detrazioni non ci sarà alcun aggravio per i redditi bassi, e che anzi ci saranno sgravi per le famiglie numerose; stabilirà che il riordino sia a parità di gettito dell'Irpef attuale e dei contributi sanitari che saranno aboliti. Tutto questo stava già scritto, magari con sciatterie burocratiche e oscurità gergali, nel testo del disegno di legge governativo. I partiti dell'Ulivo alla commissione Bilancio avevano voluto restringere l'area della delega al ministro, stabilendo due cifre per l'aliquota minima e massima. Rifondazione ha preso a bersaglio le due cifre, accusando a gran voce che si toglieva ai poveri per dare ai ricchi. Quando il governo ha garantito che i poveri non sarebbero stati danneggiati è stato il turno del Polo di gridare al salasso dei ceti medi. Alla fine si tornerà a dare maggior margine di manovra al ministro, che ripete: «I redditi netti dei contribuenti resteranno invariati». Troppe deleghe in materia fiscale? All'accusa di voler decidere tutto da solo, Visco risponde che «anche il governo Berlusconi aveva annunciato di voler riformare il fisco per delega». Promette inoltre di portare alle commissioni di Camera e Senato il testo dei futuri decreti delegati in tempi brevi e di tenere ampio conto delle loro obiezioni. Contro le deleghe per l'appunto i leader del Polo hanno chiesto un intervento del presidente della Re¬ pubblica, inviandogh' una lettera. Non citano il caso fiscale ma ricordano con puntiglio che durante il governo Berlusconi a Oscar Luigi Scalfaro non piacque la delega per la riforma delle pensioni. Peraltro il Polo ha rinunciato alla mozione di sfiducia contro Visco. Perché? «Perché Visco ha fatto marcia indietro», risponde Silvio Berlusconi. Il ministro sostiene invece di non aver cambiato nulla. L'ultimo strascico della polemica sull'Irep sarà affrontato oggi in un nuovo incontro fra il ministro delle Finanze e il capogruppo di Rinnovamento italiano alla Camera, Diego Masi. Stefano Lepri Il presidente del Consiglio Romano Prodi e (a fianco) Masi capogruppo di Rinnovamento FISCO: LA CACCIA DELLE "FIAMME GIALLE" GEN-SET VAR.% GEN-SET '96 SUL '95 '95 •EVASORITOTALI 2.536 +52,0% 1.668 •EVASORI PARATOTALI1.405 +28,4% 1.094 DATI IN MILIARDI •IMPONIBILE NON DICHIARATO 8.227 +50,0% 5.481 •VIOLAZIONIIVA 2.149 +47.9% 1.418 -IVADOVUTA 1.273 837 -IVA RELATIVA 876 581 NUMERO EVASORI PER AREA GEOGRAFICA 1996 NORD 691 CENTRO 686 1995 NORD 375 CENTRO 547 SUD 1.159 SUD 746, f CLASSIFICA EVASIONE % PER CATEGORIE ECONOMICHE OFFICINE MECCANICHE, 218 CARROZZERIE E AFFINI COSTRUZIONIEDILIZIE 162 NON RESIDENZIALI AMBULANTI 66 TRASPORTO SU STRADA 65 AGRICOLTURA 57 BAR E CAFFE 55 BARBIERI, PARRUCCHIERI, ESTETISTI 49 RAPPRESENTANTICOMMERCIO 42 LAVORAZIONE DEL LEGNO 40 | MATERIALI DA COSTRUZIONE 39 J

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