La cedola che batte i Bot

La cedola che batte i Bot La cedola che batte i Bot ta una parte consistente del valore di un'azione ordinaria. Un'azione priva del diritto di voto è molto meno interessante per il «grande» investitore (per esempio banca o fondo d'investimento), che vuole far sentire la sua voce in assemblea. Quando poi mia società viene «scalata» o sta per essere acquistata, gli azionisti di risparmio sono «dimenticati», proprio perché contano meno: quelle che vengono «rastrellate» sul mercato sono soltanto le azioni ordinarie. La stessa legge sulle Opa non parla delle azioni di risparmio. 2) Può essere conveniente acquistare axioni di risparmio? Sì. Questi titoli godono di vantaggi di tipo patrimoniale che possono renderli decisamente appetibili. Ogni società, al momento di emettere azioni di risparmio, definisce il dividendo minimo cui hanno diritto (per legge almeno il 5% del valore nominale, ma spesso le emittenti fissano privilegi superiori). Se l'azienda chiude il bilancio in utile, e non deve ripianare perdite passate, una volta accanto¬ nate le riserve legali dovrà remunerare innanzitutto gli azionisti di risparmio. Di norma, il dividendo percepito è ben più elevato di quello dato agli azionisti ordinari. Dunque, se si confronta con un prezzo più basso, è evidente come il rendimento cedolare sia superiore rispetto alle azioni ordinarie. Molte azioni di risparmio presentano in effetti rendimenti assimilabili a quelli dei titoli obbligazionari, specialmente quando, come adesso, i rendimenti di questi scendono. 3) Allora, so va bene, si ruò guadagnare più che con Btp? Di norma le azioni di risparmio, in un intervallo di tempo sufficientemente lungo, possono essere viste come una via di mezzo tra un investimento in obbligazioni e il tipico investimento azionario. Ma, nel breve, sono comunque titoli azionari, anche se più «tranquilli». E poi, talvolta, capita di imbattersi in azioni di risparmio con dividendi da favola o addirittura in grado di raddoppiare in poco tempo, magari con l'ordinaria che crolla. 4} Come è possibile? Ci sono due momenti particolari in cui le azioni di risparmio sono da seguire con attenzione. Prendiamo ad esempio un'azienda quotata, con i conti in rosso da alcuni anni ma che sembra uscita dal tunnel della crisi. Per legge le azioni di risparmio accumulano nel tempo, per tre anni, i dividendi maturati ma non distribuiti. Qualora i bilanci dovessero tornare in nero e l'azienda dovesse remunerare di nuovo i propri azionisti, i detentori di azioni di risparmio avrebbero diritto ad almeno tre dividendi minimi. In questi casi, il rendimento cedolare può diventare molto alto. Le azioni di risparmio possono essere ancora più allettanti (anche se è un investimento ben più pericoloso) in situazioni di dissesto aziendale, con necessità di svalutare il capitale per le perdite accumulate. In questi casi l'obbligo di ricapitalizzazione vale innanzitutto per gli azionisti ordinari, mentre il capitale degli azionisti di risparmio viene intaccato soio se le perdite sono tali da avere completamente azzerato il valore nominale delle altre azioni. Negli ultimi anni le vicende dei gruppi Ferfin e Giga hanno decisamente avvantaggiato gli azionisti di risparmio. Mentre le azioni ordinarie venivano svalutate e raggruppate, e la società ricapitalizzata, quelle di risparmio non erano toccate. Con la conseguenza di una loro decisa rivalutazione. Tra l'estate del '93 e la primavera del '94, la Ferfin rnc è passata da un minimo di 227 a un massimo di 1570 lire, mentre la Ciga rnc è salita da 205 a 1400 lire in circa 5 mesi. Ma non sempre così. Nel recente caso del Banco di Napoli, ad esempio, le perdite erano tali da assorbire quasi interamente anche il capitale di risparmio. Tutti gli azionisti hanno sofferto della svalutazione delle proprie azioni. 5) Come si fa a capire so convengono le ordinarle o lo risparmio? Spesso si dice che un'azione di risparmio è conveniente quando la «distanza» dall'azione ordinaria è superiore alla differenza «tipica» fra i due prezzi, troppo cara se i due prezzi sono più vicini del solito. Per iniziare si po¬ trebbe quindi calcolare la differenza dei prezzi (in gergo «sconto» o «spread») tra azioni ordinarie e di risparmio. Questi dati si prendono per un periodo di tempo significativo, se ne fa la media e la si confronta col valore attuale dello spread. Per facilitare il confronto conviene rendere i termini omogenei, dividendo lo spread per il valore dell'azione ordinaria, ovvero calcolando lo sconto in termini percentuali. Per interpretare lo sconto è poi necessaria una certa attenzione. Infatti, esso dipende dall'appetibilità relativa dei diversi titoli, che può cambiare nel tempo. Da un punto di vista teorico dovrebbe essere tanto minore quanto più ampio è il differenziale di rendimento tra le due categorie di titoli. All'aumentare del dividendo dell'ordinaria, ad esempio, dovrebbe crescere proporzionalmente. Inoltre questa facile «legge» è vera solo in situazioni in cui si può ragionevolmente ritenere che l'azionariato della società sia stabile. Se invece si verificano attese di cessione della società, lo sconto tende ad aumentare.

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