Giamburrasca contro i giapponesi maxiscorta per una presentatrice

Giamburrasca contro i giapponesi; maxiscorta per una presentatrice lettere AL GIORNALE Giamburrasca contro i giapponesi; maxiscorta per una presentatrice L'impossibile tv alle due di notte Vorrei affrontare un argomento un po' frivolo, se si vuole, paragonato ai tanti drammi quotidiani, ma che mi ha fatto rammaricare per avere perso un'occasione. L'occasione è stata quella di aver mancato la riproposizione dello storico Giamburrasca di Rita Pavone trasmesso da mamma Rai a un orario impossibile, cioè alle due di notte, quando chi non soffre d'insonnia generalmente è tra le braccia di Morfeo. Certo, Giamburrasca è solo una commedia in bianco e nero; forse ai giovani ormai drogati di Power Rangers e in overdose di filmetti giapponesi, una scatenatissima Rita Pavone avrebbe sortito poco effetto. Ma perché disperdere e non ripercorrere una storia della televisione italiana che ha visto protagonisti elementi di varie epoche come De Filippo, Totò-De Curtis, Macario, Bramieri, Bice Valori e tanti altri ancora che non nomino, ormai non più giovanissimi ma vivi e vegeti (buon per loro e per noi...), colonne portanti di film, commedie e cabaret, quello dell'avanspettacolo? Certo, l'epoca commerciale impone le leggi della pubblicità e dei programmi nazionalpopolari: quello che è certo, è che dispiace avere perso la possibilità dopo tanti anni di vedere in primo luogo una simpatica e brava attrice, che ha sempre fatto dei suoi difetti il suo punto di forza, e un documento storico della nostra televisione (un film che all'epoca fece storia se non sbaglio, se consideriamo i diversi mezzi della televisione allora a disposizione) che sicuramente ci avrebbe riportati indietro negli anni ad osservare un modo diverso di fare programmi televisivi per ragazzi. La Rai, televisione pubblica con il canone, potrebbe permettersi di non seguire l'audience a tutti i costi, trasmettendo in orari più abbordabili, magari sulla terza rete, la cultura e la storia della tivù; confidiamo che prima o poi ai pia- ni alti di Saxa Rubra qualcuno ci pensi, non fosse altro che per recuperare un patrimonio artistico che oggi giace (speriamo ancora in buono stato) nei sotterranei di viale Mazzini e che speriamo non vada perdutoVittore Gaetini, Torino Nove carabinieri per la Lambertucci Non vorrei essere definita contestatrice ma assistendo ad avvenimenti così strani, mi viene un magone al cuore. Ma possibile che la signora Lambertucci priva di laurea in medicina e solo una ripetitrice di formule di medicina che legge in libri di trattati di medicina, debba essere scortata da 9 carabinieri in tribunale? Ma come possono avvenire in questo Paese così bisognoso di economie tale sperpero di persone militari, neanche al Presidente della Repubblica che sarebbe giusto questo avviene. Mia madre mi raccontava che nel 1900 l'onorevole Saracco quando era convocato a Roma alla Camera dei Deputati partiva in vagone 3a classe, senza scorte e senza tante spese: mangiava pane e noci. Questo è troppo misero, ma oggi con il bisogno di economie tale spreco e tali onori riservateli alle persone giuste, anche se la signora merita ammirazione per la sua bellezza ma non merita tante spese di scorta. Scusate il mio scritto a mano, non possiedo occorrente più elegante. Ossequi al mio giornale da tanti anni. Comm. Maria Condio, Imperia E adesso riportate la lira in Europa Adesso che la lira è tornata ad apprezzarsi nei confronti delle principali monete, occorre darle stabilità e riportarla a pieno titolo in Europa, anche perché un suo ulteriore apprezzamento non sarebbe compatibile con l'esigenza di mantenere elevato il livello delle nostre esportazioni. Occorre favorire una forte ripresa dello sviluppo economico ai fini dell'occupazione e gran bene sarebbe per il Paese se i ragguardevoli profitti che le imprese italiane hanno conseguito nel 1995, fossero dirottati sugli investimenti produttivi. La formazione di alti profitti giova all'economia se si traduce in un rafforzamento della base produttiva che ne garantisce la competitività. Ulteriore garanzia di sviluppo potrebbe essere un'inflazione al 3 per cento nel 1997, a salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie. Governo e imprese dovrebbero definitivamente abbandonare la politica inflazionistica, quella di ima perversa rincorsa tra prezzi e salari, e ridurre i prezzi e sulla riduzione dei prezzi e non su illusori aumenti nominali dei salari dovrebbero risolutamente puntare i sindacati dei lavoratori, nell'intento di salvaguardarne il reale potere di acquisto. In questo quadro, le manovre economiche del governo, più che mcentrarsi sull'aumento dì entrate Una Tantum, come la tassa per l'Europa, che in quanto non ripetibili non potranno per gli anni a venire rispettare i severi parametri di Maastricht, dovranno preoccuparsi di incidere sulla spesa pubblica modificandone i meccanismi e puntare sulle privatizzazioni di settori strategici come sanità e trasporti. Giovanni Bertei, La Spezia Modi e strumenti per capire l'arte Arte è sinonimo del bello, del creativo, dell'innovativo, di aggregazione, di socializzazione, di crescita culturale e civile. L'artista, l'opera d'arte, il suo messaggio, la fruizione da parte del pubblico sono anelli di congiunzione a cui si ispirano i diletti pittori e scultori. La creatività del singolo, rispecchia, sempre, l'Universo del Creato e i suoi misteri. L'artista e l'arte con la sua opera, lavorano sempre nel sistema intellettivo e umano del sapere e del conoscere l'interiorità del proprio pensiero che è quello dell'uomo di tutti i tempi. L'opera d'arte e il suo indotto (cataloghi, libri, mostre, musei, conferenze, dibattiti) sono gli strumenti necessari a capirla, amarla e possederla. L'espressività artistica è diretta a tutti gli uomini, e a ciascuno con la propria cultura, la propria sensibilità di lettura indicherà la strada da seguire. L'arte non va capita a ogni costo, ma va amata. E la cultura dell'arte supera ogni tempo perché è universale e nasce dentro a ogni persona. Basta manifestarla. Liviano Papa, Novara Illusioni e rischi della Padania Al Nord sono arrabbiati, mi dice un amico del Sud, perché sanno di aver faticato per migliorare le loro condizioni di vita e poi han¬ no visto che tutto il benessere che si sono creati rischia ora di essere vanificato e distrutto da una sorta di irresponsabilità... che ha dilagato e continua a dilagare nel nostro Paese. E allora è probabile che questa gente, aggiungo io, presa dalla voglia di garantirsi, ha cercato una scorciatoia avvicinandosi a Bossi. Ma a mio avviso, non è questa la scelta che porta alla soluzione dei problemi. Purtroppo il rischio è un altro ed è che dando spessore alla Lega di Bossi, l'Italia entri in un vicolo cieco di to tale ingovernabilità ancora peggio di quella che abbiamo prova to finora. E il rischio, cittadini della Pa dania, sarà che il vostro tenore di vita, ora tra i più alti d'Euro pa, rischia di venire seriamente compromesso. Voi, se pensate bene, avete una gamma di scelte che di certo non è il «bossismo» Dovete solo aver il coraggio di fare delle scelte oculate, attente e ragionate: non portate l'Italia nel caos perché se la vostra grande Padania perde questo primato economico, tutto il resto dell'Italia, tutta la comunità nazionale rischia di entrare in crisi. Il primo gennaio del 1993 sia mo entrati nella Comunità europea integrata e ora arrivano da più parti segnali di una nostra esclusione. Io non credo alle parole sempre ottimistiche del nostro presidente del Consiglio che con le sue «storielle ridanciane» produce solo effetti inaffidabili e molta sfiducia. Gli italiani conoscono troppo bene i sorrisi dei politici, soprattutto, ed è il caso di Prodi, quando promettono una cosa e poi ne fanno un'altra, e sempre danneggiando le fasce più deboli. Come cittadino italiano vorrei che la vita rivelasse nel suo sviluppo progressivo un disegno sempre più intelligente capace di sbarrare la strada a tutti gli oltranzismi, dando serenità ai cittadini. Pasquale Grillo, Aosta