arte nel tempo

u u N nuovo grande appuntamento con l'antico, una panoramica di oggetti selezionati, importanti, ma anche tante curiosità per appassionati e semplici «curiosi del bello». A Palazzo Nervi ritorna dal 18 al 27 ottobre la Mostra Nazionale d'Antiquariato, che radunerà oltre 300 espositori provenienti da tutta Italia e dall'estero. Saranno rappresentati un po' tutti i generi del collezionismo: mobili, cornici, sculture di alta epoca, porcellane del Settecento, vetri, lampade di inizio secolo, gioielli, bijoux d'autore, oggetti di virtù, modernariato. Dà lustro alla mostra la presenza di numerosi commercianti francesi, belgi e spagnoli che hanno preannunciato pezzi molto particolari, come i «papiers peints» del Settecento proposti da Hubert. Tra gli antiquari italiani sono da segnalare Guatteri di Reggio Emilia, con un importante monetiere in avorio e tartaruga; Porta di Padova che presenta una parure di Meissen del XVT1I secolo; Colombara di Padova, con una ribalta veneziana dei primi del Settecento; Morosini sempre di Padova che presenta una rara collezione di cioccolatiere; Orrù di Cagliari con una boiserie laccata del Settecento. Nutrita è ovviamente la schiera di piemontesi e torinesi. EzipCBzoimugitrcoSpdmSvlaLluddtotrlisscadcMPg22s Ecco qualche piccola anticipazione. Brancaccio di Saluzzo presenta sculture in legno del Cinquecento e del Seicento; Bianco e Costa, sempre di Saluzzo propongono rispettivamente ima collezione di rari violini e una raccolta di bastoni di pregio; Damiano di Torino presenta tra gli altri oggetti anche una coppia di demi-lune torinesi del Settecento; Canato espone dipinti di alta epoca; Il cassetto della Nonna porta argenti piemontesi, cammei e gioielli dal Settecento all'art déco. Come nelle passate edizioni, verrà allestita una rassegna colaterale dedicata alla pittura. L'omaggio va ad un'artista saluzzese ancora vivente, Miranda Piovano Juliani, già allieva di Matteo Olivero e Giulio Boetto, di cui saranno presentate trenta opere. Si tratta di pastelli, acquerelli, olii, tecniche miste in cui la Piovano, artista sensibile ed eclettica, dà corpo con delicatezza a paesaggi in cui aleggiano figure cortesi, riproducendo le atmosfere degli antichi arazzi. Alma Toppino Mostra Nazionale d'Antiquariato. Palazzo del Lavoro, via Ventimiglia211,tel. 66.70.878. Dal 18 al 27 ottobre. Orari: feriali 15,3022,30, festivi 11-22,30. Ingresso: lire 10 mila, ridotti 5 mila. ZAVOLI TESTIMONE DEL TEMPO Nel titolo dell'incontro con Sergio Zavoli, lunedì (ore 15), ai Caffè letterari dell'Unione Industriale, «Rimetti a noi i nostri dubbi», si rispecchiano due aspetti della personalità di questo giornalista che ha saputo saldare impegno e popolarità. L'eco d'un versetto della preghiera dei cristiani riflette la sensibilità che il socialista Zavoli ha sempre mostrato per il mondo dei credenti: il suo primo successo è stata una trasmissione radiofonica, «Clausura», nel 1957, tradotta in sei lingue. L'altro aspetto è la personificazione dei problemi, il vedere le cose dalla parte della gente: vedi quel «Processo alla tappa», suo primo successo televisivo (1962-1969), dove «imbastire ogni giorno - parole sue - un racconto di povericristi». Nato a Ravenna nel 1923, entrò in Rai nel 1947, come redattore al Giornale radio. All'inizio degli Anni Sessanta cominciò l'esperienza televisiva. Eravamo ancora nell'infanzia della televisione: il segreto di Zavoli è la capacità di usare un linguaggio semplice, in sintonia con la funzione di alfabetizzazione svolta da quella televisione, per mettere in scena i problemi chiave del- Sopra Sergio Zavoli a destra Gina Logorio la società. Memorabili le sue inchieste per «Tv7», una delle quali - «Un codice da rifare» - gli procura una censura di Italo De Feo, vicepresidente Rai. Condirettore del Tg dal 1969, direttore del Gr 1 dal 1976, dal 1980 al 1986 esibisce una tempra di «aziendalista di ferro», di grande scuola, alla presidenza Rai, ereditata da Grassi. Per tornare dietro la camera con «Viaggio intorno all'uomo» (1987) e «La notte della Repubblica»(1989). Alberto Papuzzi IL FUTURO E' UN POLLO ARROSTO Martedì 22, ore 21, il Centro Congressi dell'Unione Industriale (via Fanti 17, tel. 57.18.499) per i Martedì Sera, ospita Piero Bianucci, Gina Lagorio e Piergiorgio Odifreddi, sul tema «L'uovo del futuro». Diceva Einstein: «Non penso mai al futuro. Arriva così presto!». Ebbene, non solo Einstein, come sempre, aveva ragione, ma addirittura il futuro non è neppure necessario aspettarlo: a saper guardare è già tra noi, come nell'uovo è già implicito il pulcino e, con il pulcino, anche il pollo arrosto. Siamo circondati - purtroppo o per fortuna? - da premonizioni anche senza ricorrere alle sfere di cristallo delle fattucchiere. Proviamo, quindi, a indovinare almeno i temi che verranno, affrontati in questo «Martedì Sera». Piergiorgio Odifreddi, professore di logica matematica all'Università di Torino, esplorerà con il suo ormai ben noto senso dello humour i paradossi che si nascondono nel concetto stesso di futuro e di previsione. Gina Lagorio, scrittrice ed ex parlamentare, approfitterà di questi due punti di vista privi¬ legiati per avanzare ipotesi su ciò che ci attende, nel bene e nel male, nei prossimi anni. Piero Bianucci prenderà spunto dal suo ultimo libro di racconti umoristici, intitolato appunto «L'uovo del futuro» (ed. Simonelli), per ipotizzare divertenti scenari a metà tra scienza e fantasatira: reggiseni magnetici, arzilli vecchietti plurisecolari grazie a trapianti di organi tratti da maiali, giornali che trasmettono notizie immaginarie direttamente nel cervello dei lettori... CaC

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