«Lo Stato ha beffato il Belice»

Il ministro: in Sicilia erogata solo la metà dei 2 mila 745 miliardi stanziati Il ministro: in Sicilia erogata solo la metà dei 2 mila 745 miliardi stanziati «Lo Stato ha beffato il Belice» Di Pietro: il Friuli ha ricevuto 6 volte di più ROMA. L'ultima polemica sul Belice e le sue ferite mai richiuse l'ha rinfocolata Di Pietro. Dopo le terribili scosse di terremoto del '68, e dopo che per 28 anni quella regione disastrata è stata il simbolo del rattoppo più che della ricostruzione, si scopre che è stata anche calunniata e considerata zona terremotata di serie B. Se la si paragona, ad esempio, al Friuli. Per rimettere in piedi quanto il sisma aveva buttato giù, infatti, sarebbe stato stanziato soltanto un terzo (la cifra, badate bene, è stata accuratamente «attualizzata») di quanto il governo ha speso per ricostruire il laborioso Friuli, colpito nel '76 da scosse che hanno toccato il sesto «piolo» della scala Richter. Parola del ministro dei Lavori Pubblici. A chi, in tutti questi anni, ha avanzato più di un sospetto che i quattrini destinati ai baraccati siciliani avessero preso, come dire, vie traverse, Antonio Di Pietro ha risposto per le rime, durante un'audizione alla commissione parlamentare di controllo sulla ricostruzione del Belice: «La realtà è che i fondi al Belice non sono stati assegnati, e non che sono stati utilizzati male». Di 2745 miliardi e rotti assegnati alla regione, per sedici Comuni interessati al sisma, sono stati erogati, infatti, soltanto 1458 miliardi e 535 milioni. Il ministro ha quindi puntato i riflettori su questa vergogna nazionale, individuando quanto resta da fare in Sicilia e richiamando i parlamentari alle proprie responsabilità. «Il fabbisogno del Belice - ha spiegato - è di 2400 miliardi, così ripartiti: 1600 per la ricostruzione di abitazioni e 800 per opere di urbanizzazione». Ma dove trovare questi quattrini? Il problema è che nei fondi globali del 1995 e del 1996 non ci sono più stanziamenti per il Belice, né se ne prevedono nella finanziaria del 1997. Rimangono 33 miliardi per i quali il ministro ha fatto convocare la conferenza di servizi. Di Pietro ha quindi messo le mani avanti: «Il ministero dei Lavori Pubblici è un esecutore di lavori; se ci sono i soldi li fa, altrimenti non li fa. Ma io non ci sto che un domani si possa dire che il ministero sotto Di Pietro non ha fatto nulla per il Belice». Il ministro ha anche voluto rispondere alle critiche dei parlamentari del Polo secondo i quali il governo Prodi non si mostrerebbe sensibile ai problemi dei senzatetto in Belice e, all'onorevole Acierno, di Forza Italia, ha fatto presente che «quando al governo c'era il suo partito i soldi c'erano, ma non furono attivati». Quella fu «una decisione politica», ha poi osservato. E ha aggiunto: «In democrazia valgono le decisioni della maggioranza: io ho fatto delle richieste per il Belice che non è stato possibile accogliere nella Finanziaria: occorre rispettare le decisioni collegiali e non essere disfattisti e minacciare le dimissioni». La proposta del ministro è di modificare la legge 120 del 1987 sulla ricostruzione del Belice, che prevede il concorso dello Stato nella ricostruzione di tutti i beni distrutti dal sisma. Di Pietro ritiene, infatti, che i fondi vengano assegnati in prima istanza «a quei poveri cristi che devono ancora ricostruirsi la prima casa, e non a chi la casa già ce l'ha e deve costruire la seconda o la terza». Si faccia, dunque, quanto non si è fatto in quasi trent'anni di tempo. Lo ha detto, tra le righe, il presidente della commissione, Angelo Lauricella, sottolineando che «uno dei danni maggiori il Belice lo ha subito da un'opinione pubblica negativa, la quale pensa che se in 28 anni non è stata realizzata la ricostruzione, chissà come sono stati utilizzati i fondi». «Il Belice - ha concluso - ha fatto da cavia per i successivi terremoti e quindi occorre rendergli giustizia». Daniela Daniele «L'obiettivo è aiutare chi deve ancora ricostruire la prima casa» IL BELICE TERREMOTATO IN NUMERI 16 i Comuni interessati dal sisma del 1968 e 3 le province: Palermo, Agrigento e Trapani 2745 miliardi e 350 milioni i fondi stanziati per la ricostruzione 1458 miliardi e 535 milioni i fondi effettivamente erogati 2400 miliardi i fondi ancora necessari per completare l'opera di ricostruzione, così suddivisi: 1600 miliardi per le case e 800 per opere di urbanizzazione IL FRIULI TERREMOTATO 45 i Comuni disastratilo gravemente danneggiati, 52 danneggiati 3200 miliardi il danno valutato nel 76. L'architetto Di Sopra ideò il criterio del «danno da processo» (usato anche in Irpinia), col quale si valutò il guasto causato dal mancato sviluppo di un paese 989 morti, 3000 feriti, 75 mila alloggi danneggiati, 18 mila case rase al suolo 12 mila miliardi in 15 anni i fondi stanziati

Persone citate: Acierno, Angelo Lauricella, Antonio Di, Daniela Daniele, Di Pietro, Richter

Luoghi citati: Agrigento, Friuli, Palermo, Roma, Sicilia, Trapani