Ancora sangue per Elena di Guido Ceronetti

L'impensabile attualità di Orazio L'impensabile attualità di Orazio Ancora sangue per Elena MI rigiravo, come fosse specchio di qualcosa di attuale, uno dei versi di Orazio più relegati nel remoto (Satire — I, II): nam futi ante Helenam cunnus taeterrìma belli causa. Traducibile, perché sia chiaro a tutti, così: «Fin da prima di Elena la donna fu una spaventosa causa di guerre». Elena fu la troiana per cui si fece una guerra di sterminio che oggi sicuramente sarebbe evitata con uno scambio di fax. Tradotto alla lettera, cunnus suonerebbe eccessivamente crudo, ma donna non edulcora, può funzionare. Orazio intende: «fin dalla preistoria, per motivi sessuali si fecero guerre spaventose». Pura constatazione, direbbe l'universitario, attualità zero. Quale attualità allora? (devo trovarla, altrimenti non me lo mettono Orazio in pagina). Guerra non si riferisce a crimini passionali o sadici. Tutta la storia del dolorare umano è piena di donne uccise e di uomini che si accoltellano per stolidi motivi di accaparramento sessuale. Questo è stato ante Helenam e sarà sempre. Ma uno scatenarsi di guerra (mondiale, dal momento che tutto l'immondo si fa mondiale subito) per causa di cunnus sarebbe mai possibile? Guarda bene la faccia umana e non ci vedrai che un pazzo. E in un cuore di tenebra storico tutto è possibile. Profondo profondo, ho l'impressione che estremisti algerini, passdarani, talibani e sette islamiche politicizzate di varie Afriche e Orienti abbiano per molla proprio motivi del genere, per una guerra di cunnus più corrodente della troiana e, intenzionalmente, psicologicamente, una guerra non soltanto locale, non limitabile alle nazioni islamiche, ma estesa a tutti i luoghi dove ci siano donne da mettere sotto chiave, sotto velo o da uccidere se renitenti, col loro contorno d'uomini stupefatti, se refrattari o perplessi. Eccola lì, stanata, l'impensabile attualità di quel verso oraziano. Certi lampi di cronaca vagante sembrano bollettini di guerra: di una guerra mondiale, moderna, postmoderna, incombente, dalle radici preistoriche, sconcertanti pozzi di follia riesplosa. La piccola martire mussulmana, sgozzata perché va a scuola senza velo, o perché studia francese, non è una semplice bambina assassinata: è la vittima civile di una guerra di cunnus indefinibile nella sua iperbolica mostruosità. Varrebbe la pena che storici e politologi spendessero un poco di riflessione su questa straordinaria minaccia, aiutandosi con la psicanalisi, anche da noi. In Francia, paese già in qualche modo aggredito, l'attenzione di chi pensa non manca. E sforziamoci di capire. Un egiziano ha bruciato viva la moglie perché parlava inglese. Ma non è l'inglese l'oggetto di questo tipo d'odio: è l'indipendenza, l'emancipazione di lei che il parlare inglese spalanca come un abisso ad accendere il rogo. L'uomo ha sentito in quel povero yes lo sfuggirgli della sua preda sessuale, la perdita del cunnus. I processi di streghe avevano lo stesso sfondo sessuale: la strega parlava inglese: il culto di Satana la emancipava sessualmente, il teologo la buttava sul rogo. In pochi anni, queste vittime civili si contano già a migliaia. Una setta conquista una capitale e come primo atto del suo potere fa sparire dal lavoro, dalle strade, dalle scuole l'intera popolazione femminile: non è un atto di guerra sessuale intemazionale? Sicuramente, per quei barbuti teocraL cunnifobi, con kalashnikov e missili e radar fabbricati in zone di accentuato amoralismo sessuale, il sequestro in casa di tutte le donne è una misura applicabile all'intero mondo abitato. La libertà femminile, dappertutto, di qualunque genere, diventa in questa visione il nemico primo e assoluto. Non si tratta più di guerra ideologica, alla Poi Pot, alla Mao, alla Guevara. Neppure è vera guerra di religione, per formule astratte. Né, in assoluto, è guerra nazionalistica, per il suolo e per il primato. Il motivo sessuale è il suo inconscio tumore primario. Come estirparlo, ferro et igni, sotto il mantello in fuga del guerrigliero senza frontiere? Guido Ceronetti

Persone citate: Guevara, Mao

Luoghi citati: Francia