Il rogo dell'ultima sessantottina di Paolo Passarini

Nell'ateneo della Pennsylvania la conoscevano come «la contestatrice buffa» Nell'ateneo della Pennsylvania la conoscevano come «la contestatrice buffa» Il rogo dell'ultima sessantottina Si dà fuoco nel campus, aveva 46 anni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Amava definirsi «una contestatrice buffa». Ma l'ultima protesta di Kathleen Chang, 46 anni, popolare e pittoresca figura all'Università di Pennsylvania, non è stata affatto buffa. Come svuotata da 15 anni di proteste e contestazioni, Kathleen, detta Kathy, ha terminato il suo lungo '68 consumandosi in un falò l'altra mattina vicino a una statua del campus. All'inizio nessuno si era accorto che sotto quel fuoco sviluppatosi improvvisamente, sottile, forte e alto tre metri, ci fosse una persona. «Non ce ne siamo resi conto fino a che non abbiamo visto che ciò che stava bruciando si muoveva», ha raccontato Dave Bermon, uno studente che ha osservato la scena da una larga finestra della biblioteca. Decine di studenti si erano rapidamente raccolti dietro quella vetrata per capire cosa stesse succedendo. Quando hanno dato l'allarme, una guardia di sicurezza è corsa verso il fuoco cercando di spegnerlo. Ma era troppo tardi. Kathy Chang è stata dichiarata cadavere appena arrivata al Centro Medico dell'Università. Il suo corpo era coperto di ustioni al 100%. «Tutti, nel campus, sapevano chi fosse», ha raccontato Ali Parnian, un altro studente. Tutti conoscevano bene quella faccia tesa e rugosa e quel corpo minuto spesso ricoperto in modo estroso. Come quella volta in cui, tempo fa, per protestare contro le armi e la guerra, Kathy arrivò al campus coperta da un cilindro che simboleggiava un missile ma sembrava chiaramente un fallo. Con gli anni, probabilmente, Kathy era diventata sempre più stramba. Vicino al pezzo di prato bruciato dove si è tolta la vita, i poliziotti hanno trovato una nota in cui la donna definisce il suo gesto «una dichiarazione finale a proposito della vita e della morte». Lo è stata senz'altro, ma forse non abba- stanza per Kathy, che, nella nota, si è preoccupata anche di dare indicazioni precise su come disporre del suo cadavere. Kathy desiderava che il suo corpo venisse utilizzato per ricerche scientifiche e i suoi organi donati. Ma ha anche aggiunto nella nota che, in caso nessuna di queste due cose risultasse possibile, i suoi resti avrebbero potuto servire «come fertilizzante» o come «cibo per cani». Kathy era talmente conosciuta nel campus che la preside dell'Università, Judith Rodin, ha sentito il bisogno di diffondere una nota ufficiale per commentare la sua morte: «La nostra comunità - ha scritto la preside - è profondamente rattristata per questa tragica e insensata perdita di una vita umana». I vicini di casa di Kathy, che da qualche tempo si era spostata a Lancaster Avenue, sostengono di non aver notato in lei alcuna tendenza suicida. La sua vita era semplice: puliva la casa, usciva a fare qualche acquisto e rientrava in casa per dedicarsi a esercizi fisici e spirituali. Qualche volta si recava a fare visita a un uomo, non molto lontano. Prima di spostarsi in Lancaster Avenue, Kathy aveva una relazione regolare con un uomo che conviveva con lei. Ma qualche tempo fa l'uomo se n'era andato e questo fatto ha probabilmente accelerato la decisione di Kathy di compiere un gesto estremo. Ma non si è trattato di un'azione impulsiva. La polizia ha trovato in casa di Kathy le prove che il falò era stato pianificato da almeno un anno. In un primo momento Kathy aveva pensato di usare alcol denaturato. Poi, dopo alcuni esperimenti compiuti con pezzi di carne, aveva concluso che l'alcol brucia troppo lentamente. E cominciò, litro dopo litro, ad accumulare tutta la benzina necessaria. Paolo Passarini

Persone citate: Ali Parnian, Dave Bermon, Judith Rodin, Kathleen Chang, Kathy Chang, Lancaster

Luoghi citati: Pennsylvania, Washington