Roma D'Ambrosio per la Procura

Romei; D'Ambrosio per la Procura Romei; D'Ambrosio per la Procura Borrelli: «Non rinuncio all'Antimafia» UNA NOMINA AVVELENATA TROMA E LE FONATE, consultazioni, audizioni, grandi manovre. E anche grandi malumori. Francesco Saverio Borrelli, per esempio, chiamato al telefono dal suo amico Italo Ghitti, ex gip di Milano, oggi al Consiglio superiore della magistratura, ha risposto seccamente che non intende farsi da parte nella corsa alla Superprocura antimafia. Tanto è stato deciso il diniego di Borrelli, di cui rapidamente tutti al Csm sono stati informati, che Ghitti ha poi precisato: «Ho sentito telefonicamente il procuratore di Milano per illustrargli la situazione. Non l'ho consigliato di revocare la sua candidatura. Ho lasciato a lui trarre le valutazioni. Mi ha detto che al momento non intende rinunciare». Al Consiglio superiore della magistratura, insomma, è arrivato l'ultimo strascico del ciclone giudiziario milanese e spezzino che ha sconvolto il Palazzo di giustizia romano. A Roma è iniziata la corsa ai po- sto di procuratore lasciato libero da Michele Coirò: 40 domande, in testa Gerardo D'Ambrosio, procuratore aggiunto di Milano. Dev'essere decisa anche la direzione della procura presso la pretura, dopo che il procuratore Rosario Di Mauro è andato in pensione: quello che sarebbe stato il principale candidato, l'attuale aggiunto Elio Cappelli, è nei guai per i rapporti col banchiere Pacini Battaglia. Rischia anzi di essere trasferito d'ufficio. La decisione su queste poltrone s'intreccia con quella di superprocuratore antimafia. Il candidato principale resta Piero Luigi Vigna, procuratore di Firenze. Borrelli resta in seconda linea. Sui due nomi si stanno registrando alleanze trasversali. Borrelli dovrebbe avere i voti della corrente di sinistra, Magistratura democratica, e di quella moderata, Unicost. Vigna avrebbe i voti della corrente di sinistra Movimenti riuniti, della corrente moderata Magistratura indipendente, del pds e anche del Polo. Il Csm, organo di autogoverno della magistratura, è chiamato insomma a dare una sistemazione del potere giudiziario che varrà per gli anni a venire. Per coprire i due più importanti uffici di Roma, infatti, cioè procura e superprocura antimafia, potrebbero scoprirsi Milano e Firenze. Anche Napoli è in forse, visto che Agostino Cordova ha presentato pure lui domanda per il posto che fu di Coirò. Difficile che sia accettata, però, perché non ha ancora svolto il suo lavoro di quattro anni (minimi di legge) alla guida della procura partenopea. E Torino: Marcello Maddalena, aggiunto, è tra i 40 che aspirano a dirigere la procura del¬ la capitale. Considerando poi che Borrelli non ha mai nascosto la sua altra aspirazione, che è quella di dirigere la corte d'appello di Milano, posto che fu del padre, potrebbe facilmente accadere che presto si troveranno senza capi sia la procura di Firenze che quella di Milano. E intanto altre procure vengono decapitate. Il procuratore presso la pretura di Grosseto, Pietro Federico, indagato per i suoi rapporti con Pacini Battaglia, ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla corte d'appello di Firenze con compiti di consigliere. Il Csm ha accettato il trasferimento, chiesto da Federico che temeva l'apertura di un procedimento disciplinare. Ma l'ha accompagnato con una inedita «raccomandazione» al presidente della medesima corte: destinare il nuovo arrivato «in via esclusiva al settore civile». Questo giudice non si deve occupare di penale, secondo il Csm. Francesco Grignetti Francesco Borrelli è in corsa per la poltrona della procura antimafia